scritto da Nino Maiorino - 27 Ottobre 2023 07:01

Storiacce, gli orrori della famiglia Mauerova

La mamma cannibale di Kuřim che mangiò i propri figli

Recentemente ci siamo occupati di cannibalismo (vedi Ulisse 2.10.2023 – https://www.ulisseonline.it/controluce/storiacce-storie-di-cannibalismo/ ) raccontando un episodio di cannibalismo consenziente, nel senso che due persone, il richiedente e l’aderente, in maniera molto semplice avevano concordato che la vittima aveva accettato che l’altro lo ammazzasse e lo mangiasse.

Nulla di strano (sic) il cannibalismo consenziente, negozio riuscito, il cannibale aveva avuto la sua soddisfazione, il cannibalizzato pure: se non fosse stato per l’orrore di quell’episodio, e se il cannibale non avesse commesso una imprudenza, pubblicando sul web una ulteriore analoga richiesta, probabilmente il fatto non avrebbe avuto nemmeno l’onore delle cronache.

L’ultima cosa che ci colpì è che il cannibale assassino, che sta scontando l’ergastolo in carcere, sembra sia diventato vegetariano (sic).

Ma ora ci occupiamo di un caso veramente orripilante, la storia di una donna che, aiutata dalla famiglia e da amici e collaboratori vari, torturò e mangio ì suoi figli, e addirittura costrinse i bambini a diventare cannibali, facendo loro trangugiare la carne del fratello.

Tutti sappiamo che la cosa migliore che un bambino può ottenere è l’affetto di sua madre, non c’è nulla di più insostituibile della sensazione di sicurezza e di protezione che si prova fra le sue braccia.

Ma non tutti i bambini possono contare su questa protezione e i numerosi episodi che negli ultimi anni vengono alla ribalta delle cronache lo confermano; fortunatamente alcuni di essi vengono risolti subito, quando le circostanze consentono di far ravvedere le madri che, per svariati motivi, avevano pensato di sbarazzarsi dei neonati, e poi hanno cambiato idea.

Ma non è questo il caso: la crudele storia che stiamo raccontando è avvenuta nella Repubblica Ceca, e ha avuto come protagonista Klara Mauerova, madre di due bambini Ondrej (che allora aveva 8 anni) e il fratello Jakob (allora aveva 10 anni) i quali dieci anni fa subirono le atrocità che raccontiamo.

Avvertiamo i lettori che i contenuti della storia potrebbero turbare la loro sensibilità, per tale motivo li invitiamo a evitare di proseguire nella lettura se sono particolarmente emotivi.

Klara Mareuova è nata a Kurim, in Cecoslovacchia, nel 1975, e fin dalla tenera età aveva inclinazioni mistiche causate dalla schizofrenia di cui soffriva: diceva che era stato concepita per una missione assegnatale da Dio .

Sua sorella Katherina aveva idee simili. Entrambe avevano frequentato l’università, ma Klara fu la prima a lasciare casa, raggiungendo un uomo più grande di lei dal quale ebbe i figli, Jakub e Ondrej.

Anni dopo suo marito l’avrebbe abbandonata a causa della violenza familiare dovuta al carattere della moglie.

La solitudine che Klara iniziò a provare la spinse a invitare sua sorella Katherina a vivere con lei e i suoi due figli nella casa lascata dai genitori defunti.

Anche Katerina soffriva di gravi disturbi psichici: violenti scatti d’ira e deliri pseudo religiosi erano all’ordine del giorno.

I suoi scompensi furono il motivo per cui, in seguito, vennero accolte in casa persone con altre deformazioni psichiche e, soprattutto, con forti tendenze violente.

Fra gli occupanti fissi della casa c’era anche Barbora, un’amica che aiutava coi servizi di casa e le spese. Ora la famiglia Mauerova era al completo e stava per dar vita a uno degli incubi peggiori del nostro secolo.

