scritto da Nino Maiorino - 21 Luglio 2021 11:37

Storiacce, lo squartatore di Hollywood

Per amanti del genere, questa è proprio una primizia, fresca di giornata.

Parliamo di Michael Gargiulo, soprannominato lo “squartatore di Hollywood”, che è stato appena condannato a morte dal Giudice Larry Fidler del Tribunale di Los Angeles per aver ammazzato due ragazze, una nel 2001, la ventiduenne Ashley Ellerin con 47 coltellate mentre si stava preparando per uscire con l’attore Ashton Kutcher.

Il soprannome di “squartatore di Hollywood” Gargiulo se l’è guadagnato per la sua ferocia (ad una vittima tagliò addirittura i seni per estrarre le protesi della chirurgia plastica) e per questo gli investigatori, pur senza prove dirette, sospettano che il serial killer sia responsabile anche di altri omicidi: lui stesso nel penitenziario della contea di Los Angeles, un giorno disse, senza sapere di essere intercettato, che «il fatto che per dieci donne uccise in California siano state trovate tracce del mio Dna non significa che le abbia uccise tutte io», facendo intendere che probabilmente con qualcuna di esse egli non c’entrasse nulla, ma vantandosi di aver avuto “altre” esperienze.

La seconda vittima, ammazzata con 17 coltellate nel 2005, fu la trentaduenne Maria Bruno: era madre di quattro bambini, e il killer, dopo averla uccisa, le tagliò i seni per rimuovere le protesi; quindi assassino e sadico.
La terza vittima designata, Michelle Murphy, si salvò nel 2008; a Santa Monica il Gargiulo penetrò nella sua casa di notte, ma la donna reagì violentemente e lo costrinse a scappare, e instradò gli investigatori che collegarono il Gargiulo ai due delitti precedenti e lo incastrarono.

Ora Gargiulo verrà probabilmente estradato in Illinois, dove è accusato di aver ucciso un’altra ragazza nel 1993, la 18.enne Tricia Pacaccio.
Ma non è certo che la Pacaccio sia stata la prima vittima, perché si sospetta che Gargiulo abbia soppresso precedentemente altre persone.
La condanna a morte non sarà eseguita, perché lo Stato della California ha interrotto le esecuzioni sin dal 2006 e l’attuale Governatore, Gavin Newsom, ha deciso di rendere permanente tale interruzione.

“Il Gargiulo, da qualsiasi parte sia andato, è stato seguito da morte e distruzione” ha detto il Giudice Fidler durante la lettura della sentenza.
Ma anche la tanto decantata efficienza della giustizia americana ha qualche pecca, perché lo “squartatore di Hollywood” poteva essere fermato già molti anni prima, fin dall’epoca dell’assassinio a Glenview, nell’Illinois, poco distante da Chicago, della prima vittima, proprio la diciottenne Tricia Procaccio, assassinata dal Gargiulo sulle scale di casa a poca distanza dall’abitazione dell’assassino; il Gargiulo venne subito sospettato, ma mai incriminato, nonostante fosse risulto collegato a quel delitto grazie al test del DNA eseguito nel 2003.

Il Gargiulo risulta un criminale astuto e previdente, ha sempre bene occultato, le prove dei suoi crimini, nemmeno i coltelli con i quali ha assassinato le sue vittime sono stati mai trovati dagli investigatori, e questo ha fatto slittare il processo fino al 2019.
Ma pure se non verrà mai giustiziato, certamente passerà la sua vita in carcere, anche perché, frattanto, pure scontando la sua pena in California, verrà temporaneamente estradato in Illinois dove sarà processato per l’assassinio del 1993 della 18.enne Tricia Pacaccio: rischia da un minimo di 25 anni all’ergastolo, e con i precedenti che ha è difficile che non abbia la massima condanna.

Nota del redattore del testo.

In alcune precedenti occasioni ho avuto la possibilità di esprimere la mia opinione personale in merito agli esecutori di delitti tanto efferati, tutti premeditati, e sono dell’avviso che questi criminali vadano giustiziati.
In Italia, purtroppo, il buonismo imperante, si appella alla norma della Carta Costituzionale, la quale, all’art. 27, prevede che “le pene devono tendere alla rieducazione del condannato”.

Non esistono statistiche in materia, su nessun sito ufficiale del Governo o del DAP risultano quanti assassini si siano “rieducati” nell’ultimo decennio.
Ma un cittadino normale si pone il quesito di quale rieducazione possano fare criminali di tal genere.

Comprendo che un assassino che abbia compiuto un delitto d’impeto possa rendersi conto dell’errore commesso e, in questo caso, la sua detenzione possa effettivamente rieducarlo; ma non credo che assassini seriali, che abbiano compiuto delitti premeditati ed efferati, possano rieducarsi.

La nostra Carta Costituzionale è stata scritta da insigni studiosi, ma venne condizionata dal precedente regime che aveva distrutto lo Stato di diritto, e fu anche condizionata dalla tragedia del conflitto mondiale; ma dopo 73 anni una rivisitazione andrebbe rifatta, occorrerebbero però la volontà politica e soprattutto la competenza di metterci mano.

Classe 1941 – Diploma di Ragioniere e perito commerciale – Dirigente bancario – Appassionato di giornalismo fin dall’adolescenza, ha scritto per diverse testate locali, prima per il “Risorgimento Nocerino” fondato da Giovanni Zoppi, dove scrive ancora oggi, sia pure saltuariamente, e “Il Monitore” di Nocera Inferiore. Trasferitosi a Cava dopo il terremoto del 1980, ha collaborato per anni con “Il Castello” fondato dall’avv. Apicella, con “Confronto” fondato da Pasquale Petrillo e, da anni, con “Ulisse online”.

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