Report rispolvera la questione del “Piano pandemico”
Ma il Ministro Speranza quand’è che si deciderà a rispondere in merito alla questione del piano pandemico?
Nella puntata dell’8 novembre scorso, la trasmissione Report, condotta su Rai 3 dal giornalista televisivo Sigfrido Ranucci, ha rispolverato una vecchia questione sulla quale Massimo Giletti, per mesi, ha battuto il chiodo per cercare di capire, a pandemia iniziata, perché il cosiddetto “Piano pandemico” non fosse stato aggiornato, se risultasse vero che l’ultimo aggiornamento era stato fatto nell’anno 2006, a chi competeva l’aggiornamento dello stesso e perché i responsabili del Ministero della salute fossero sfuggiti dal fornire chiarimenti in merito, prima tra tutti il Ministro Speranza che da anni guida quel dicastero, ancor prima che scoppiasse la pandemia.
Diciamo la verità, non abbiamo molta simpatia per Sigfrido Ranucci, considerato quasi un “porta-iella” perché chi segue il suo programma va continuamente in panico in quanto Ranucci, che il suo mestiere lo sa fare molto bene, va a scovare cose, disfunzioni, mancanze e manchevolezze che generano il panico negli spettatori, e c’è qualche familiare che puntualmente, acquisendo conoscenze nuove, mette veti e paletti sulle libertà di scelta individuali: questo non si può mangiare, quest’altro fa male al fegato , quella fibra non si usa perché procura allergie, di quella calzatura manco a parlarne perché danneggia il malleolo, attenzione all’inquinamento dell’aria: al punto che a qualcuno vien voglia di mettersi sotto una campana e traslocare in alta montagna per proteggersi, e magari non portarsi nemmeno il televisore.
In verità, sullo specifico argomento, già circa un anno fa Massimo Giletti, nella trasmissione “Non è l’Arena” che conduce su “La7”, aveva evidenziato il problema.
Non chiamateci permalosi, ma ora le trasmissioni di Giletti innervosiscono, e pure parecchio, perché sembra non avere più nulla di serio da dire: mercoledì 10.11 ha rotto l’anima, per non dire altro, in prima serata, parlando per circa un’ora con un tal Casamonica, parente stretto di quella famiglia nota a Roma e dintorni per le attività criminose che gestiva e continua a coordinare, pure se tanti sono ora in prigione, tante mega-faraoniche-ville sono state abbattute (il Casamonica in onda ha detto che è tutta colpa della Sindaca Raggi) e quasi ha fatto intendere che tutti i Casamonica siano degli angioletti, nonostante gestissero tantissimi “traffici” nella capiate e nell’agro romano, e continuino a farlo tramite i familiari non ancora ristretti.
Ciononostante dobbiamo riconoscere che in passato Giletti ha fatto trasmissioni di qualità, ha messo a fuoco problemi seri, è riuscito a risolverne tanti, come, ad esempio, quello delle Sorelle Napoli, residenti nel Comune di Mezzojuso, nel palermitano, messe sotto scacco da Cosa Nostra che aspirava a sloggiale dai loro terreni, e che proprio grazie a Giletti riuscirono a vincere la loro battaglia; anzi Giletti ebbe il merito di far sciogliere l’amministrazione di Mezzojuso per infiltrazioni mafiose.
E pure sul “piano vaccinale” portò alla ribalta una criminale disfunzione che probabilmente ha causato migliaia di morti all’inizio della pandemia da Covid-19; se quel piano fosse stato aggiornato e operativo probabilmente tantissimi si sarebbero salvati.
Il fatto non è irrilevante, perché il piano prevedeva -e prevede- che il Ministero della salute avesse disponibili “presidi” ospedalieri in quantità tale da far fronte a qualsiasi emergenza, compresa quella di una pandemia; come non ricordare che, allo svilupparsi della stessa, non si sapeva dove prendere le mascherine, i guanti, l’abbigliamento per proteggere i sanitari a contatto con i contagiati, e altre apparecchiature sanitarie adatte proprio ai periodi di emergenza, e i sanitari che hanno vissuto intensamente quella fase sanno benissimo a cosa ci riferiamo.
