Nelle nostre zone le temperature sono ancora abbastanza alte, considerato che siamo quasi a metà ottobre, ma ciononostante si avvicina la stagione che porta all’inverno ed in alcune fasce territoriali il freddo si fa già sentire.
E’ opportuno, pertanto, divulgare il calendario della messa in funzione del riscaldamento invernale che, per le differenze climatiche, non è uniforme su tutto il territorio nazionale.
Tale calendario è stato già divulgato, ad inizio mese, per l’inverno 2024 – 2025 e indica, per ogni regione d’Italia, le date, gli orari, le temperature, le regole e le sanzioni.
Per dovere di cronaca precisiamo che al calendario i Comuni in alcuni casi possono derogare, nei limiti delle linee guida, nel senso che possono consentire, in base alle condizioni climatiche locali, l’accensione degli impianti prima o dopo le date e gli orari indicati, nel superiore interesse di contenere i consumi e l’impatto ambientale.
1.Calendario accensione riscaldamenti
Il calendario di accensione è previsto dai DPR 74/2013 e 412/1993, in base ai quali il territorio nazionale è suddiviso in sei zone climatiche: si va dalla zona A (più mite) fino alla zona F (dove è possibile tenere accesi i riscaldamenti anche per tutto l’anno).
2.Regole per i riscaldamenti e zone climatiche
Per conoscere date e fasce orarie in cui è possibile accendere gli impianti termici in relazione alla propria zona climatica di appartenenza, ci si deve riferire alla seguente tabella allegata al D.P.R. n. 412/1993.
Zona climatica | Periodo e orario di accensione |
A | 1 dicembre – 15 marzo / 6 ore giornaliere |
B | 1 dicembre – 31 marzo / 8 ore giornaliere |
C | 15 novembre – 31 marzo / 10 ore giornaliere |
D | 1 novembre – 15 aprile / 12 ore giornaliere |
E | 15 ottobre – 15 aprile / 14 ore giornaliere |
F | nessuna limitazione |
3)Riscaldamenti: date e orari nei Comuni
Una volta individuata la lettera di appartenenza, ci si deve attenere alle relative date di messa in funzione degli impianti.
Se le temperature si mantengono sopra della media, i sindaci possono posticipare la data di accensione o stabilire una temperatura massima consentita differente.
Se le temperature si mantengono sopra della media, i sindaci possono posticipare la data di accensione o stabilire una temperatura massima consentita differente.
Le prime ad accendere i caloriferi sono le zone contrassegnate dalla lettera E, che possono distribuire il funzionamento dei radiatori nella giornata per un massimo di 14 ore complessive dal 15 ottobre.
Si tratta di città prevalentemente del Nord, nelle provincie sotto indicate, oltre ad alcuni comuni dell’entroterra montuoso del centro e del Sud.
In dettaglio: i comuni delle provincie di Alessandria, Asti, Aosta, Biella, Bergamo, Brescia, Como, Cremona, Lecco, Lodi, Milano, Novara, Padova, Pavia, Sondrio, Torino, Varese, Verbania, Vercelli, Bolzano, Gorizia, Pordenone, Bologna, Ferrara, Modena, Parma, Piacenza, Ravenna, Reggio Emilia, Rimini, Rovigo, Treviso, Trieste, Udine, Verona, Vicenza, Venezia, Arezzo, Perugia, Rieti, Frosinone, L’Aquila, Campobasso, Potenza ed Enna.
La provincia di Trento vi ricade ad esclusioni delle porzioni edificate a quota superiore i 431 metri sopra il livello del mare.
I Comuni che possono contare su 12 ore giornaliere di esercizio sono quelli della zona D e possono accendere i caloriferi dal 1° novembre al 15 aprile. Sono in dettaglio i comuni delle provincie di Genova, La Spezia, Savona, Firenze, Grosseto, Livorno, Lucca, Pisa, Pistoia, Prato, Massa Carrara, Siena, Forlì, Ancona, Ascoli Piceno, Macerata, Pesaro, Roma, Viterbo, Terni, Avellino, Chieti, Pescara, Foggia, Isernia, Matera, Caltanissetta, Nuoro, Teramo e Vibo Valentia.
Nella zona C, si potrà partire con l’accensione dei termosifoni dal 15 novembre per 10 ore al giorno fino al 31 marzo per i comuni delle provincie di Imperia, Latina, Benevento, Caserta, Napoli, Salerno, Bari, Lecce, Taranto, Brindisi, Catanzaro, Cosenza, Cagliari, Oristano, Sassari e Ragusa.
Comprende i Comuni delle provincie di Reggio Calabria, Crotone, Trapani, Siracusa, Palermo, Messina, Catania e Agrigento, che accendono i caloriferi dal 1° dicembre al 31 marzo, per 8 ore giornaliere.
La zona A è costituita prevalentemente da località del Sud e isole (Lampedusa, Linosa e Porto Empedocle), con avvio sempre dal 1° dicembre ma per 6 ore al giorno.
Casi particolari
I Sindaci dei Comuni possono ampliare, a fronte di comprovate esigenze, i periodi annuali di esercizio e la durata giornaliera di accensione dei riscaldamenti, dandone notizia alla popolazione.
Al di fuori di tali periodi, gli impianti termici possono essere attivati solo in presenza di situazioni climatiche che ne giustifichino l’esercizio e, comunque, con durata giornaliera non superiore alla metà di quella prevista a pieno regime. Ci sono anche casi in cui i limiti non si applicano: ad esempio per impianti che consentono la contabilizzazione del calore o gestiti con contratto di servizio energia: è un contratto tra un fornitore di servizi e un cliente che definisce i termini e le condizioni della fornitura.
4)Come risparmiare sul riscaldamento
Obblighi di manutenzione
Occorre provvede alla manutenzione delle caldaie prima dell’accensione.
Per capire ogni quanto tempo effettuare tali interventi fanno fede le indicazioni dell’impresa installatrice e del modello di impianto stesso, nonché le relative normative UNI e CEI.
Il proprietario, l’affittuario, l’amministratore del condominio o il soggetto responsabile dell’immobile che non mantiene in esercizio gli impianti di riscaldamento e non provvede alle operazioni di controllo e manutenzione, da annotare sui relativi libretti, obbligatori, è punito con una sanzione amministrativa da 500 euro a 3.000 euro.
5)Il decalogo dell’ENEA: 10 regole taglia consumi
Qui di seguito i dieci consigli di ENEA per risparmiare sul riscaldamento:
- installare sistemi di monitoraggio e controllo smart dei consumi energetici, individuando malfunzionamenti in modo tempestivo;
- eseguire regolarmente la manutenzione degli impianti;
- controllare la temperatura degli ambienti, tenendo conto che 19°C possono spesso bastare;
- prestare attenzione al numero di ore di accensione, che per legge varia a seconda della zona climatica;
- schermare le finestre durante la notte, per ridurre dispersioni di calore verso l’esterno;
- evitare di coprire i radiatori con tende o mobili che possono ostacolare la diffusione del calore verso l’ambiente;
- non lasciare le finestre aperte troppo a lungo, sempre per limitare la dispersione;
- fare un check-up dell’abitazione per valutare l’efficienza dell’impianto;
- installare valvole termostatiche, obbligatorie nei condomini con impianti centralizzati;
- sostituire il vecchio impianto con uno a condensazione o pompa di calore ad alta efficienza.