La Moldavia e la faccia di bronzo dei russi
Maria Zakharova ha affermato che le elezioni e il referendum in Moldavia si sono svolti dopo una campagna condotta dalle autorità "con metodi antidemocratici e totalitari". Certo, da che pulpito viene questa accusa

La Moldavia, un piccolo e povero paese dell’est europeo ex Unione Sovietica, ha votato per l’adesione all’Unione europea. Hanno vinto gli europeisti per pochi voti. Il paese è spaccato in due. Tra chi guarda all’Europa e ad un futuro di progresso. E chi guarda alla Russia di Putin con il ritorno ad un passato che a molti fa paura. Il governo moldavo ha denunciato pressioni e interferenze dei russi nel voto di domenica scorsa. La Russia ha risposto alle accuse chiedendo che si tirino fuori le prove. In questo, non ha affatto torto. salvo poi parlare di «anomalie e irregolarità» nel voto sul referendum. Peggio ancora ha dichiarato la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova. Ha affermato che le elezioni e il referendum in Moldavia si sono svolti dopo una campagna condotta dalle autorità “con metodi antidemocratici e totalitari”. Certo, da che pulpito viene questa accusa. Di sicuro, la Zakharova di regimi totalitari e antidemocratici ne sa più di noi. Vive e lavora in Russia, quella di Putin, dove come ai tempi dello zar o dei soviet gli oppositori muoiono nelle carceri polari o siberiane. Ci vuole proprio una faccia di bronzo, ma i governanti russi di ieri e di oggi sono i maestri della disinformazione e delle falsità.