Servalli, Sindaco mio, ormai è passata qualche settimana dall’ultimo messaggio, ma le cose “ancora qui non vanno”, per dirla alla Lucio Dalla.
Ludoteche
Ma come ti è venuto in testa di dare un pure timido consenso alla apertura delle ludoteche?
Sono notoriamente luoghi di assembramento di ragazzi i quali, complici i genitori, li frequentano per giocare, divertirsi, socializzare, sbizzarrirsi.
Le disposizioni dispongono la loro chiusura, come quella delle palestre, delle piscine, finanche delle scuole, tutti luoghi di assembramenti e a notevole rischio di contagi.
Hai ritenuto di dover approfondire la questione con le autorità regionali, e sembra che sia giunto alla conclusione che le ludoteche possano riaprire, con buona pace delle disposizioni e del buonsenso.
Non comprendo, allora, perché riaprire solo le ludoteche e non anche le sale da ballo, i cinema e i teatri, le palestre, e pure le scuole, e i ristoranti e le pizzerie.
Probabilmente le Ludoteche sono figlie delle galline bianche, gli altri locali sono figli di non si sa chi!
E meno male che anche nella tua amministrazione c’è ancora qualcuno non ha perso la testa, come un Consigliere della opposizione, che è intervenuto raccomandandoti di tenerle chiuse.
Speriamo che tu abbia accettato il consiglio.
Ma se poi ti accuseranno di considerare le ludoteche figlie, e tutti gli altri locali figliastri, non devi mettere il broncio.
Vaccini
Io non mi capacito come il nostro Comune, il secondo della Provincia salernitana, sia diventato il fanalino di coda anche per la organizzazione della campagna vaccinale, per la quale la tua amministrazione ha temporeggiato oltre il dovuto, con il risultato che, mentre nelle città vicine si sono mossi per tempo, e in molte si è già a buon punto per le somministrazioni, qui a Cava le somministrazioni siano partite solo sabato 13 marzo.
E’ vero che il Sindaco debba mediare tra vari orientamenti, e sono convinto che il ritardo sia stato generato dalle molte richieste di avvalersi della “struttura ospedaliera” di Santa Maria Incoronata dell’Olmo per la somministrazione.
Ma un amministratore deve ascoltare tutti ma poi decidere senza temporeggiamenti, specialmente per la soluzione di un problema di tale rilievo per la salute della cittadinanza, anche a costo di inimicarsi qualcuno; va fatta sempre la valutazione di priorità, e se la priorità è la salute, non si scherza, si decide e si va avanti, a qualunque costo.
Tornando all’Ospedale di Santa Maria dell’Olmo, risulta che già da gennaio l’amministrazione ha comunicato che non fosse all’altezza, quindi non si comprende come tu abbia messo tanto tempo a trovare una alternativa.
Sai bene che quella che io ho chiamato, con molta benevolenza, “struttura ospedaliera” più che altro è una specie di lazzaretto: dal punto di vista strutturale e logistico non ha nessuna caratteristica di un vero Ospedale, e sai che più volte ho espresso il mio inutile parere sulla stessa, vale a dire l’abbattimento di gran parte della struttura “nuova”, lasciando in piedi solo la parte storica, da destinare ad un efficiente primo soccorso, con collegamento rapidi tramite elisoccorso con gli Ospedali di Salerno e Nocera Inferiore: questo almeno fino a quando non sarà costruita la nuova cittadella ospedaliera di Padre Gigino, così si accelererebbe la costruzione della stessa e si eviterebbe altro sperpero di danaro.
Ma i cavaiuoli sembrano visceralmente legati al vecchio, e tu tiri a campare fingendo di assecondarli, pure sapendo che non è possibile avvalersene. E quando, finalmente, hai deciso, hai fatto il secondo errore, cioè quello di individuare una sistemazione logistica inadeguata: per com’è fatto il nostro Comune, molti hanno difficoltà di andare a Santa Lucia, la struttura potrebbe essere utile solo ai cittadini della zona, ma quelli del centro e delle altre frazioni collinari avrebbero notevoli disagi, specialmente se anziani e ammalati. Fra l’altro, non si capisce perché sia stata individuata quella struttura, che ha dovuto subire parecchi lavori anche edili di adattamento, mentre vi sono altri locali già a norma, come, ad esempio, quelli dell’Asl di Via Gramsci:probabilmente c’è stato qualche “zampino” che ha pilotato il tuto.
