Il trionfo della disumanità e del fanatismo
Tre dei suoi figli e tre dei suoi nipoti sono stati uccisi in un attacco a Gaza City. Haniyeh non si scompone. Anzi

In un video di ieri si vede il capo politico di Hamas, Ismail Haniyeh, mentre riceve una terribile notizia. Tre dei suoi figli e tre dei suoi nipoti sono stati uccisi in un attacco a Gaza City. Haniyeh non si scompone. Anzi, ringrazia dio «per l’onore che mi ha dato». Poi si congeda con un «adesso andiamo a lavorare». E’ probabile che il leader di Hamas si sia saputo trattenere, anche se, di fronte ad una simile notizia, anche il più duro e cinico dei padri avrebbe fatto fatica a non mostrare un minimo di cedimento. Questo, più di ogni altra cosa, preoccupa. Come sperare nella pace se il cuore di un leader politico è così duro e impenetrabile al dolore più intimo e profondo come quella della perdita di un proprio figlio? La reazione di Haniyeh, però, non è un’espressione di forza e di rigore morale, bensì di un istinto belluino. Feroce. Bestiale. Inumano. Sì, è il trionfo della disumanità e del fanatismo. Un mix funesto foriero di morte e distruzione. Il leader israeliano Netanyahu è quello che è, inutile negarlo, ma ha di fronte, come acerrimi nemici, leader di Hamas che non sono migliori di lui. Anzi.