Finalmente: tanto tuonò che piovve, recita un vecchio proverbio.
Era ora che si ponesse fine al ridicolo rifiuto da parte degli operatori sanitari no-vax di sottoporsi alla vaccinazione.
E’ come se uno che ha partecipato al concorso per essere assunto nella Polizia di Stato o nell’Arma dei Carabinieri, successivamente alla assunzione si rifiutasse di adoperare la pistola perché si professa contro le armi: verrebbe immediatamente licenziato perché il suo ruolo comporta necessariamente l’uso delle armi.
Ci sono stati e ci sono casi di pacifisti che rifiutano di usare le armi, ma questo avviene principalmente nelle forze armate, anche quelle italiane, in quanto tra le varie mansioni ci sono pure quelle che non prevedono questo obbligo, come, ad esempio, gli addetti ai servizi foto-cinematografici, oppure ai soccorsi, e via dicendo.
C’è un esemplare caso in uno dei film di Stanley Kubrick, “Full Metal Jacket”, un crudo film del 1987, nel quale lo studente Joker, aspirante giornalista di guerra, pacifista, è dichiaratamente contro la violenza ed è assegnato al reparto come reporter, salvo a scoprire, alla fine, che contro la violenza cieca della guerra nessuno può esimersi dal rispondere anche con le armi, quando è proprio indispensabile.
Infatti, dopo la dura esperienza dell’addestramento affidato al sergente maggiore Hartman, un megalomane che si divertiva a dileggiare le reclute, provocando la reazione di una di esse, soprannominato “palla di lardo” il quale, esasperato, ammazza l’istruttore e con la stessa arma si suicida. Il reparto raggiunge poi la zona di guerra, dove la pattuglia della quale fa parte Joker cade in una imboscata nella quale un cecchino vietnamita, con una carabina di precisione, infierisce spietatamente sui marines americani ferendoli senza ammazzarli; quando gli stessi riescono a individuarlo e a colpirlo, scoprono che è una ragazza la quale, mortalmente ferita, implora con lo sguardo di farla finita, e il giovane Joker è costretto ad estrarre l’arma e porre fine alla sua sofferenza: un gesto di pietà ma anche una chiara dimostrazione che non si può mai essere del tutto sicuri di non dover rinnegare il proprio credo, per il bene degli altri.
Tutto questo per dire, tornando all’argomento che vogliamo trattare, che è non solo incomprensibile, ma pure inumano l’intestardirsi di quegli operatori sanitari no-vax che si ostinano a rifiutare il vaccino: il loro comportamento mette in pericolo non solo la loro vita -della quale essi sono padroni- ma anche quella degli altri, che potrebbero essere vittime innocenti del loro negativo comportamento.
Per essi l’obbligo vaccinale dovrebbe essere nel DNA, ma se non hanno tale sensibilità, ben venga una disposizione che li obblighi e mandi a casa chi si rifiuta.
Finora il Governo ha temporeggiato ma ora, finalmente, il Governo Draghi ha deciso.
Infatti, in conferenza stampa ha dichiarato: “Chi lavora a contatto con i pazienti non potrà più rifiutare il vaccino anti Covid.
E il ministro della Giustizia, Marta Cartabia ha preparanto un decreto “ad-hoc”; essa, da Giudice costituzionale, firmò una delle sentenze con cui la Consulta ha sostenuto la legittimità dell’obbligo vaccinale; una pronuncia sul morbillo, dunque su un’emergenza che nulla ha a che vedere con la pandemia che il mondo intero sta affrontando pagando un sacrificio altissimo in termini di vite umane.
Chi pensava a un provvedimento che si limitasse a imporre sospensioni e trasferimenti di sanitari no-vax deve ora ricredersi: tutto faceva prevedere che venisse adottata una linea dura in tempi strettissimi; fra l’altro chi si intende un tantino di organizzazione sanitaria, sa bene che un trasferimento di sanitari no-vax ad altri reparti è praticamente quasi impossibile.
Il ragionamento è semplice: se la maggior parte della popolazione riesce a vaccinarsi, inclusi gli operatori sanitari, si potrebbe arrivare in breve tempo a quella immunità totale alla quale tutti aspirano, e questo avvantaggerà non solo il singolo cittadino, ma anche le attività produttive che potranno riprendere a lavorare.
Per questo motivo è efficace il provvedimento appena adottato; è stato ufficialmente comunicato che il Consiglio dei Ministri ha approvato un decreto-legge che introduce misure urgenti per il contenimento dell’epidemia da COVID-19, in materia di vaccinazioni anti SARS-CoV-2, ,ma anche in materia di giustizia.
Segnatamente all’obbligo vaccinale vengono introdotte “disposizioni volte ad assicurare l’assolvimento dell’obbligo vaccinale da parte del personale medico e sanitario, prevedendo una dettagliata procedura per la sua operatività e adeguate misure in caso di inottemperanza (assegnazione a diverse mansioni ovvero sospensione della retribuzione)”.
Ma, contemporaneamente, viene pure esclusa “la responsabilità penale del personale medico e sanitario incaricato della somministrazione del vaccino anti SARS-CoV-2, per i delitti di omicidio colposo e di lesioni personali colpose commessi nel periodo emergenziale, allorché le vaccinazioni siano effettuate in conformità alle indicazioni contenute nel provvedimento di autorizzazione all’immissione in commercio e alle circolari pubblicate sul sito istituzionale del Ministero della salute relative”; disposizione quanto mai opportuna visto che si era paventato il rischio di azione penale anche nei confronti del personale sanitario che lo si era limitato alla sola somministrazione: una follia tutta italiana.
Tali provvedimenti, checché se ne pensi, mostrano ancora una volta che il Presidente Draghi è un uomo pratico, un uomo del fare piuttosto che del dire, cosa che, in questi tempi di inutili chiacchiericci, non guasta.