Giovani e lavoro
Più che positivo il trend occupazionale che si registra nel nostro Paese, ma restano delle negatività su cui c'è molto da lavorare

L’Istat annuncia sull’occupazione il nuovo record di 24,3 milioni di lavoratori, mentre la disoccupazione giovanile segna anch’essa un record, scendendo al minimo storico, il 16,9%. Ci sono, però, anche altri dati, ma negativi. Ad esempio, quello dei giovani chiamati NEET. E’ l’acronimo inglese che sta per “Not in Education, Employment or Training”. Indica i giovani che non sono occupati, non studiano e non seguono corsi di formazione. Un dato del 2023 quantifica questi giovani fino a 34 anni in 2,1 milioni, ovvero il 18%. Nel decennio 2013-22, poi, sono 352 mila i giovani italiani compresi tra 25 e 34 anni che hanno trasferito all’estero la residenza. Di questi, più di 132 mila sono laureati. In conclusione, più che positivo il trend occupazionale che si registra nel nostro Paese, ma restano delle negatività su cui c’è molto da lavorare. Un numero così alto di giovani laureati che lasciano l’Italia non può che far riflettere. Qualcosa in più, di sicuro per loro occorrerà fare, non fosse altro per non perdere tanti cervelli. A cominciare, ad esempio, dalla ricerca scientifica, cui destinare molto più risorse di quelle finora assegnate.