I migranti, le nave Ong, l’Europa e il gioco dell’oca
I migranti, le nave Ong, l'Europa e il gioco dell'oca
Dallo scorso mese di ottobre è ripresa la pubblicazione della rubrica Cornetto e Caffè curata dal nostro Direttore. Saranno commentati di volta in volta, in poche righe, temi e fatti di attualità che spazieranno dalla politica all’economia, dalla cultura al costume, dal lavoro alla scuola, dalla società allo sport.
Sul braccio di ferro tra il nostro governo e le navi Ong, arrivate a Catania con centinaia di migranti a bordo, c’è qualcosa che non torna. La nave Humanity1, tanto per capirci, una delle nave Ong, ha sbarcato 144 naufraghi ritenuti “vulnerabili” sul totale dei 179 a bordo. Ora, stando alle disposizione del nostro Ministero dell’Interno, dovrebbe lasciare il porto e tornare al largo con i restanti 35 migranti. Questi i numeri. Nel frattempo, dal 1° novembre sono sbarcate in Italia 2.816 persone, 9 mila da quando si è insediato il governo. Solo il 3 novembre ne sono arrivate 938. Quasi tutti arrivano sulle nostre coste con i barchini o altri mezzi di fortuna, oppure sono raccolti in mare da nostre imbarcazioni. A questo punto è legittimo chiedersi: ma perché il nostro governo si mostra arcigno solo con le nave Ong? Questa degli sbarchi selettivi viene davvero ritenuta una scelta risolutiva? Insomma, il governo avrà tutte le sue ragioni, ma i numeri complessivi degli sbarchi se non gli danno torto quantomeno suggeriscono di riflettere sulla bontà della linea finora adottata. Certo, questo è il solo modo per mettere pressione all’Unione Europea. La redistribuzione solidale per quote dei migranti sbarcati, infatti, resta la soluzione più a portata di mano. E questo sembra essere il vero obiettivo, quantomeno quello più immediato. Il problema è che gli altri paesi europei, chi più e chi meno, fanno orecchie da mercanti. Così si ritorna, come nel gioco dell’oca, sistematicamente alla casella di partenza.