Le targhe delle autovetture, da quando sono state modificate in applicazione della normativa dell’U.E., sono diventate un rebus per gli automobilisti.
Come è noto, la targa è lo strumento con cui vengono identificati i singoli veicoli che circolano sulle strade di ogni Paese.
Precedentemente le targhe erano molto più semplici, erano formate dalla sigla della provincia di residenza del proprietario della vettura seguita da un codice numerico progressivo: la targa SA-67121 significava che nella provincia di Salerno erano state immatricolate 67121 autovetture dall’inizio della targazione.
La modifica è avvenuta dal 2 marzo 1994 al 12 settembre 1999; l’aspetto esterno rimase quasi lo stesso ma la targa posteriore diventò di un solo pezzo e si modificò il sistema di numerazione: sparì la sigla della provincia e la targa si trasformò in una combinazione di sette caratteri alfanumerici composti da due lettere, tre numeri e due lettere: AA.000.AA.
Però tra le lettere non troveremo mai I, O, Q e U in quanto potrebbero essere confuse con i numeri. Il regolamento include anche la lettera U, non se ne comprende il motivo.
Il tutto è assegnato in maniera più o meno progressiva, tanto che dalla targa si potrebbe anche risalire all’anno di immatricolazione del veicolo.
Nel tempo le nuove targhe sono state allineate in una sequenza orizzontale.
Le combinazioni possibili sono oltre 234.milioni, possono essere usate per oltre 80 anni, fino al 2104, prima di trovare un nuovo formato.
Trattandosi di un elemento comune, tanto che ogni giorno vediamo centinaia di combinazioni differenti, è opportuno conoscere cosa determina la sequenza di numeri e lettere, e i criteri di assegnazione.
Abbiamo detto cha la prima targa alfanumerica è AA.000.AA, dopodiché si comincia a modificare i numeri. Le successive sono quindi: AA.001.AA, AA.002.AA e così via.
Arrivati alla AA 999 AA, si procede col modificare l’ultima lettera, AA.000.AB, e così via fino ad arrivare alla AA 999 AZ, a cui segue la AA.000.BA e così fino alla AA.999.ZZ.
A questo punto si cambia ancora, modificando anche la seconda lettera: AB.000.AA, e solo quando si arriva alla AZ.999 .ZZ viene modificata anche la prima lettera arrivando così alla BA.000.AA.
Alla luce di tutto ciò, non è possibile risalire ad alcune informazioni essenziali come ad esempio la provincia e la data di immatricolazione, in quanto non esistono elementi identificativi, così come è difficile risalire anche all’anno di immatricolazione non essendo stato seguito, nel corso degli anni, un rigido criterio cronologico.
Questo perché, per quanto è vero che l’assegnazione delle targhe è progressiva, va considerato che esse vengono assegnate in blocco (per multipli di mille) agli uffici della Motorizzazione delle province e solo in un secondo momento vengono montate sui singoli veicoli.
Tuttavia vi sono elementi utili per risalire all’anno di immatricolazione in base alle prime due lettere.
Anno | Prime due lettere |
1999 | BB, BC, BD, BE, BF, BG, BH |
2000 | BG, BH, BJ, BK, BL, BM, BN, BP, BR |
2001 | BK, BL, BP, BR, BS, BT, BV, BW, BX, BY |
2002 | BX, BY, BZ, CA, CB, CC, CD, CE |
2003 | CE, CF, CG, CH, CJ, CK, CL |
2004 | CJ, CK, CL, CM, CN, CP, CR |
2005 | CR, CS, CT, CV, CW, CX, CY |
2006 | CZ, DA, DB, DC, DD, DE, DF |
2007 | DD, DE, DF, DG, DH, DJ, DK, DL, DM |
2008 | DM, DN, DP, DR, DS, DT |
2009 | DS, DT, DV, DW, DX, DY, DZ, EA |
2010 | EA, EB, EC, ED, EF |
2011 | EF, EG, EH, EJ, EK |
2012 | EK, EL, EM, EN, EP |
2013 | EP, ER, ES, ET |
2014 | ET, EV, EW, EX, EY |
2015 | ET, EV, EW, EX, EY, EZ, FA |
2016 | FB, FC, FD, FE, FF, FG |
2017 | FH, FJ, FK, FL, FM |
2018 | FN, FP, FR, FS, FT |
2019 | FT, FV, FW, FX, FY, FZ |
2020 | GA, GB, GC, GD |
2021 | GD, GE, GF, GG, GH, GJ |
2022 | GH, GJ, GK, GL |
2023 | GK, GL, GM, GN, GP, GR |
2024 | GS, GT, GV |
Talché una targa le cui prime due lettere sono, ad esempio, CF, indica che l’anno di immatricolazione della vettura è il 2003.
Nei primi anni sulle nuove targhe compariva, a destra, anche la sigla della provincia, poi abolita.
Però, se un automobilista ha necessità di conoscere l’intestatario di una vettura, può fare una visura recandosi a uno sportello ACI, o collegandosi al sito dell’ente: il costo è di 6.euro per ogni nominativo richiesto e per ogni visura; per chi volesse una visura nominativa storica il costo è di 25,63 euro; con questo strumento è semplice risalire all’esatta provincia di immatricolazione del veicolo, alla data e al proprietario.
Ovviamente tutto ciò non vale per le forze di polizia, che in qualsiasi momento possono collegarsi alla banca dati della Direzione Generale della Motorizzazione, contenente l’Archivio nazionale dei veicoli e l’Anagrafe nazionale degli abilitati alla guida.
Sperando di essere stati utili ai lettori, rinviamo ad altra occasione l’argomento delle targhe personalizzate, tanto in voga in altri paesi.