La sosta delle auto nelle città è sempre più una croce (senza delizia) degli automobilisti, penalizzati tra stalli a strisce blu le cui tariffe incominciano a diventare delle vere diavolerie: si va dalle tariffe orarie differenziate, basse nelle periferie, che crescono man mano che ci si sposta verso il centro.
Non parliamo, ovviamente, solo della realtà cavese, tutto il mondo è paese, e in tutte le città inventano meccanismi che possono trarre in inganno anche automobilisti esperti.
Sembra che le amministrazioni comunali si inventino sistemi incredibili, basta pensare che in una città turistica non lontana da noi, nella piazza al centro della quale è dislocato il comando della Polizia urbana, vi sono strade a doppio senso che hanno tariffe differenti: a destra si paga un importo, a sinistra un altro, e, giacché le istruzioni sulle macchinette del pagamento sono tutt’altro che chiare, bisogna raccomandarsi al Padreterno per raccapezzarsi, o informarsi dagli stessi Vigili.
In ogni caso, è sempre consigliabile rispettare le norme del codice della strada e parcheggiare il proprio veicolo in modo regolare e in conformità con le segnalazioni presenti sulle strade e nei parcheggi. In questo modo, si eviteranno multe per divieto di sosta e si contribuirà a garantire una maggiore sicurezza e fluidità del traffico.
Comunque nelle città è fin troppo facile incorrere nella infrazione per divieto di sosta con relativa multa.
A proposito della quale ci sono da sfatare alcune convinzioni che potrebbero far pesare meno il danno al malcapitato automobilista.
Il quale, quando va a ritirare la vettura e trova appiccicato sul vetro, anteriore o posteriore, il relativo verbale, oltre a imprecare contro i Vigili o gli ausiliari del traffico, farebbe bene a riflettere per avere dalla multa il minor danno.
In genere il pagamento, se fatto entro cinque giorni, gode di una riduzione, non rilevante ma comunque discreta.
Il problema, però, sta in un altro aspetto della notifica, vale a dire la durata della stessa.
Molti sono convinti che, ricevuta la contestazione della infrazioni, valga la pena di spostare immediatamente la vettura per evitare che l’agente adibito al controllo possa procedere ad una ulteriore contestazione di divieto di sosta.
Nulla di più sbagliato, perché una contestazione ha la durata di 24 ore, motivo per il quale prima delle 24 ore non è possibile ricevere un secondo verbale: è buona norma, quindi, non solo non spostare la vettura, ma nemmeno togliere il verbale lasciato sul parabrezza, così che un altro agente avrà la possibilità di prendere visione dell’orario della prima infrazione ed evitare di stilare un altro verbale.
La legge, quindi, prevede una sorta di “periodo franco” tra la prima e la seconda contravvenzione: si tratta di un termine che consente al trasgressore di non spostare l’auto dal luogo ove è stato commesso l’illecito, proprio per evitare un secondo verbale..
Quanto tempo copre una multa per divieto di sosta – La legge stabilisce che tra la prima e la seconda multa deve trascorrere un tempo minimo di 24 ore. Dunque ben può un secondo poliziotto elevare un’ulteriore contravvenzione a chi è già stato multato, ma a patto che sia decorso tale termine.
Diversamente, la seconda multa è illegittima e deve essere annullata.
Attenzione però: la legge parla di “ore” e non di “giorni”. Sicché non basta che decorra un giorno solare per ricevere la seconda multa: è necessario che sia trascorsa anche la ventiquattresima ora.
Per comprendere meglio questo concetto facciamo un esempio.
Se una persona parcheggia la propria auto in divieto di sosta alle 22:00 di sera, non potrà ricevere una seconda multa alle 6:00 del mattino successivo, ma solo dopo le ore 22:00 del giorno seguente.
Questa regola è stabilita dall’articolo 7 del codice della strada, il quale prevede che «nei casi di sosta vietata, in cui la violazione si prolunghi oltre le ventiquattro ore, la sanzione amministrativa pecuniaria è applicata per ogni periodo di ventiquattro ore, per il quale si protrae la violazione».
Pertanto, solo dopo che sono trascorse 24 ore dalla prima violazione, l’agente della polizia municipale che riscontra la permanenza dell’auto in divieto può elevare un secondo verbale, controllando lo “scontrino” lasciato sul parabrezza dal precedente collega, dove viene riportata la data e l’ora dell’accertamento.
Veniamo ora agli inutili trucchi messi in atto da alcuni automobilisti che sperano, così, di farla franca.
