scritto da Nino Maiorino - 25 Ottobre 2020 09:57

Snoopy e il Covid-19

La filosofia di Snoopy, il simpatico cagnetto creato nel 1950 dal geniale disegnatore di “strisce”, l’americano Charles M. Schulz, ben si addice alla caotica situazione che il Covid-19 sta facendo vivere a noi tutti, ma principalmente ai responsabili degli Organi Istituzionali, centrali e locali, a partire dal Premier Giuseppe Conte e dai Ministri, passando per i Governatori delle Regioni, i Sindaci, i responsabili delle strutture sanitarie, delle Asl, e giù per una filiera che sembra interminabile.

Volendo limitarci ai principali esponenti delle Istituzioni, vale a dire il Governo centrale e i Governatori regionali, non si contano più i decreti emanati da febbraio 2020 fino a oggi, ma che in queste ultime settimane sono stati tanti che non si fa in tempo a leggere e approfondirne uno che è stato già sostituito da un altro.

Basti sapere che, dall’inizio della pandemia, dal 22 gennaio 2020 a oggi, il Governo centrale ha emanato circa 320 tra decreti, regolamenti, leggi e via discorrendo; chi volesse approfondire può andare sul sito <http://www.salute.gov.it/portale/nuovocoronavirus/archivioNormativaNuovoCoronavirus.jsp?lingua=italiano&iPageNo=30  >> dove sono elencati in oltre 30 pagine, rubricati come “Norme, circolari e ordinanze dell’area Nuovo coronavirus Raccolta degli atti recanti misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19 in Gazzetta Ufficiale”. 

Fa riflettere apprendere che un decreto precedente, non riguardante il Coronavirus, è del 22.6.2018, un anno e mezzo prima.

E se passiamo alla Regione Campania rileviamo che tra ordinanze e chiarimenti ha prodotto 171 documenti (Regione.campania.it/regione/it/la-tua-campania/coronavirus-kyxz/ordinanze-del-presidente-della-regione-campania?page=1).

Ben si comprende, quindi, lo sforzo che i cronisti e i commentatori fanno per tradurre queste disposizioni in linguaggio comprensibile ai lettori.

E può capitare anche al cronista più attento di non raccapezzarsi più, perché non riesce a stare dietro alla valanga di informazioni, con l’aggravante che il burocratese imperante costringe alla emissione di documenti il cui 70, a volte anche 80 per cento è costituito da premesse, visto, preso atto, rilevato, considerato, ravvisato, tenuto conto, con innumerevoli richiami a leggi, norme e decreti precedenti, e solo il 20 o 30 per cento sono le effettive disposizioni finali.

Il decreto emanato il 19 ottobre dal Governatore De Luca, ad esempio, è composto da 11 pagine, ma le disposizioni si limitano alle ultime 3 finali; un rompicapo che nessuno riesce a leggere, necessario solo per eventuali opposizioni e, quindi, ad uso dei magistrati.

Ed è pertanto comprensibile che si commettano errori di interpretazione, con accavallamenti tra le ultime disposizioni e quelle precedenti.

Ma tutto ciò sta anche a dimostrare che le Istituzioni, da un lato sono attente alle evoluzioni ora per ora, dall’altro non riescono a stare dietro alla evoluzione della pandemia e sono costrette a tornare anche più volte a settimana sull’argomento, spesso modificando ciò che avevano disposto il giorno precedente.

Detto questo, piuttosto che spremerci le meningi sui testi di tali documenti, visto che la maggior parte della stampa nazionale e locale informa quotidianamente quale sia la situazione normativa in vigore in quel momento, vediamo di capire, invece, cosa sono questi documenti, che molti contestano e sui quali pure qualche costituzionalista esprime perplessità.

Per definizione il “decreto è un atto deliberativo o ordinatorio emanato dal potere esecutivo per delega del potere legislativo da un’autorità amministrativa avente forza di legge” (da Treccani).

Esistono tre tipi di decreti in materia civile.

Il Decreto Legge (D.L.), ai sensi dell’art. 77 della nostra Costituzione, è un atto provvisorio che ha forza di legge ma deve essere convertito in legge dal Parlamento entro 60 giorni, pena la decadenza; in passato veniva anche chiamato “decreto catenaccio”, ma era l’epoca in cui ai decreti si ricorreva con minore frequenza, mentre oggi, anche per effetto della precarietà degli accordi tra le forze di governo, indipendentemente dall’attuale situazione epidemica, se ne fa un abuso.

