scritto da Nino Maiorino - 03 Aprile 2018 15:38

Stazione spaziale cinese… dove avremmo voluto che cadesse?

Meno male che talvolta esorcizziamo le paure e le preoccupazioni con ironia; non che questo avvenga spesso, non siamo il popolo adatto, non abbiamo il carattere idoneo, non abbiamo la freddezza anglosassone, siamo piuttosto sanguigni e passionali , anzi eccessivamente direi.

Però in talune occasioni riusciamo a spargere intorno pillole di bella ironia e di ciò ci complimentiamo con noi stessi. Come nel caso della stazione spaziale cinese Tiangong-1 della quale  sembra si sia perso il controllo ed è precipitata nella atmosfera terrestre disintegrandosi nell’impatto, ma non al punto di autodistruggersi totalmente tant’è che i residui sono precipitati sulla terra e fortunatamente sono finiti nelle acque dell’ oceano Pacifico; ma potevano anche finire su qualche zona non oceanica, magari abitata, magari sull’ Italia, e avremmo potuto anche trovarceli nel nostro giardino o sul nostro terrazzo e magari avrebbe pure potuto capitare che vi fossero cascati sulla capoccia: le preoccupazioni c’erano ma in questa occasione invece di recriminare con il solito “piove, governo ladro” ce la siamo presa filosoficamente e ci siamo sbizzarriti in battute e freddure degne, è il caso di dirlo, del più bell’ “aplomb” anglosassone, come, ad esempio, queste che abbiamo ricavato in giro.

Si consiglia di non stare all’aria aperta nelle ore in cui è prevista la caduta e, possibilmente, di non chiedere ad alta voce se esiste una colazione che coniughi leggerezza e golosità.

Il riferimento all’abilità dei cinesi di clonare tutto: “Se l’avessero comprata originale non sarebbe precipitata”, ha twittato I.M..

Inevitabile il riferimento alle buche romane: “Alla Raggi è andata male, altrimenti avrebbe potuto dire che le buche delle strade erano colpa, oltre che di Marino, pure dei cinesi”. Oppure: “Pare che la stazione spaziale cinese per non dare troppo nell’occhio stia facendo rotta su Roma: nessuno farà caso a una buca in più o qualche pezzo di latta per strada”.

E pure la politica ci si è buttata su.

Berlusconi ha auspicato che cadesse su un qualsiasi tribunale; Salvini, all’uopo interpellato,  ha detto che la stazione spaziale cinese bisogna aiutarla nello spazio suo; Africa possibilmente centrale. E Gigino Di Maio ha auspicato che cada su una città del Portogallo tipo Madrid, dimostrando ancora una volta quanto sia ferrato pure in Geografia. E Renzi auspica che la sonda caschi su chi non l’ha votato e il M5Stelle chiude promettendo di restituire metà della stazione spaziale cinese qualora cadesse in Italia.

E c’è poi l’ironia dei “poveri cristi”, tipo “Stai a vedere che con la sfiga che ho la Stazione Spaziale Cinese mi precipita addosso mentre vado al lavoro con la macchina nuova. Ah, ma io non ho una macchina nuova. E neanche un lavoro” ha scritto tale F.G., e M. “Io farei una ricerca psico-socio-antropologica su noi che twittiamo su questa benedetta stazione spaziale quasi alle 3 del mattino (che poi è l’attività di Pasquetta più interessante che sia capitata)”, oppure “Tranquilli è Pasquetta, se la stazione cinese cade da Roma in giù, grigliamo anche quella”, scrive G. S..

E C. S. rincara la dose: “Basta che non cada sulla Salerno-Reggio Calabria che ci abbiamo messo quarant’anni per farla”.

La stazione spaziale cinese è caduta a due passi da Tahiti: pure i detriti cosmici ci schifano, secondo S.S.; mentre Trump, avendo auspicato che la stazione cadesse sulla Corea del Nord, è rimasto molto male quando ha saputo che invece è caduta nell’oceano e per questo intende inasprire le sanzioni commerciali contro i prodotti cinesi.

E lasciamo stare il pesce d’aprile, che ha impazzato sui social.

E, a proposito di politica, con tanto di naso è rimasto chi sperava che qualche frammento, magari un tantino più grande, cadesse su qualcuno dei nostri “Templi” della politica, magari la Camera o Palazzo Madama, auspicando che facesse qualche altro migliaia di giri in attesa che si insediasse il nuovo “premier” prima di cadere su Palazzo Chigi, nel mentre non pochi radicalizzati terroristi nostrani hanno consumato le ginocchia per pregare Allah che la facesse cadere sul Vaticano.

Classe 1941 – Diploma di Ragioniere e perito commerciale – Dirigente bancario – Appassionato di giornalismo fin dall’adolescenza, ha scritto per diverse testate locali, prima per il “Risorgimento Nocerino” fondato da Giovanni Zoppi, dove scrive ancora oggi, sia pure saltuariamente, e “Il Monitore” di Nocera Inferiore. Trasferitosi a Cava dopo il terremoto del 1980, ha collaborato per anni con “Il Castello” fondato dall’avv. Apicella, con “Confronto” fondato da Pasquale Petrillo e, da anni, con “Ulisse online”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.