L’americanata Blue Origin
La verità è che ieri è stata l'ennesima occasione per mettere in scena un esibizionismo grossolano, con uno sfoggio tutto sommato volgare di ricchezza alla Paperon de' Paperoni

Ieri c’è stato il primo volo tutto al femminile firmato Blue Origin. E’ l’azienda aerospaziale di Jeff Bezos, il terzo uomo più ricco del pianeta, fondatore e proprietario di Amazon. A bordo la futura moglie, Lauren Sànchez, giornalista e pilota di elicotteri. Le altre “astronaute” sono state la cantante Katy Perry, la conduttrice televisiva Gayle King, la produttrice cinematografica Kerianne Flynn, l’ex scienziata della NASA Aisha Bowe, l’attivista per i diritti civili Amanda Nguyen. In tutto 11 minuti di volo, giusto il tempo per vivere l’emozione dell’assenza di gravità. Non succedeva dal 1963, quando Valentina Tereshkova fu la prima donna a volare nello spazio, che un equipaggio spaziale fosse composto solo da donne. Ieri, però, a volare erano turiste dello spazio, con tute attillatissime e sexy. Con tutto il rispetto per il mondo femminile, quella di ieri è stata la solita americanata. Un’impresa che fa a cazzotti con le squallide lamentazioni di Trump sugli europei e su quanti si sono ingrassati a tradimento alle spalle del povero e virtuoso popolo americano. E’ stata, in fondo, l’ennesima occasione per mettere in scena un esibizionismo grossolano, con uno sfoggio appariscente di ricchezza alla Paperon de’ Paperoni. Evitiamo la facile retorica e il moralismo a buon mercato, ma lasciateci uno sfogo. Se questi sono gli americani, da Trump a Bezos, passando per le turiste spaziali, ridateci gli antichi Greci e la Repubblica romana.