Il decreto-legge deve essere deliberato dal Consiglio dei Ministri, emanato dal Presidente della Repubblica e immediatamente pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. Il giorno stesso della pubblicazione e deve essere presentato subito alle Camere, che lo dovrà convertire in legge entro 60 giorni; se ciò non avverrà, il decreto perde efficacia sin dall’inizio (decadenza) con la conseguenza che tutto ciò che in base ad esso è stato fatto è come se fosse stato compiuto senza una base legale; gli effetti prodotti andranno eliminati perché costituiscono atti illeciti.

Sarà il Governo, poi, a dovere provvedere in merito

Esiste, poi, il Decreto Legislativo (D.Lgs) il quale è un atto normativo avente valore di legge adottato dal Governo in base ad una delega precedentemente conferita dal Parlamento. Quindi, diversamente dal D.L., il D.Lgs prevede una precedente legge di delega, in questo senso il controllo da parte del Parlamento è a monte, mentre nell’altro caso avviene successivamente.

La base costituzionale è rappresentata dall’art. 76 della Costituzione, il quale prevede che il Parlamento decida l’ambito entro il quale il Governo dovrà emanarlo.

Vi è infine il Decreto Ministeriale (D.M.), il quale è un atto amministrativo che viene emanato da un Ministro nell’ambito della sua funzione e delle materie di competenza del suo Ministero.

Quando il Decreto è emanato dal Presidente del Consiglio, prende il nome di “D.P.C.M. – Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri”. Se la materia trattata richiede l’intervento anche di Ministri (come nel caso della pandemia i cui provvedimenti coinvolgono quasi sempre il Ministro della Salute, il Ministro delle Finanze e il Ministro dei Rapporti con gli Enti Locali) viene definito anche Decreto Interministeriale.

Tale tipo di Decreto è il sistema più snello per risolvere problemi di straordinaria urgenza, come appunto quelli derivanti dalla epidemia; se non fosse possibile adottare questo tipo di intervento, non si sa come il paese sarebbe riuscito a porre argine alla diffusione del Covid-19.

Ma è proprio questo tipo di decretazione, del quale il Premier si è ampiamente avvalso, che sta creando tantissimi malumori tra le forze di opposizione, e mugugni anche tra quelle di governo.

L’opposizione contesta al Premier di agire come in un regime di semilibertà, esautorando il Parlamento, e sotto certi aspetti non ha tutti i torti. Infatti le centinaia di D.P.C.M. emanati da febbraio ad oggi non hanno molto coinvolto il Parlamento.

Ma il comportamento del Premier Conte non è campato in aria, in quanto si fonda principalmente sull’art. 16 della Carta Costituzionale, che consente la limitazione delle libertà personali quando esistono “motivi di sanità o di sicurezza”. Ed è proprio di queste limitazioni delle libertà personali che le forze di opposizione si lamentano, invocando pressantemente l’intervento del Presidente Mattarella il quale, conoscendo bene la situazione, tace.

E chi dice che la democrazia è in pericolo sa bene (o dovrebbe sapere) che non è così: la situazione impone decisioni “ad horas”, perché è come se fossimo in guerra contro un nemico invisibile.

Quindi nell’attuale situazione, sulla base di questo articolo, il Premier non può agire diversamente e gli è consentito di decretare come ha fatto finora e certamente farà anche in seguito, aggirando, quindi, anche altri dettati della Costituzione, principalmente la limitazione delle libertà personali (il divieto di uscire liberamente – art. 13, di riunirsi – art. 17, di professare liberamente le cerimonie di culto – art. 19, di frequentare la scuola – art. 34).

Certamente qualche libertà personale è stata “sospesa”, privilegiando la tutela della salute, ma comunque è proprio la incredibile proliferazione di decreti che ci porta alla piena condivisione dell’aforisma dell’intelligente cagnetto Snoopy, con la quale abbiamo aperto questo articolo: ma se Conte non avesse agito come ha fatto, probabilmente oggi non ci sarebbero stati né ascensore né piani da rispettare.

Classe 1941 – Diploma di Ragioniere e perito commerciale – Dirigente bancario – Appassionato di giornalismo fin dall’adolescenza, ha scritto per diverse testate locali, prima per il “Risorgimento Nocerino” fondato da Giovanni Zoppi, dove scrive ancora oggi, sia pure saltuariamente, e “Il Monitore” di Nocera Inferiore. Trasferitosi a Cava dopo il terremoto del 1980, ha collaborato per anni con “Il Castello” fondato dall’avv. Apicella, con “Confronto” fondato da Pasquale Petrillo e, da anni, con “Ulisse online”.

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