Barbora Skarlova, era stata conosciuta da Klara mentre studiava pedagogia all’università.

Erano diventate amiche; la Barbora le assicurava che era scappata da un centro minorile a causa degli abusi e che non aveva nessun posto dove andare, così Klara decise di portarla a casa sua a Kuřim, 200 km a sud-ovest di Praga, perchè la aiutasse nel servizi domestici e contribuisse alle spese.

Barbora Skrlová soffriva di ipopituitarismo, un disturbo che ritardava la sua crescita fisica, facendola sembrare una bambina di 12-13 anni quando in realtà aveva ne aveva 32.

Barbora si rese conto fin da giovanissima della malattia che l’aveva colpita e non esitò a sfruttarla a suo vantaggio. Per quasi tutta la sua vita adulta si è atteggiata a bambina, inducendo con l’inganno decine di persone ad adottarla e manipolava le autorità per evitare di essere perseguita per i suoi delitti.

Ora la famiglia Mauerova era al completo e stava per dar vita a uno degli incubi peggiori del nostro secolo.

Barbora Skrlovà aveva una forte influenza su entrambe le sorelle, ma su Klara aveva una presa particolare.

Nonostante i problemi di salute di Barbora -problemi psichici, in primis, ma anche una particolare malformazione che la rendeva fisicamente e mentalmente uguale a una bambina – era la più forte del gruppo e forse fu proprio la sua forte influenza a generare il disastro.

Altra immagine di Barbora

Barbora era estremamente invidiosa di Klara perché aveva i due bambini, mentre lei, per colpa della sua malattia, non avrebbe mai potuto averne.

Inizialmente Barbora si autopuniva, andando in bagno e procurandosi ferite ai seni e ai genitali, ma poi pensò bene di far punire i due bambini, che le procuravano tanto odio.

Barbora iniziò ad arrabbiarsi per il fatto che Klara prestasse così tanta attenzione ai suoi figli, così iniziò a influire su di lei mettendo nei guai Jakub e Ondrej.

Convinse Klara che i bambini portavano in sé non solo il corredo genetico del padre, ma anche la sua cattiveria.

Per questo motivo era necessario punirli bambini per le colpe che in passato aveva commesso il padre.

Non avrebbe potuto sperare in un risultato migliore: l’intera famiglia Mauerova iniziò ad accanirsi contro i due bambini.

Suscitò la rabbia di Klara verso i suoi due figli, incoraggiò Klara e Katherina ad unirsi ad una setta religiosa il cui leader, noto come “Il Dottore”, comunicava con i suoi seguaci tramite SMS e raccomandava loro di praticare il cannibalismo, la promiscuità sessuale e l’incesto.

Dopo essersi unita alla setta, Barbora convinse le sorelle Mauerova a mettere i due figli di Klara in una gabbia nel seminterrato e inizio così il loro calvario.

I due bambini venivano torturati: imbavagliati, frustati con cinture, le aguzzine tentavano di affogarli, spegnevano sulloro gambe le sigarette, venivano lasciati nudi a dormire nelle loro feci, venivano svegliati con secchi di acqua fredda.

Poi la Barbora decise di dar loro da mangiare abbondantemente per farli ingrassare e praticare su di loro il cannibalismo.

Dalle testimonianze emerse che Klara aveva utilizzato pezzi di pelle prelevatai dal corpo del figlio Ondrej per commettere cannibalismo.

Dapprima fu solo Klara a prendere i bambini, portarli in cantina e frustarli ripetutamente.

Ma quando la sorella Katerina la vide, invece di fermarla, suggerì di dosare le torture nel tempo, lasciando ai bambini il tempo necessario per riprendersi e poi essere torturati di nuovo.

I due bambini subirono di tutto: teste immerse nell’acqua, frustate e abusi sessuali: tutto per punire il padre fedifrago; ma stavano sottomessi e subivano in silenzio ogni cosa, perché credevano che la mamma lo facesse per il loro bene.

