I nemici della Meloni
Dovrebbe innanzi tutto cominciare a dire che lei e i suoi, e quindi FdI, sono antifascisti oltre che democratici e anticomunisti. Sarebbe il primo passo per chiarire a tutti, militanti ed elettori, che FdI non ha nulla da spartire con il fascismo e peggio ancora con il nazismo e tutto il terribile armamentario ideologico che li accompagna
I peggiori nemici Giorgia Meloni li ha nel suo partito. Di questo ne siamo convinti da sempre. L’ennesima riprova è la gravissima vicenda che vede coinvolti alcuni giovani militanti di Gioventù Nazionale (Gn), il movimento giovanile di Fratelli d’Italia. Una giornalista di Fanpage ha registrato quello che i militanti dicevano in privato. Insulti razzisti e antisemiti, cori «Duce Duce Duce», proclami di adesione al fascismo, espressioni irridenti nei riguardi della senatrice di origine ebraica di Fratelli d’Italia Ester Mieli, e via di questo passo. Espressioni in libertà, sbruffonate, ma di una gravità inaudita. Fratelli d’Italia ha come partito preso le distanze e condannato l’accaduto. Ciò non toglie che la Meloni, per il suo bene, deve fare chiarezza e pulizia all’interno del suo partito. Dovrebbe innanzi tutto cominciare a dire che lei e i suoi, e quindi FdI, sono antifascisti oltre che democratici e anticomunisti. Sarebbe il primo passo per chiarire a tutti, militanti ed elettori, che FdI non ha nulla da spartire con il fascismo e peggio ancora con il nazismo e tutto il terribile armamentario ideologico che li accompagna. Indubbiamente rischia di perdere un bel po’ di voti di nostalgici del tempo che fu, ma ne guadagnerebbe in termini di credibilità politica in Italia e in Europa. Un modo, quindi, per affermarsi, senza dubbi come ora, come leader di una destra democratica, moderna, europea. Conservatrice sì, ma libera dalle scorie di un passato storico e politico a dir poco imbarazzante oltre che inquietante. Ne guadagnerebbe, magari in prospettiva, anche in termini di voti, attirando così un elettorato moderato che con il fascismo non intende averci a che fare neanche lontanamente. Si tratta, tutto sommato, di un ultimo passo. Decisivo ma forse per la Meloni meno complicato di quanto possa oggi immaginare.