La crisi della Germania
Il suo sistema produttivo perde colpi. Addirittura, com'è il caso della Volkswagen, che per la prima volta nella sua storia chiude degli stabilimenti, chiudono invece di essere aperte nuove fabbriche. La politica non va meglio
Un tempo la Germania era una certezza di operosa stabilità. Politica, economica, sociale. Ora non lo è più. Da qualche anno è economicamente in affanno. Il suo sistema produttivo perde colpi. Addirittura, com’è il caso della Volkswagen, che per la prima volta nella sua storia chiude degli stabilimenti, chiudono invece di essere aperte nuove fabbriche. La politica non va meglio. Dopo la Merkel, il governo tedesco balbetta. Il suo successore, il cancelliere socialista Scholz, è apparso da subito grigio e modesto. In questi giorni, il suo governo è entrato in crisi con il licenziamento del ministro liberale delle Finanze. Il problema vero, però, è che l’intero sistema politico tedesco rischia di avviarsi verso l’instabilità. E’ comprensibile che in molti siano soddisfatti delle traversie tedesche. Troppi perfettini e presuntuosi i germanici per non essere malvisti. Tuttavia, la Germania è la locomotiva dell’economia europea. Se, come sta accadendo adesso, rallenta e va in difficoltà, ci sono riflessi negativi per l’intero sistema produttivo europeo. E il nostro, per numerosi aspetti, a cominciare dai forti scambi commerciali con la Germania, è il Paese che più di altri subisce conseguenze negative. In conclusione, non vale affatto l’adagio “mal comune mezzo gaudio”. Anzi…