Piccola storia dei social-network, dalle origini fino ai giorni nostri
Confessiamo che da tempo avevamo in animo di pubblicare una piccola storia dei “social net-work”, ma, presi da argomenti più attuali, abbiamo sempre rimandato.
Forse ora è giunto il momento anche perché questi nostri amici quotidiani, nonostante molti di noi tentino di scansarli, sono sempre più presenti e, molte volte, assillanti.
Bisogna essere molto abili a schivarli, e spesso non ci si riesce, anche perché, i più diffusi, parliamo di Face-book, ma anche dei suoi derivati (ad esempio Whats.app), facendo parte della stessa famiglia, spesso ti inducono a condividere un post, un notizia, una sensazione non sulla pagine originaria (FB) ma obbligatoriamente su W.app: non crediamo capiti solo a noi.
I social-network sono tra le invenzioni tecnologiche che hanno rivoluzionato le nostre vite. Scopriamone la storia dalle origini fino ad oggi.
Essi fanno ormai da tempo parte della nostra vita e il fenomeno sembra destinato a crescere sempre più.
Il mercato dei social è infatti in continua evoluzione come dimostra la nascita di nuove piattaforme.
Ma qual è stato il primo social network della storia? Scopriamolo insieme.
Oggi le piattaforme social a disposizione sono davvero tante. L’ultima ad aver conquistato la Generazione Z si chiama Be Real; è nata nel 2020 ma solo nel 2022 ha raggiunto la fama.
Ma vi siete mai chiesti qual è stato il primo social e chi lo ha inventato?
Innanzitutto, diamo una definizione di social network: la Treccani lo definisce “un servizio informatico on line che permette la realizzazione di reti sociali virtuali, consentendo tra l’altro agli utenti di condividere contenuti testuali, immagini, video e audio e di interagire tra loro”.
In molti pensano che la prima piattaforma web di condivisione sia stata quella ideata da Mark Zuckerberg, ovvero Faebook.
In realtà le origini dei social network risalgono al lontano 1997, quando, da un’idea dell’avvocato statunitense Andrew Weinreich, nacque ‘SixDegrees’, una piattaforma che aveva l’obiettivo di mettere in contatto persone affini tra loro in base a criteri come ceto sociale e fasce d’età.
Il portale, poi chiuso nel 2001, si ispirava alla Teoria dei Sei Gradi di Separazione, elaborata da Stanley Milgram nel 1967, secondo la quale tutti gli uomini sulla terra sono collegati tra loro tramite una catena di conoscenze di non più di 5 intermediari.
Tuttavia, all’epoca il termine social network non esisteva ancora.
Esso fu coniato solo nel 2003 con la nascita di Friendster, un sito di incontri, creato dall’ingegnere canadese Jonathan Abrams, che si proponeva di far interagire online le persone garantendo loro la massima sicurezza.
Friendster dava già la possibilità di condividere immagini, video, messaggi e commentare con i propri amici tramite il profilo personale.
A causa dell’elevato numero di iscritti, Friendster ebbe alcuni problemi tecnici.
Poco tempo dopo gli utenti cominciarono a creare profili falsi per cercare di accrescere la loro popolarità, costringendo il social a proporre delle iscrizioni a pagamento; questa decisione portò le persone a spostarsi verso altre piattaforme; la piattaforma fu chiusa definitivamente nel Giugno 2015 dopo essere stata convertita in un social-gaming (una piattaforma di giochi) pochi anni prima.
Sempre nel 2003 arrivò sul mercato MySpace, una piattaforma sociale ideata dagli studenti universitari californiani Tom Anderson e Chris DeWolfe.
L’intento era di offrire agli utenti la possibilità di creare blog, profili personali, accedere a gruppi e visualizzare contenuti come foto, musica e video.
Dal momento che dava la possibilità di condividere anche contenuti audio e video e di personalizzare il profilo, molti artisti emergenti nel mondo della musica iniziarono a usare My-Space come mezzo di autopromozione, ma questo social riscontrò grande successo anche tra chi non aveva altro scopo se non quello di stringere nuove amicizie online.
My-Space venne poi venduto nel 2005 per ben 600 milioni di dollari alla News Corporation di Rupert Murdoch.
Ad oggi è ancora presente sul web, ma il numero di utenti è nettamente calato a seguito dell’avvento di Twitter e Facebook.
Il fatto di essere un social usato soprattutto da musicisti non gli ha garantito il successo nel tempo.
Il 2003 è anche l’anno di nascita di un altro social oggi molto usato, ovvero LinkedIn, il social orientato al mondo del lavoro; fu lanciato da Reid Hoffman ed alcuni membri di Paypal e Socialnet.com con l’intento di creare relazioni utili alla propria carriera.
Il profilo LinkedIn è infatti diventato il luogo dove poter condividere il proprio curriculum vitae e le relazioni che si instaurano sono per lo più tra professionali.
La nascita di Facebook e degli altri social
La piattaforma che ha cambiato la storia dei social network e anche le nostre vite nel corso degli anni è stata Facebook, nata nel Febbraio 2004 da un’idea dello studente di Harvard Mark Zuckerberg.
L’intento iniziale era di creare un album fotografico interattivo di studenti universitari. Insieme ad alcuni suoi colleghi, Zuckerberg sviluppò un sito che riscosse da subito grandi consensi, fino a diventare il social network che tutti conosciamo e che, ad oggi, vanta più di 2 miliardi di utenti nel mondo.
Il successo di Facebook ha dato vita a un vero e proprio fenomeno di massa ed ha aperto la strada alla nascita di altri social network, tra cui i più popolari Twitter (nato nel 2006 dall’idea del fondatore Jack Dorsey di consentire alle persone di mandare SMS a più persone contemporaneamente), Snapchat, Instagram (creato nel 2010 da Mike Kryger e Kevin Systrom, poi rilevato da Facebook due anni dopo) e Tik-Tok (nato a Settembre 2016, inizialmente si chiamava musical.ly).
Tra le altre piattaforme famose ricordiamo: Pinterest, Twitch, Google+, Foursquare.
Ma il mercato dei social network è fiorente e in continua crescita, ed è in grado di ridefinire ogni volta il nostro rapporto con la tecnologia, il nostro modo di vivere le relazioni sociali, il nostro concetto di svago e il nostro modo di concepire il lavoro.
Il fenomeno dei social network non è dunque destinato a svanire; al contrario si rinnova in continuazione e fa sempre più parte delle nostre vite.