La rivolta delle banlieue: la lezione che viene dalla Francia
Non è la prima volta che in Francia esplode in modo violento il disagio sociale degli immigrati. Sono di terza se non addirittura quarta
Fanno impressione gli scontri, che stanno scuotendo la Francia, per l’uccisione di una minorenne franco-algerino da parte di un poliziotto. In alcune città è stato disposto addirittura il coprifuoco, mentre il governo ha messo in campo 40 mila poliziotti. Non è la prima volta che in Francia esplode in modo violento il disagio sociale degli immigrati. Sono di terza se non addirittura quarta generazione. Emarginati, però, nei sobborghi, le famose banlieue. Si tratta, quindi, di un’emigrazione datata. Legata al colonialismo francese, soprattutto in Africa. E, purtroppo, con un’integrazione sostanzialmente fallita, nonostante la Francia sia da tempo una realtà interetnica. Quello che accade ai cugini d’Oltralpe non può che far riflettere sui fenomeni migratori. L’integrazione è assolutamente indispensabile. Per funzionare, però, i flussi migratori devono essere controllati, quantomeno in ragione della capacità socio-economica, oltre che culturale, di integrare i nuovi arrivati. In altri termini, alzare muri è sciocco oltre che inutile. Piuttosto occorre lavorare per rendere sempre più omogenea, anche e soprattutto da un punto di vista culturale, e socialmente equa la comunità cui si appartiene. Altrimenti quello che oggi accade in Francia, potrebbe succedere in futuro anche da noi.