L’addio alla Rai di Lucia Annunziata
Decisione legittima. Magari non condivisibile, ma legittima. Tuttavia, alcune riflessioni sembrano scontate.

Lucia Annunziata lascia la Rai in quanto non si ritrova con l’azione del governo Meloni. Decisione legittima. Magari non condivisibile, ma legittima. Tuttavia, alcune riflessioni sembrano scontate. La Rai da sempre è stata oggetto di lottizzazione politica. Non si vede dove sia la novità e lo scandalo. D’altro canto, la sua trasmissione è stata confermata anche per l’anno prossimo. L’Annunziata non avrebbe fatto meglio a restare alla conduzione del suo programma di informazione? C’è poi da domandarsi: perché mai il conduttore di una trasmissione di informazione dovrebbe condividere le idee del governo? Anzi, un giornalista esalterebbe le sue doti di professionalità facendo il controcanto proprio al governo. In altri termini, a maggior ragione Lucia Annunziata poteva e doveva continuare a condurre la sua trasmissione televisiva. Sarebbe stata così una garanzia di pluralismo per il servizio pubblico. In conclusione, la motivazione dell’Annunziata non convince.
Certo, Lucia Annunziata resta un’eccellente professionista. Ruvida, poco simpatica, passionale, persino aggressiva nelle sue interviste, ma brava senza nessunissima ombra di dubbio. Lasciamo poi perdere tutto il resto. E cioè che l’Annunziata non è una dipendente, ma da tempo una pensionata. E’ stata direttore del TG3 e perfino presidente della Rai. Incarichi avuti non per aver vinto un concorso pubblico, bensì allo stesso modo di quelli che li hanno avuti oggi e come quelli che li hanno ricoperti in passato.
Parliamo sempre della stessa Rai. Quella lottizzata dai partiti. Un pezzo a me e un pezzo a te. Il vero problema è che ora a lottizzarla è la Meloni. Sempre dando, però, un pezzo a te e un pezzo a me. A tavola restano tutti. Cambiano i posti dei commensali-partiti e la grandezza delle loro porzioni nel piatto, ma le dinamiche restano le stesse. In conclusione, spiace che la Rai perda una giornalista del suo calibro e che il servizio pubblico debba fare a meno di una professionista le cui interviste hanno in alcuni casi segnato un’epoca. Non sembra, però, che sia proprio il caso di fare le verginelle. Peggio ancora, fare acqua santa dall’ombelico.
26.05.2023 – By Nino Maiorino – Pure rispettando l’opinione del Collega Ciancimino, e pure comprendendo i motivi delle dimissioni dell’Annunziata, non posso non riflettere su ciò che ha scritto proprio oggi il Direttore Petrillo nella sua quotidiana rubrica “Cornetto e caffè – L’addio alla Rai di Lucia Annunziata”.
“Lucia Annunziata lascia la Rai in quanto non si ritrova con l’azione del governo Meloni. Decisione legittima. Magari non condivisibile, ma legittima. Tuttavia, alcune riflessioni sembrano scontate. La Rai da sempre è stata oggetto di lottizzazione politica. Non si vede dove sia la novità e lo scandalo. D’altro canto, la sua trasmissione è stata confermata anche per l’anno prossimo. L’Annunziata non avrebbe fatto meglio a restare alla conduzione del suo programma di informazione? C’è poi da domandarsi: perché mai il conduttore di una trasmissione di informazione dovrebbe condividere le idee del governo? Anzi, un giornalista esalterebbe le sue doti di professionalità facendo il controcanto proprio al governo. In altri termini, a maggior ragione Lucia Annunziata poteva e doveva continuare a condurre la sua trasmissione televisiva. Sarebbe stata così una garanzia di pluralismo per il servizio pubblico. In conclusione, la motivazione dell’Annunziata non convince.
Certo, Lucia Annunziata resta un’eccellente professionista. Ruvida, poco simpatica, passionale, persino aggressiva nelle sue interviste, ma brava senza nessunissima ombra di dubbio. Lasciamo poi perdere tutto il resto. E cioè che l’Annunziata non è una dipendente, ma da tempo una pensionata. E’ stata direttore del TG3 e perfino presidente della Rai. Incarichi avuti non per aver vinto un concorso pubblico, bensì allo stesso modo di quelli che li hanno avuti oggi e come quelli che li hanno ricoperti in passato.
Parliamo sempre della stessa Rai. Quella lottizzata dai partiti. Un pezzo a me e un pezzo a te. Il vero problema è che ora a lottizzarla è la Meloni. Sempre dando, però, un pezzo a te e un pezzo a me. A tavola restano tutti. Cambiano i posti dei commensali-partiti e la grandezza delle loro porzioni nel piatto, ma le dinamiche restano le stesse. In conclusione, spiace che la Rai perda una giornalista del suo calibro e che il servizio pubblico debba fare a meno di una professionista le cui interviste hanno in alcuni casi segnato un’epoca. Non sembra, però, che sia proprio il caso di fare le verginelle. Peggio ancora, fare acqua santa dall’ombelico”.
Se tutti i migliori e più indipendenti giornalisti vanno via dalla Rai, chi rimarrà in questa azienda a fare le ‘pulci’ al potere?