I migranti, i giudici, Salvini e l’eterogenesi dei fini
In breve, l'Egitto non è un paese sicuro, mentre l'Italia lo è per i migranti, clandestini o meno, ma a quanto pare non lo è per i propri cittadini
Il capotreno di un regionale è stato accoltellato nel genovese da due giovanissimi passeggeri sorpresi senza biglietto. Lui, 21 anni, egiziano. Lei, 16 anni, nata in Italia ma di origini sempre egiziane. Sotto choc tutto il mondo delle ferrovie che oggi, per protesta, sciopererà per 8 ore, dalle 9 alle 17. Nelle stesse ore ieri un giudice a Catania ha annullato il trattenimento di un migrante clandestino dichiarando non sicuro l’Egitto, paese di provenienza, contrariamente a quanto stabilito dal Governo recentemente. Il parallelo viene spontaneo. In breve, l’Egitto non è un paese sicuro, mentre l’Italia lo è per i migranti, clandestini o meno, ma a quanto pare non lo è per i propri cittadini. Battute a parte, il ministro Salvini a fine giornata ha sostenuto che «per colpa di alcuni giudici comunisti il Paese insicuro ormai è l’Italia». Piaccia o meno, i giudici stanno facendo campagna elettorale a favore di Salvini. Senza volerlo, ovviamente. Si chiama eterogenesi dei fini.