Giustizia per Saman
Saman aveva 18 anni quando venne soffocata la sera del 30 aprile 2021. La sua colpa era stata quella di non voler sottostare alle imposizioni familiari, voleva vivere in modo diverso, all'occidentale, compiere autonomamente le sue scelte. Questo gli costò la vita

A quasi quattro anni dall’assassinio della diciottenne pachistana Saman Abbas, uccisa a Novellara (Reggio Emilia) il 30 aprile 2021, la Corte di Appello di Bologna ha emesso ieri la sentenza. I giudici hanno confermato la condanna all’ergastolo per i due genitori: il padre Shabbar Abbas e la madre Nazia Shaheen. Carcere a vita anche per i due cugini Nomanhulaq Nomanhulaq e Ikram Ijaz, che nel processo di primo grado erano stati assolti. Rideterminata la pena per lo zio Danish Hasnain, condannato a 22 anni rispetto ai 14 anni del primo grado. La colpa di Saman era stata quella di non voler sottostare alle imposizioni familiari. Voleva vivere in modo diverso, all’occidentale, compiere autonomamente le sue scelte. Questo gli costò la vita. La Procura aveva chiesto cinque ergastoli per tutti i familiari convolti nel delitto. I giudici hanno comunque emesso una sentenza dura ed esemplare, com’era giusto che fosse.