All’epoca Giletti condusse una inchiesta, durata diversi mesi, che riguardava il mancato aggiornamento del “piano pandemico”, attribuendone la responsabilità all’ex, e attuale, Ministro Speranza, che venne ripetutamente chiamato a chiarire la cosa nelle varie trasmissioni, cosa mai avvenuta; o ora Sigfrido Ranucci di Report lo rimette alla ribalta.
Sembra che all’epoca, Il ministro della Speranza abbia sostenuto che il piano pandemico anti-influenzale non era sufficiente, quindi ne avrebbe fatto uno nuovo piano “dedicato” al Covid-19, virus non paragonabile ad una semplice influenza, ciò in palese contrasto con le disposizioni della “OMS-Organizzazione Mondiale della Sanità”, la quale, a gennaio 2020, consigliava di applicare i piani pandemici anti-influenzali, e lo ribadiva il 4 febbraio successivo.
La conclusione fu che non solo non venne applicato il piano pandemico anti-influenzale, ma non si fece nemmeno quello dedicato al Covid-19.
All’epoca Giletti portò più volte in trasmissione anche importanti personaggi dell’O.M.S. tra i quali Ranieri Guerra e Francesco Zambon i quali, “mettendoci la faccia”, come ama dire Giletti, proprio in contrapposizione col Ministro Speranza, intervennero numerose volte alle trasmissioni, che si susseguirono per settimane, senza però venire a capo di nulla.
Se non ricordiamo male, il tutto partì dall’attività istituzionale avviata da Francesco Zambon, “Il Rapporto Zambon”, il quale evidenziava che il nostro piano vaccinale era fermo al 2006, e Ranieri Guerra lo invitò a modificare quella data, evidentemente perché egli, proprio in quel periodo, era stato consulente del nostro Ministero della salute, e ci teneva a non condividere qualche sua responsabilità.
Il “Rapporto Zambon” venne prima pubblicato e poi ritirato dalla circolazione, contro il parere dello stesso Zambon il quale, dopo diversi scontri con Ranieri Guerra, decise di dimettersi dall’ OMS e di far proseguire in sede giudiziaria la vicenda.
Ma c’è un particolare ancora più sconcertante: il 14 maggio, appena uscita la pubblicazione di Zambon, Silvio Brusaferro, dal 2019 Presidente del nostro “I.S.S. – Istituto Superiore di Sanità”, e dal marzo 2021 Presidente del nostro “C.T.S. – Comitato Tecnico Scientifico”, invece di preoccuparsi, com’è naturale che sia (o dovrebbe essere), della salute dei cittadini e del contrasto alla pandemia, si è dedicato a qualcosa di prettamente burocratico, scrivendo al Ministro Speranza per chiedergli se il lavoro dell’O.M.S. fosse stato concordato col Ministero prima della pubblicazione.
Il tutto si rileva in una sequenza di messaggi ufficiali che Report ha pubblicato, ma non ha chiarito se il “Rapporto Zambon” sia stato rimosso dall’O.M.S. su pressioni del Ministero, confermando però che la pubblicazione ha creato una certa agitazione tra le autorità sanitarie.
In conclusione è come dire, in parole molto semplici: tu dovevi fare una cosa, non l’hai fatta, io sono costretto a farti un rilievo censorio, ma prima debbo concordarlo con te inadempiente.
Per la cronaca dalla O.M.S., dopo le dimissioni di Francesco Zambon, si è dimesso anche Ranieri Guerra, che ora ha l’incarico di Direttore delle relazioni internazionali dell’Accademia Nazionale di Medicina che ha sede a Genova.
Quindi tutto è finito, come di consueto, a “tarallucci e vino”.
Cose che in altri paesi probabilmente non accadono!