Don Milani, Mattarella e il fascismo
Non è mancata una stoccata di Mattarella a quanti hanno impedito, alcuni giorni fa, alla ministra Roccella di parlare al Salone del Libro di

“È stato anzitutto un maestro. Un educatore. Guida per i giovani che sono cresciuti con lui nella scuola popolare di Calenzano prima, e di Barbiana poi… Testimone coerente e scomodo per la comunità civile e per quella religiosa del suo tempo. Battistrada di una cultura che ha combattuto il privilegio e l’emarginazione… Il motore primo delle sue idee di giustizia e di uguaglianza era appunto la scuola. La scuola come leva per contrastare le povertà. Anzi, le povertà”. Sono alcuni dei significativi passaggi dell’intenso discorso pronunciato dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, alla cerimonia celebrativa del centenario della nascita di don Lorenzo Milani, che si è svolta ieri a Barbiana. Non è mancata una stoccata di Mattarella a quanti hanno impedito, alcuni giorni fa, alla ministra Roccella di parlare al Salone del Libro di Torino. “Senza sottrarsi mai al confronto -ha affermato il Capo dello Stato ricordando don Milani e mai citando la ministra- senza pretendere di mettere qualcuno a tacere, tanto meno, vorrei aggiungere, un libro o la sua presentazione”. Un passaggio, quest’ultimo, che molto probabilmente qualcuno a sinistra non avrà gradito. A molti, infatti, torna comodo ricercare il fascismo sempre a destra. Ma così non è. Al contrario, va combattuto ovunque si manifesti. E’ fascismo laddove vi è sopraffazione, violenza anche solo verbale, censura e negazione del diritto di espressione, rifiuto del dialogo e del confronto… Fascismo è qualsiasi forma di superiorità antropologica e dell’assoluto o comunque scarso rispetto della dignità della persona. Di qualsiasi persona.