scritto da Nino Maiorino - 09 Aprile 2024 08:21

Napoli segreta, misteriosa e insolita: il Vico fresco

 

“ ‘O vic’ frisc’ ”

 

I lettori hanno gradito le precedenti passeggiate nei vicoli napoletani, l’ultima è stata quella che ci ha portato a San Gregorio Armeno, pubblicata il 28 marzo scorso.

E questo è per noi motivo di soddisfazione in quanto è il segno che essi gradiscono queste escursioni che evidentemente stimolano a prendersi una mezza giornata di riposo andando a visitare le centinaia di vicoli che la città partenopea annovera.

Ovviamente parleremo di quelli del centro della città, che è facilmente raggiungibile con tutti i mezzi pubblici che portano a Piazza Garibaldi (la piazza della principale stazione ferroviaria della città) oppure a Piazza Municipio.

Il vicolo, dal latino “vicus”, significa borgo, e rappresenta una stradina urbana, delimitata da case e palazzi.

Nel centro storico la città conta più di 100 vicoli, che si intrecciano tra loro.

Una vera gioia per il turista è quella di visitare chiese centenarie e piazze storiche; passeggiando in queste viuzze, si ritrova spettatore inconsapevole della Napoli più intima.

Quando si entra nei vicoli di Napoli ci si immerge in uno scenario teatrale.

Ovunque siate, in qualsiasi strada, basterà alzare gli occhi al cielo per accorgersi di essere sovrastati da tanti panni stesi di tutti i colori: un vero scenario magico.

In alcune stradine ci si ritrova invasi e pervasi da diverse fragranze: storditi dal profumo delle sfogliatelle, inebriati dal pungente odore del rum dei babà, attratti dallo stimolante odore della pizza a portafoglio o di quella fritta.

Per non parlare dei cantanti improvvisati, e forse neanche tanto vista la bravura: in quanto a note e canzoni, qui siamo nella patria della musica popolare che non manca mai, sia nelle strade, sia all’interno delle trattorie nelle quali i posteggiatori sono sempre presenti.

Insomma chi va a Napoli i vicoli non se li può perdere perché è in essi che si vive la napoletanità.

Oggi parliamo di un vicolo molto particolare, conosciuto come il “Vico fresco, o freddo”, nel dialetto partenopeo è denominato “ ‘o vic’ frisc’ ”, a Rua Catalana, a pochi passi da Via Medina (dov’è il Comando della Polizia di Stato) e l’Immacolatella, da dove partono le navi e i traghetti per le isole.

É chiamato “vico frisco’” proprio perché non vi entra mai il sole a causa dei palazzi che lo circondano ma, godendo del vento del mare, riesce a mantenere una temperatura umida e fresca persino nelle giornate estive più calde.

Nel 1343 la regina di Napoli Giovanna I d’Angiò, per incentivare il commercio, chiamò in città negozianti e operai di diverse nazionalità, assegnando a ciascuno un quartiere dove poter vivere: Rua Catalana fu assegnata agli spagnoli.

Nella stradina si insediarono lattonieri, rigattieri e sugherai. Ancora oggi è un quartiere-laboratorio sede di botteghe artigiane della latta e di altri materiali poveri.

Dal 1997 l’architetto e designer Riccardo Dalisi ha restituito vitalità alla zona e ha fatto tornare il vico al suo antico splendore, riunendo tutti gli artigiani della zona che hanno dato vita a un vero museo di arte contemporanea a cielo aperto.

Chi vuole trascorrere una giornata diversa dalle altre, stando al fresco anche in quelle calde, e godersi il buon cibo a prezzi popolari, non deve fare altro che scegliere uno dei localini che si alternano alle botteghe artigiane; in essi, molti con menù a prezzo fisso, si possono gustare tutti i piatti della vasta cucina napoletana, e anche buone pizze.

Provare per credere.

Classe 1941 – Diploma di Ragioniere e perito commerciale – Dirigente bancario – Appassionato di giornalismo fin dall’adolescenza, ha scritto per diverse testate locali, prima per il “Risorgimento Nocerino” fondato da Giovanni Zoppi, dove scrive ancora oggi, sia pure saltuariamente, e “Il Monitore” di Nocera Inferiore. Trasferitosi a Cava dopo il terremoto del 1980, ha collaborato per anni con “Il Castello” fondato dall’avv. Apicella, con “Confronto” fondato da Pasquale Petrillo e, da anni, con “Ulisse online”.

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