Sconsigliato ai deboli di stomaco
Oggi vogliamo mantenerci sul leggero, e, per divagarci un po’, trattiamo un argomento orripilante, storie di cannibalismo.
Sembra che questa usanza non sia scomparsa, e ci siano dei fans di questa pratica truculenta, che la esercitano da protagonisti sia come carnefici che come vittime.
Qualche decennio addietro, esattamente nel 1991, venne girato uno strano film, dal titolo “Delicatessen”, una commedia grottesca con la regia di Jean-Pierre Jeunet, Marc Caro, su soggetto dei due registi coadiuvati dallo sceneggiatore Gilles Adrien.
Il film racconta che in una Francia post-apocalittica di un’epoca imprecisata, i viveri scarseggiavano, e la ricerca di carne per sfamarsi era parossistica, tanto che Mr. Clepet, proprietario della macelleria “Delicatessen”, che era al piano terra di un miserabile fabbricato, offriva ospitalità e posti di lavoro per attirare e ammazzare i poveri affittuari i cui corpi venivano poi macellati e venduti nel suo negozio: delicatezze, appunto.
Il film ebbe un certo successo e numerosi riconoscimenti come opera prima, la sceneggiatura e il montaggio.
Comunque era una divagazione, una specie di metafora della miseria e di come vincerla, giungendo fino ad azioni estreme.
Ma l’argomento che ci riporta al titolo non è nulla di tutto ciò perché parliamo di una realtà vissuta da protagonisti viventi che affrontano l’antropofagia in modo cosciente, sia attivamente, nel senso di cibarsi di carne umana, sia in maniera passiva, nel senso di essere disponibili ad essere ammazzati, macellati e mangiati da altri.
Nell’antichità l’abitudine di cibarsi della carne dell’avversario sconfitto era legata alla credenza che si acquistassero le virtù del morto, e questa credenza persiste anche adesso nelle tribù che ancora praticano il cannibalismo.
Ma nel nostro caso, sebbene parliamo di una umanità marginale, non dobbiamo dimenticare che esiste il sadismo e il masochismo, fenomeni all’interno dei quali si potrebbero incasellare i casi di cui trattiamo, che possono essere reperiti anche nella parte oscura e difficilmente raggiungibile del web chiamata “deep web” (ne abbiamo parlato qualche anno fa: vedi al link https://www.ulisseonline.it/controluce/le-storiacce-abusi-e-torture-a-morte-di-bambini/), la quale ogni giorno ospita decine, se non centinaia di forum sui quali le persone danno sfogo alle più perverse fantasie e le condividono con altri: fotografie e esperienze di stupri, infanticidi, torture, mutilazioni e persino cannibalismo sono all’ordine del giorno e sembra queste pagine abbiano tanti followers da far venire i brividi.
Ma prima di andare oltre avvertiamo i lettori suggestionabili di non proseguire.
Armin Meiwess
Prendiamo, ad esempio, il caso di Armin Meiwes, una storia di cannibalismo consenziente.
È un caso incredibile perché è passato alla storia come l’unico caso documentato di cannibalismo consenziente da parte della vittima.
Tutto iniziò con un annuncio pubblicato su internet da Armin Meiwes: “Cerco un giovane ragazzo, ben fatto, tra i 18 e i 30 anni, che voglia farsi macellare”, firmato Der Metzgermeister (padrone o maestro macellaio).
Molti furono gli uomini che risposero a questo annuncio e uno di questi, tale Borg Jose, arrivò quasi ad essere la prima vittima di Meiwes.
I due si incontrarono; Jose raggiunse Meiwes a casa sua; fecero sesso, poi si apprestarono alla macellazione.
Ma, mentre era sdraiato sul tavolo in attesa di essere macellato, Jose lamentò di non stare bene e chiese di essere liberato. Meiwes lo liberò.
Armin Meiwess e Bernd-Juergen Brandes
Armin Meiwes Il 10 marzo del 2001 uccise e mangiò l’ingegnere berlinese Bernd-Juergen Brandes, conosciuto in internet, nella sua casa a Rotenburg: l’uomo era consapevole di ciò che l’attendeva e aveva dato il suo consenso.
Tutto è stato documentato con un video, realizzato dallo stesso cannibale, della durata di quattro ore.
La notte stessa dell’arrivo del suo ospite di 37 anni, Meiwes, di un anno più anziano, lo uccise con un coltello da cucina dopo averlo semi-anestetizzato con alcool e sonniferi.
Ma prima, quando era ancora in vita ma semicosciente, lo aveva evirato e avevano mangiato insieme (secondo le immagini dei filmati) gli organi genitali dopo averli cucinati.
Dieci ore dopo, quando la vittima aveva perso conoscenza per la forte perdita di sangue, gli tagliò la gola e lo fece a pezzi; quindi mise le parti del corpo sezionate in buste di plastica e le surgelò.
Col tempo le mangiò pezzo dopo pezzo.
Il cannibale testimoniò: «Ogni volta che mangiavo un pezzo di carne mi ricordavo di lui. È stato come fare la comunione».
Davanti alle telecamere il cannibale raccontò che in quel momento ebbe «una sensazione strana», perché attendeva «da 30 anni quel momento». Durante il delitto Meiwes disse di avere provato al contempo odio, rabbia e felicità.
«Lo squartamento del corpo mi ha divertito, il momento dell’uccisione è stato terribile. La carne umana ha lo stesso sapore di quella di maiale, è solo leggermente più amara, ma più sostanziosa. È buona davvero!».
Dinnanzi alle telecamere spiegò di non provare alcun tipo di rimorso: «È una bella sensazione sapere che adesso lui è diventato parte di me».
Il cannibale ricorda di aver amato molto da bambino la favola di “Hansel e Gretel” che gli leggeva la madre trovando particolarmente “interessante quando Hansel deve essere mangiato”: «Voi non immaginate nemmeno quanti Hansel si aggirano su internet».
A suo dire, in Germania ci sarebbero oltre 10mila tra cannibali e potenziali vittime che cercano di mettersi in contatto tra loro via internet.
Dal suo punto di vista il cannibale di Rotenburg si considerava «una persona servizievole, sempre disposto ad aiutare chiunque», ma ammetteva tuttavia che gli altri lo potessero vedere come «qualcosa di mostruoso», poiché «solo in linea di principio sono una persona normale».
Veramente orripilante.
Al cannibale di Rotenburg la polizia giunse dopo una segnalazione di uno studente di Innsbruck che si era imbattuto su Internet in un annuncio per la ricerca di vittime.
In una perquisizione nel dicembre 2002 nella sua cadente residenza di campagna vennero trovate quattro buste nel congelatore con carne umana e una buca con delle ossa e un teschio nel giardino. Secondo gli inquirenti, l’imputato aveva mangiato almeno venti chili di carne umana.
Il 10 maggio 2006 il processo a Arwin Meiwes si concluse con una condanna all’ergastolo da parte del tribunale di Francoforte.
Al momento Meiwes è rinchiuso in carcere; lavora nella biblioteca dell’istituto penitenziario e pare sia diventato vegetariano.