scritto da Nino Maiorino - 05 Aprile 2020 11:00

Pandemie nella storia, la Spagnola

La pandemia da Covid.19 oggi (dati al 3 aprile 2020): -Popolazione mondiale 7 miliardi e 500 milioni circa, numero contagiati nel mondo 1.000.057 , percentuale contagiati nel mondo 0,013% , numero deceduti nel mondo 51.485 -Percentuale dei deceduti nel mondo 0,00069%.

La pandemia da Spagnola del 1918-1920: Popolazione mondiale 2 miliardi, numero contagiati nel mondo 500 milioni, percentuale contagiati nel mondo 20,00.% -Numero deceduti nel mondo 100 milioni –percentuale deceduti nel mondo 5,0.%.

Abbiamo già avuto occasione di dire, in un precedente articolo, che durante i secoli passati numerosissime sono state le epidemie e pandemie che hanno colpito il genere umano, come quella che adesso ci sta affliggendo, e quasi tutte sono state, purtroppo, molto più letali del Covid.19.

E questo non è per minimizzare l’impatto del Covid.19, ma solo per riportare le persone ad una maggiore consapevolezza.

Se calcoliamo che, secondo i dati di uno o due giorni addietro, a fronte di 1.milioni di casi accertati, abbiamo avuto 1.000.757 casi confermati, e circa 51.500 morti, con una percentuale di contagi dello 0,013 per cento circa, ci rendiamo conto che, tutto sommato, e facendo i dovuti scongiuri, non è che siamo poi messi tanto male, rispetto a ciò che si verificava in passato.

Infatti, in passato le pandemie potevano provocare la morte anche del 50% dei contagiati: ovviamente erano tempi diversi, meno igiene, niente prevenzioni, molta improvvisazione a livello terapeutico, basata esclusivamente su criteri empirici, che spesso erano legati a pratiche magiche e religiose intese come una specie di talismani contro le malattie; questa era allora la situazione, pertanto le percentuali di mortalità dell’epoca non possono essere minimamente paragonate a quelle attuali.

Ciononostante sembra paradossale che, con tutti i progressi che specialmente dal secolo scorso in avanti sono stati fatti, e con le attuali tecniche scientifiche, non è ancora stato messo a punto qualche sistema che consenta di anticipare le epidemie, e per questo ci troviamo ancora oggi a correre ai ripari solo dopo che le epidemie sono emerse, che i contagi sono avvenuti, e magari si sono propagati all’insaputa di tutti.

Pensiamo che sia opportuna questa introduzione perché andiamo a ricordare una delle più micidiali pandemie della storia, quella dell’inizio dello secolo scorso, conosciuta come “Spagnola”, la prima del XX secolo, della durata di circa due anni, dalla primavera del 1918 fino a dicembre 1920, che viene considerata la più grave di tutti i tempi con i suoi 100 milioni di morti su 500 milioni di casi su una popolazione mondiale di 2 miliardi di persone, che porta la percentuale di morti al 20.% dei contagiati e al 5.% della popolazione.

Questi i dati nudi e crudi di cosa sia stata la Spagnola, al suo confronto, i numeri della pandemia dovuta al Covid.19, pure se drammatici, sembrano quisquilie.

Il numero delle vittime della Spagnola non è stato mai definitivamente accertato anche perché all’inizio della stessa era ancora in corso la Prima Guerra Mondiale, e molti decessi derivanti dalla Spagnola vennero classificati come causati dalla guerra; inoltre, non essendoci i mezzi di comunicazione come quelli attuali, ed essendo il conflitto bellico ancora in corso, certamente non tutti i decessi furono registrati; ovviamente questi aspetti marginali non modificano sostanzialmente la misura della tragedia; è stato calcolato che la Spagnola abbia ucciso più persone in un semestre di quante ne abbia uccise l’Aids in 24 anni e la Peste Nera in un secolo.

Il numero delle vittime fa classificare la Spagnola come la più grave pandemia della storia del genere umano, peggiore di quella della “Peste Nera” che imperversò nel 1300.

Anche l’Italia fu duramente colpita: si stimarono tra 600 e 650 mila morti, su circa 38 milioni di abitanti, una percentuale di circa 1,58.% della popolazione, anche a causa della mancanza di coordinamento e collaborazione tra le autorità civili e militari, oggi impensabile.

Questi dati, confrontati con quelli di oggi in Italia (15.362 decessi su circa 61 milioni di persone, con una percentuale deceduti/popolazione dello 0,025.%) ci fanno comprendere meglio quale sia stata, allora, l’entità della tragedia. (1 – continua)

Classe 1941 – Diploma di Ragioniere e perito commerciale – Dirigente bancario – Appassionato di giornalismo fin dall’adolescenza, ha scritto per diverse testate locali, prima per il “Risorgimento Nocerino” fondato da Giovanni Zoppi, dove scrive ancora oggi, sia pure saltuariamente, e “Il Monitore” di Nocera Inferiore. Trasferitosi a Cava dopo il terremoto del 1980, ha collaborato per anni con “Il Castello” fondato dall’avv. Apicella, con “Confronto” fondato da Pasquale Petrillo e, da anni, con “Ulisse online”.

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