Non fa piacere la polemica tra il Presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, e Don Maurizio Patriciello, Parroco della Chiesa del Parco Verde di Caivano, luogo contraddistinto da criminalità diffusa, e una delle più grandi piazze di spaccio d’Europa.
Luogo nel quale sono avvenuti episodi di violenze ed efferatezze inaudite anche ai danni di bambini inermi, alcuni dei quali buttati giù dai terrazzi di copertura dei fabbricati dopo essere stati violentati, altri sottoposti a violenze sessuali di gruppo, tanto per citare episodi recenti e noti.
Don Maurizio Patriciello, parroco in prima linea, da anni sotto scorta perché nel mirino della criminalità, è un esempio di resistenza e contrasto alla stessa.
Dispiace, quindi, che De Luca lo abbia deriso in malo modo, perché colpevole di essere stato presente ad un incontro organizzato dalla Premier Giorgia Meloni per illustrare il suo progetto di premierato.
C’è da ricordare che uno degli ultimi episodi di violenza di gruppo avvenuti al Parco Verde di Caivano, che ha coinvolto bambine di tenera età, provocò la presenza della stessa Premier la quale si impegnò ad effettuare interventi finalizzati al recupero del parco, alcuni dei quali si sono concretizzati; in quella circostanza Don Patriciello fu, ovviamente, in prima linea e venne coinvolto nelle opere di recupero; è possibile che si sia trovato alla presenza della Premier anche durante l’informativa per il premierato, avvenuta nella Chiesa di San Paolo Apostolo, della quale Don Patriciello è il Parroco; era ovvio che, in quanto tale, andasse a riceverla.
Ma quale che fosse il motivo dell’incontro, nessuno può giustificare Vincenzo De Luca a trattare Don Patriciello come ha fatto.
Frasi come “Il Pippo Baudo dell’area Nord di Napoli, con relativa frangetta” fanno veramente male, il tono di De Luca sta scadendo oltre ogni dire.
E pure a noi, che in tante occasioni siamo stati i suoi sostenitori, taluni atteggiamenti del Governatore campano non piacciono.
Ovviamente Don Patriciello, che è un “prete di strada” avvezzo a affrontare tante circostanze, non se l’è tenuta, e col suo solito “far-play”, ha risposto per le rime sui social.
“La sua ironia mi addolora. Non mi permetto – scrive – di risponderle per le rime. Penso, però, in piena coscienza, di non meritare le offese del tutto gratuite del presidente della mia regione. Alle offese e alle minacce – larvate o meno – sono abituato da tempo – prosegue don Patriciello – non a caso, da due anni vivo sotto scorta. Un conto, però, è quando arrivano dai camorristi, ben altra cosa, invece, quando a pugnalarti a tradimento è una persona come lei. Fa niente. Offro al Signore anche questa mortificazione. La saluto, Presidente. Penso che da domani bulli e camorristi inizieranno a prendermi in giro gridandomi alle spalle: “Sta passando Pippo Baudo”. Dio benedica lei, la sua famiglia, e la regione che amiamo”.
Sembra che De Luca se la sia tenuta e non abbia replicato, ma sulle sue parole è arrivato commento della premier Meloni, anche questo via social.
La Presidente del Consiglio definisce don Patriciello “un prete, un uomo che cerca di combattere la camorra e dare risposte alle famiglie perbene dove quelli come De Luca non sono riusciti a farlo, o non hanno voluto farlo. Padre Maurizio vive sotto scorta perché è diventato un obiettivo dei camorristi che non gradiscono la sua tenacia nell’allontanare i giovani dalla droga e dalla criminalità. Invece di aiutare Padre Maurizio, fargli sentire il sostegno delle istituzioni – scrive Giorgia Meloni – De Luca lo deride, e così facendo dà un segnale spaventoso. Voglio dire a Padre Maurizio che lo Stato c’è, al suo fianco. Che non è solo. E che gli uomini e le donne che non hanno scambiato le istituzioni per il palcoscenico di un cabaret, ma svolgono il loro compito con disciplina e onore, conoscono e riconoscono il valore dei suoi sacrifici”.
Apprezzabile l’intervento di Giorgia Meloni.
Ci auguriamo che il Governatore De Luca la smetta con questo atteggiamento che consideriamo inqualificabile, rinsavisca, si calmi, non vada oltre, e, se proprio i nervi non lo reggono più, cessi di aspirare al terzo mandato e se ne torni a fare il Sindaco di Salerno.