Trotula De Ruggiero nasce a Salerno intorno al 1053, dove vive per tutta la vita. Provenendo da una ricca famiglia salernitana, ha avuto la possibilità di studiare ed emanciparsi pe poi specializzarsi in medicina, proprio presso la Scuola Medica Salernitana.
La sua innata intelligenza e le sue innate capacità fecero sì che divenne in breve tempo insegnante della scuola stessa. Sposa un medico da quale ha avuto due figli certi (forse 3), entrambi medici, e l’intera famiglia collaborò alla stesura del manuale di medicina Pratica Brevis. Divenne famosa in tutta Europa e molti medici si recavano a Salerno per confrontarsi con lei, venne infatti appellata Magista Mulier Sapiens e le sue opere divennero largamente note. Le sue lezioni furono incluse nel De Agritudinum Curatione, una raccolta degli insegnamenti di sette grandi maestri dell’università.
Ebbe idee innovative per l’epoca considerando la prevenzione l’aspetto principale della medicina, sottolineando l’importanza dell’igiene, dell’alimentazione equilibrata e dell’attività fisica. In caso di malattia i trattamenti proposti erano delicati come bagni e massaggi, in netto contrasto con la pratica dei tempi. I suoi consigli erano di facile applicazione e accessibilità anche alle persone meno ambienti. Fu autrice di due saggi: il De passionibus Mulierum Curandarum (sulle malattie delle donne), noto come Trotula Major, e De Ornatu Mulierum (suoi cosmetici), riguardante le malattie della pelle e la loro cura, noto come Trotula Minor. Il primo saggio tratta di studi legati alla ginecologia, all’ostetricia e alla pediatria.
È stata la prima a descrivere i metodi per il controllo delle nascite, i trattamenti per l’irregolarità del ciclo mestruale, a classificare le patologie ginecologiche in relazione anche alla conformazione fisica della donna, ad individuare le posizioni assunte dal feto nell’utero. Parla del corpo della donna come di una cosa bella senza considerarla peccaminosa o impura, le mestruazioni non sono il segno del peccato originale, ma qualcosa di naturale di cui non ci si deve vergognare.
Tratterà anche delle ragioni della sterilità e sarà la prima ad affermare che queste possono dipendere sia dall’uomo che dalla donna, liberando, in parte, le donne dall’ingiusta stigmate che era stata loro conferita. Nel secondo saggio tratta nozioni riguardanti la cosmesi e l’igiene, con ricette che riguardano la pelle, i capelli, l’alito e le mani. Il saggio è il frutto di una minuziosa analisi di 96 piante, da cui creò 20 preparati di origine animale, 17 preparati di origine minerale, e 6 preparati misti, per un totale di 68 ricette in grado di ottenere altrettanti rimedi a scopo medico e cosmetico.
A lei si deve anche l’invenzione del detergente intimo, infatti, scoprendo il potere antibatterico dei petali di rosa, crea la perfetta ricetta di oli ed essenze. Il sapone così creato, unito a lavande con bicarbonato, risolveva numerosi problemi femminili aumentando la carica antibatterica. Trotula aveva una visione olistica della medicina per cui il benessere fisico deve essere accompagnato da quello psichico. Le sue opere però furono vittime di quella cultura oscurantista che perseguitò molte autrici femminili.
I suoi scritti vennero così attribuiti ad autori di sesso maschile variando da un anonimo, al marito, ad un misterioso medico Trottus. La dignità alla sua figura fu ridata da storici italiani dell’Ottocento che portarono alla luce il grande lavoro delle Mulieres Salernitane, tra cui Trotula.
Trotula, vissuta circa mille anni fa, è sicuramente una pioniera nell’insegnare alle donne un rapporto armonioso con il proprio corpo trasmettendo un concetto di salute e di benessere in chiave olistico.