Fu a quel punto che si risvegliarono le manie pseudo-religiose di Katerina ed entrò a far parte dell’orrenda famiglia Mauerova un altro soggetto pericoloso: Jan Turek.

Jan, come Katerina, era legato alla setta religiosa detta “Il movimento del Graal”, dove si praticavano torture e sacrifici umani, oltre ad abusi sessuali anche sui minori.

Jan Turek, che sembra fosse diventato il fidanzato di Klara, convinse tutti che i bambini non andavano puniti per le colpe del padre, ma solo da quelle commesse da loro stessi; ma non dovevano essere puniti per le colpe presenti, quanto per quelle future: un giorno si sarebbero ubriacati, avrebbero marinato la scuola, rubato qualcosa, e per questo andavano puniti preventivamente, per impedirlo.

Le torture su Ondrej e Jakub divennero più terribili e meticolose.

La madre arrivò al punto di scarnificarli da vivi senza nessuna sostanza che alleviasse il dolore, e mangiarne i brani di carne insieme agli altri componenti della famiglia.

Gli stessi bambini, che vivevano nudi, in gabbie, circondati dal loro sterco, erano costretti a mangiare pezzi di carne provenienti dal fra tellino o da loro stessi.

La tortura dei ragazzi Ondrej e Jakub continuò per un intero anno.

Per godersi meglio lo spettacolo, era stato installato un baby monitor che permetteva di vedere i bambini torturati anche a chi stava nell’altra stanza. Ma questo si rivelò un errore.

I torturatori non sapevano che un loro vicino di casa aveva installato a sua volta un baby monitor per controllare il suo bambino che dormiva nell’altra stanza.

In una notte di maggio, nel 2007, il baby monitor del vicino intercettò le immagini di Ondrej disteso a terra in una pozza di sangue che veniva seviziato e mangiato vivo dalla madre. Il vicino di casa, orripilato e allarmato per quanto aveva visto, chiamò immediatamente la polizia, che finalmente bloccò gli orrori della famiglia Mauerova.

Barbora finse di chiamarsi Anika, di avere 12 anni, e riuscì a scappare.

Vennero arrestati tutti, i due ragazzi vennero immediatamente portati al pronto soccorso, e dopo essersi ripresi fornirono una testimonianza fondamentale delle torture subite.

Le sorelle incolparono Barbora, della quale si erano perse le tracce.

Sulla sorte dei due ragazzi vi sono versioni contrastanti; c’è chi sostiene che solo uno dei due siopravvisse, altri sostengono che entrambi siano vivi, furono adottati e cambiarono nome.

Ma quale che sia stata la loro sorte, certamente il loro passato li ha marchiati a vita.

Le persone accusate di abusi sui minori e processate erano Klara Mauerova, Katherina Mauerova, Barbora Skrlova, Jan Skarla e Jan Turek.

Klara venne condannata a 9 anni, sua sorella Katerina a 10 anni, il resto delle persone coinvolte tra i cinque ei sette anni.

Barbora, poi rintracciata, fu condannata a 5 anni di prigione. Nel 2011 presentò ricorso e venne rilasciata.

La Barbora sembra che sia finita in un orfanotrofio accolta come una bambina sola.

Classe 1941 – Diploma di Ragioniere e perito commerciale – Dirigente bancario – Appassionato di giornalismo fin dall’adolescenza, ha scritto per diverse testate locali, prima per il “Risorgimento Nocerino” fondato da Giovanni Zoppi, dove scrive ancora oggi, sia pure saltuariamente, e “Il Monitore” di Nocera Inferiore. Trasferitosi a Cava dopo il terremoto del 1980, ha collaborato per anni con “Il Castello” fondato dall’avv. Apicella, con “Confronto” fondato da Pasquale Petrillo e, da anni, con “Ulisse online”.

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