Gli spioni delle banche dati
Vittime politici, imprenditori e perfino personaggi dello spettacolo. Informazioni sensibili e delicate, forse vendute a organizzazioni criminali e a paesi esteri. Quel che preoccupa è la facilità con cui sono state violate numerose banche dati sia private che pubbliche
Il furto dei dati da parte di una banda di spioni elettronici, emerso dall’indagine della Procura di Milano, è molto preoccupante. Insomma, un’attività di dossieraggio a fini ricattatori o per colpire concorrenti e avversari. Vittime politici, imprenditori e perfino personaggi dello spettacolo. Arrivando fino alle più alte cariche dello Stato, Mattarella compreso. Informazioni sensibili e delicate, forse vendute a organizzazioni criminali e a paesi esteri. Quel che preoccupa è la facilità con cui sono state violate numerose banche dati sia private che pubbliche. Tant’è che questi spioni scoperti dai magistrati milanesi controllavano conti correnti, dichiarazioni fiscali e fedine penali di vip e perfino di fidanzate di ereditieri verso l’altare, ma anche le banche dati dello stesso ministero dell’Interno. E’ evidente che servono misure idonee a garantire la sicurezza delle banche dati. In gioco è finanche la sicurezza dello Stato e la stessa democrazia. L’impressione, però, è che tutti noi, in questo mondo informatico e virtuale, siamo come dei naufraghi in un mare in tempesta. Abbandonati e indifesi.