Buona la soluzione finale di utilizzare il Convento di San Francesco, ma andrebbero individuate altre sedi, non esclusi gli Istituti scolastici che in questo periodo sono tutti chiusi, o magari anche il CUC, e chi sa quanti altri.
Ma tutta questa vicenda ha comportato che a Cava la vaccinazione sia iniziata solo sabato 13 marzo sprecando un mese e mezzo.
La camurria dell’autostrada
Più di qualcuno si è espresso in merito all’utilizzo gratuito del tratto autostradale Cava/Salerno dopo la frana che ha ostruito la SS.18 a Vietri sul Mare, utilizzo che è avvenuto dopo diversi giorni costringendo chi doveva andare nel capoluogo, pure non avendone colpa, a pagare il pedaggio.
Ma sembra scandaloso che per ottenere dalla Società Autostrade Meridionali la gratuità di percorrenza per qualche ora al giorno, e per soli 11 giorni, il Comune sia stato costretto a indennizzare la stessa con la consistente somma di 11.mila euro dei 19.mila richiesti (la differenza è andato a carico della Provincia e del Comune capoluogo): questo scherzetto ci è costato mille euro al giorno, la spesa maggiore l’abbiamo sostenuta noi
Quindi noi cavesi ne siamo usciti “Cornuti e mazziati” come ha scritto qualcuno su FB, e non ha torto.
Infatti siamo doppiamente danneggiati, prima perché da almeno tre anni la Società autostradale ha riversato, sul tratto della SS.l18 che attraversa Cava, il traffico pesante degli automezzi che superano 7,5 tonnellate, a causa dei lavori di risanamento del ponte dell’Oliviero: lavori eterni, tre anni per risanare circa 200 metri di strada, dico duecento, sembrano una esagerazione, e ancora non si sa sono quando termineranno.
Poi perché, essendo il tratto di strada danneggiato di competenza del Comune di Vietri, il riparto non sembra equo.
E’ chiaro che la frana di Vietri non può essere imputata alla Società autostradale, ma è altrettanto chiaro che la predetta Società non possa scaricare sulla nostra città le lungaggini dei lavori di risanamento del ponte, “gratis et amore dei”, sottoponendoci al maggiore inquinamento atmosferico e acustico, a danni enormi al manto stradale e alle strutture sottostanti; danni che gli altri Comuni non sopportano.
Se abbiamo autorizzato l’attraversamento dei Tir nella nostra città, e non potevamo esimerci, senza richiedere una contropartita –e questo è un atteggiamento opinabile che andrebbe approfondito- perché l’amministrazione metelliana ha accettato il ricatto di Autostrade?
Ciascuno fa i propri interessi e guarda al suo tornaconto, ma la nostra amministrazione non sembra di averlo fatto nel migliore dei modi.
C’è speranza che per i tre anni di disagi che stiamo sopportando si chieda ad Autostrade un adeguato indennizzo?
Almeno salveremo la faccia.
Spazzatura
E torniamo alle dolenti note della spazzatura, che quotidianamente vengono denunciate; non voglio tornare sull’argomento, del quale già ti ho parlato non so quante volte, e non sono il solo.
Ma se il disservizio ancora continua, è chiaro che c’è una emergenza che da mesi viene sottovalutata, sia da parte dell’amministrazione, sia da parte della Metellia.
E’ vero che c’è un nutrito stuolo di cittadini che non rispetta le regole della differenziazione, che se ne” stra-infischia” (dovrei usare un vocabolo più forte, ma me ne guardo bene per il rispetto dei lettori), ma questo non giustifica la situazione che stiamo subendo, anzi le si ritorce contro perché nulla sembra che sia stato fatto nei mesi scorsi, e non si intravede una soluzione a breve, al di là dei vaghi “faremo”, “disporremo”, “interverremo” eccetera eccetera.
Facciamo, disponiamo, interveniamo: questi sono i termini giusti, risolvere i problemi nel presente, e non rimandare tutto “a babbo morto”.