Prima di addentrarci nell’argomento dei colori, è opportuno dare una brevissima informativa sul funzionamento dei vaccini, in particolare della differenza, sostanziale, tra quelli antinfluenzali e quelli anti-covid.19.
Il vaccino antinfluenzale contiene frammenti propri del virus influenzale che hanno la capacità di agire da antigeni e stimolare il sistema immunitario a produrre una barriera contro il suddetto agente virale.
Con il vaccino anti-covid.19 si introduce nelle cellule dell’organismo solo l’informazione genetica necessaria per costruire copie della proteina Spike. L’adenovirus non è in grado di replicarsi e dunque non può diffondersi nell’organismo dei vaccinati.
In sostanza, mentre assumendo il vaccino antinfluenzale si può trasmettere il contagio ad altri, con quello anticovid19 questo, almeno fino a questo momento, non sembra possibile.
Veniamo ora all’esame della problematica dei colori: dall’inizio della pandemia, esattamente un anno fa, ne erano stati utilizzati tre, giallo, arancione e rosso, per individuare le Regioni a minore, medio e maggiore rischio.
Successivamente i tre colori erano stati utilizzati anche per la indicazione delle giornate nelle quali era possibile allentare i vincoli (giallo), restringerli leggermente (arancione), o del tutto (rosso).
Ora quei tre colori si sono allargati, passando dal bianco al giallo, all’arancione, al rosso e al rosso rafforzato: quindi sono diventati cinque.
Però sembra che i due che non hanno subito modifiche, il giallo e l’arancione, stiano protestando perché si vedono discriminati: perché gli altri due hanno anche la variante “rafforzata” e noi no?
Il “bianco”, furbacchione, tace, non gli conviene la variante, perché potrebbe essere solo negativa.
Comunque a qualcuno terra terra verrebbe da dire, in buon dialetto napoletano, “ ma vuie a chi vulite fa’ scimuni’ ”; noi che siamo un tantino più raffinati, o almeno presumiamo di esserlo, diciamo più semplicemente “ci state facendo impazzire”: è più fine, ma rende meno.
E lo “scimunimiento” cresce sempre di più perché le cose, e quindi i colori, cambiano continuamente in relazione ai contagi che quotidianamente si rilevano, e ora che il criterio è stato automatizzato, nel senso che se un giorno si supera un determinato numero di contagi per 100.mila abitanti, automaticamente quella zona cambia colore, la situazione dello “scimunimiento” peggiora.
La cosa più strana è ciò che è accaduto in Sardegna, colorata di bianco per circa un mese; poi improvvisamente è diventata arancione, quindi ha scalato due gradini: ma com’è che non ha fatto un gradino per volta? Misteri della burocrazia scientifica!
E per tornare al capitolo napoletano “ ma vuie a chi vulite fa’ scimuni’ ”, è illuminante vedere cos’è accaduto in Italia negli ultimi giorni.
Prendiamo come data di riferimento il 13 febbraio 2021, giorno nel quale solo le tre regioni del Trentino Alto Adige, Umbria e Sicilia erano color arancione; improvvisamente il 14 febbraio diventano arancione anche Liguria, Toscana, Umbria e Abruzzo; il 15 febbraio la Sicilia viene promossa gialla; ma il 21 febbraio tornano arancione Emilia-Romagna e Molise, la Campania diventa giallo-rafforzato (rafforzamento prima non previsto); il 1° marzo tornano arancione Piemonte, Lombardia e Marche, ma Molise e Basilicata passano al rosso e la Sardegna viene promossa bianca; il 5 marzo la Lombardia ridiventa rossa; 8 marzo: rosso il Piemonte, arancione Veneto e Friuli, giallo rafforzato la Campania; il 15 marzo rosse Trentino, Friuli, Veneto, Emilia-Romagna, Marche, Lazio, Molise, Puglia e Basilicata; il 16 marzo la Basilicata ridiventa arancione; il 22 marzo la Sardegna viene bocciata e passa dal bianco all’arancione salendo due gradini, il Molise viene promosso e pure diventa arancione; da lunedì 29 bocciate Toscana e Calabria che diventano entrambe rosse.
E il 3, 4 e 5 aprile, Sabato santo, Pasqua e Pasquetta tutta l’Italia sarà rossa.
Questi dati sono rilevati dal sito https://covidzone.info/it , chi volesse divertirsi potrebbe collegarsi al link.
“Ma se po’ fa’ sta vita?”;
Quindi più ci avviciniamo alle tre giornate pasquali più i legacci si stringono: staremo chiusi in casa, pranzo di pasqua in cucina o soggiorno, pasquetta fuori porta… sul terrazzo o sul balcone, e speriamo in tempi migliori.
Molti osservatori prevedono che andremo avanti così per altri mesi, speriamo che entro fine maggio la situazione migliori, anche grazie alle vaccinazioni che, se saranno incrementate, potranno portarci sempre più verso una immunità diffusa, unica soluzione per venir fuori da questa pazzesca situazione.
E, tornando ai vaccini, continuamente si parla di milioni di dosi in arrivo, più ce lo dicono più immaginiamo centinaia di Tir pieni di fialette che si rincorrono sulle autostrade; ci illudono o sarà veramente così?
Vogliamo crederci; e speriamo che il Padreterno ci aiuti.