Usare una vecchia multa per evitare la nuova – E’ inutile, perché la contravvenzione indica la data (il giorno e l’ora) in cui è stata elevata: pertanto se il vigile dovesse controllare tali dati si accorgerebbe che, essendo decorse 24 ore dal precedente verbale, è possibile fare una nuova contravvenzione.
Inutile parcheggiare l’auto altrove e lasciare la vecchia multa – La regola delle 24 ore di copertura della multa per divieto di sosta si applica unicamente nel caso in cui l’auto non venga spostata.
Se invece il veicolo viene mosso dal luogo dell’infrazione e parcheggiato altrove, anche se a pochi metri di distanza, è possibile che si venga multati anche prima di 24 ore, trattandosi di una nuova, autonoma e distinta violazione.
In questo caso, lasciare sul parabrezza il precedente verbale per parcheggiare la macchina in altro spazio ove sussiste il divieto di sosta non serve a nulla, sul precedente verbale viene specificato, anche a tale scopo, il luogo e il numero civico dell’infrazione.
Quante multe per divieto di sosta si possono ricevere – Una delle conseguenze di questa regola è che è possibile ricevere più di una multa per divieto di sosta se il veicolo, alla fine delle 24 ore, non viene spostato dal luogo ove sussiste il divieto.
Non esiste un limite al numero di multe che si può ricevere per divieto di sosta se l’auto resta sempre nello stesso posto.
Né il titolare del mezzo avrà diritto a uno sconto su tutte le sanzioni prese, trattandosi di illeciti autonomi.
Dopo una multa per divieto di sosta meglio non spostare l’auto nelle 24 ore – Una volta ricevuta la multa per divieto di sosta, non si è obbligati a rimuovere immediatamente l’auto prima delle 24 ore, a condizione che non ostacoli la circolazione o non crei pericolo al traffico.
In caso contrario, il carro attrezzi può rimuoverla, nonostante l’avvenuta irrogazione della multa.
In ogni caso, oltre alla sanzione per divieto di sosta, non è possibile subire una sanzione accessoria per il fatto di non aver rimosso tempestivamente il mezzo. Non ci sarà alcuna decurtazione dei punti dalla patente.
Cosa fare se si ricevono due multe per divieto di sosta – Se ci si accorge di aver ricevuto due o più multe nell’arco delle 24 ore, è possibile presentare una richiesta di sgravio alla polizia locale (tecnicamente si parla di “ricorso in autotutela”).
Tuttavia, è importante sottolineare che la presentazione di un ricorso in autotutela non sospende i termini per fare ricorso al giudice o alla prefettura.
Pertanto, in caso di mancata risposta o di risposta negativa alla richiesta di sgravio, sarà bene impugnare il verbale entro 30 giorni dinanzi al giudice di pace o entro 60 giorni dinanzi al Prefetto.
Conviene mettere l’auto in divieto di sosta o pagare un parcheggio a pagamento? – Dopo aver appreso che non è possibile ricevere più di una multa per divieto di sosta entro le 24 ore, ci si potrebbe chiedere se, qualora non si trova un parcheggio, sia più conveniente lasciare l’auto in divieto di sosta e rischiare di prendere la multa oppure pagare il parcheggio in un garage privato.
Anche se la violazione del codice della strada dovrebbe essere evitata per dovere civico e rispetto degli altri, si può fare un confronto dei costi tra una multa per divieto di sosta e il pagamento di un parcheggio privato.
In alcuni centri turistici, infatti, il costo di un giorno in un garage può essere superiore ai circa 30 euro della sanzione per divieto di sosta.
Tuttavia, va ricordato che la scelta di parcheggiare in divieto di sosta comporta rischi e potrebbe causare disagi ad altri automobilisti o pedoni, oltre a creare possibili rallentamenti del traffico.
Quant’è la multa per divieto di sosta – Il codice della strada prevede una sanzione di minimo 41 euro, che può arrivare fino a 168 euro.
Tuttavia, se si paga entro 5 giorni dalla notifica o dalla contestazione dell’infrazione, si può usufruire di uno sconto del 30% sulla sanzione piena, riducendo quindi l’importo a soli 28,78 euro.
Non è prevista la decurtazione dei punti dalla patente.
La sanzione che non viene pagata immediatamente arriva a casa del conducente nonostante il foglio lasciato dal vigile sotto il tergicristalli, maggiorata però dei costi di notifica.
È dunque dal momento del ricevimento della notifica presso la propria residenza che decorre il termine di 5 giorni per pagare con lo sconto del 30% o per fare ricorso.