Da questo mese riprende la pubblicazione della rubrica Cornetto e Caffè curata dal nostro Direttore. Saranno commentati di volta in volta, in poche righe, temi e fatti di attualità che spazieranno dalla politica all’economia, dalla cultura al costume, dal lavoro alla scuola, dalla società allo sport.
Le sbruffonate di Berlusconi su Putin e la guerra in Ucraina hanno provocato uno sconquasso. Tra le vittime più illustri il coordinatore nazionale del suo partito, Antonio Tajani. In precedenza, era stato indicato dallo stesso leader azzurro come futuro ministro degli Esteri, nonché vice della Meloni. Ora la sua nomina è in discussione. Non lo è certo la persona e il politico Tajani. Apprezzato in Italia e all’estero per l’equilibrio e la cristallina fede atlantista ed europeista. Le opposizioni, infatti, chiedono semplicemente che il ministero degli Esteri, in un momento così delicato, non sia assegnato al partito di Berlusconi dopo le sue discutibili e sconvenienti dichiarazioni sull’invasione russa dell’Ucraina. Nel frattempo ieri, a Bruxelles, Tajani ha avuto il sostegno del Partito Popolare Europeo, di cui è vicepresidente. In conclusione, Tajani nel suo Paese è sotto attacco grazie a Berlusconi, ma riceve l’incoraggiamento e l’appoggio in sede europea. Dalla presidente della Commissione europea Von der Leyen al presidente del Ppe Weber. Dalla presidente del Parlamento europeo Metsola al premier greco Mitsotakis. E ancora dal premier croato Plencovic all’ex presidente del Consiglio europeo il polacco Tusk. Insomma, nemo propheta in patria. In questo caso, però, grazie a Berlusconi.