scritto da Nino Maiorino - 24 Ottobre 2022 07:39

MISTERI L’uomo di Somerton

Iniziamo con questo articolo una nuova serie di racconti, che denominiamo “Misteri”.

Con la serie “Storiacce”, con cui da anni stiamo raccontando storie di delitti e violenze spesso orribili, abbiamo avuto il riscontro che ai lettori tali racconti piacciono, avendoci dimostrato il loro gradimento.

Riteniamo che anche questa nuova serie avrà lo stesso gradimento in quanto, così come le storie di violenza, anche quelle misteriose attirano la curiosità del pubblico e dei lettori.

Iniziamo con questo racconto che riguarda un avvenimento le cui origini ci portano al 1948, allorquando, su una spiaggia australiana, alcuni passanti notarono un uomo sdraiato che sembrava addormentato; supponendo che fosse ubriaco, si allontanarono come se nulla fosse, ridendo e scherzando perché l’uomo sembrava morto.

La mattina dopo, facendo un’altra passeggiata sulla stessa spiaggia lo trovarono ancora lì come il giorno prima e chiamarono la polizia.

I poliziotti trovarono il corpo di un uomo deceduto, sulla quarantina, pulito e ben vestito, in ottime condizioni fisiche, che non presentava sul corpo né segni di lotta, né ferite, né sintomi di malore.

La cosa strana era che negli indumenti, all’esterno e all’interno, non c’erano tracce di sabbia, il che lasciava supporre che l’uomo fosse deceduto altrove e poi fosse stato portato sulla spiaggia.

Tutte le etichette degli indumenti erano state rimosse, negli stessi non c’erano documenti di identità, e non c’era neanche il portafoglio.

Nelle tasche degli abiti fu trovata solo una gomma da masticare; ma c’era anche una tasca “nascosta” nella cintura, nella quale fu trovato un pezzo di carta sul quale era scritto Tamam shud: è una parola persiana che sta per finito. 

Tradotta in italiano la frase è “Tamam sussulta”, e, approfondendo il termine inglese, in italiano significa “ok – si”.

Nessuna persona scomparsa poteva essere ricondotta a quell’uomo. Gli esami medici rilevarono che non si trattava di un vagabondo e che non era deceduto per malattie cardiache.

Infatti l’autopsia stabilì che l’uomo era sano, a parte la milza piuttosto ingrossata, e il sangue si era coagulato attorno ai suoi organi interni, probabilmente per effetto del decesso.

Il sangue rappreso fece pensare al medico legale che si trattasse di avvelenamento, ma non fu possibile rilevare alcun veleno, motivo per il quale si concluse che lo sconosciuto era morto a causa di un veleno “non rilevabile”: cos’altro poteva essere stato?

Dal momento che l’uomo era privo di ogni identificazione, la polizia perlustrò attentamente l’area cercando qualsiasi indizio che potesse condurre alla sua sull’identità, e trovò una valigia, la quale pure si rivelò inutile: nella stessa vennero trovati solo due capi di abbigliamento, uno con l’etichetta “T. Keane”, e l’altro “Kean”, e nessun indumento intimo come calzini, mutande, canottiere, eccetera.

Inoltre nella valigia c’erano articoli di cancelleria, ma nessun documento.

La polizia brancolava nel buio, ma improvvisamente si aprì una nuova pista: qualcuno si fece avanti con un libro, la copia del poema Rubʿayyāt dell’XI secolo, in una rara edizione del 1859, da una pagina del quale era stata strappata la frase misteriosa (Tamam Shud); l’uomo che consegnò il libro alla polizia disse che lo stesso era stato lasciato nella sua macchina mentre era aperta.

Rubʿayyāt è un libro di poesie scritto da ʿUmar Khayyām, matematico e poeta persiano, dal quale era stato tratto, nel 1925, anche il film muto dal titolo “A Lover’s Oath – Il giuramento di un amante”, diretto da Ferdinand P. Ealre, interpretato dall’attore Ramon Navarro, una delle icone cinematografiche dell’inizio del ‘900, e da Milton Sills, che ne aveva scritto anche il copione.

Nel libro c’era una pagina dalla quale era stata strappato un pezzo che conteneva una strofa, e fu trovato un numero telefonico, dal quale la polizia risalì a una donna, Jessica Thompson, soprannominata Jetsyn.

Jessica-Jetsyn fu interrogata sul caso e inizialmente sembrò evasiva e disinteressata; ma quando le fu mostrata la foto del morto rimase sconvolta e sembrò sul punto di svenire, poi si riprese e affermò di non conoscerlo.

Ma la Thompson certamente era coinvolta e sapeva qualcosa sul poema del Rubaiyat, e fu appurato che ne aveva dato una copia a un compagno il quale, durante la seconda guerra mondiale, era stato in un’unità di intelligence insieme ad Alf Boxall.

La stessa Thompson potrebbe essere stata coinvolta nell’intelligence: la figlia disse che la madre parlava russo, ma si rifiutò di dire come l’aveva imparato, aveva lavorato con i rifugiati ed era interessata al comunismo.

La figlia sospettava che fosse una spia e temeva che fosse coinvolta nella morte dell’uomo misterioso.

Ad un certo punto, messa alle strette, affermò anche che sua madre aveva ammesso di conoscere l’uomo e le aveva persino detto di ritenere che il caso fosse al di sopra del livello della polizia di stato.

L’uomo di Somerton era morto indossando un abito sartoriale americano, non era circonciso, e aveva mangiato una specie di pasticcio prima di morire.

Sembrano elementi irrilevanti, ma quando non si trova altro anche questi diventano importanti, a volte essenziali.

L’uomo di Somerton aveva mani morbide e lisce ma muscoli forti e polpacci alti e insolitamente potenti.

Cosa faceva nella vita quest’uomo per avere un corpo del genere?

Jessica Thompson, alias Jetsyn, aveva un figlio di nome Robin; a lui e allo sconosciuto uomo di Somerton mancavano entrambi degli incisivi anteriori e avevano la stessa rara struttura dell’orecchio: le probabilità che si trattasse di una coincidenza sono stimate in 1 su 10/20 milioni.

 

F

Un uomo di nome Derek Abbott, sul quale non abbiamo trovato riferimenti (che sono stati trovati su tutto ciò che fin qui abbiamo raccontato) è rimasto affascinato dal caso e lo ha studiato per anni, convinto di essere un erede; risulta che abbia incontrato la figlia di Robin Thompson con la quale si è  sposato e hanno avuto tre figli.

Derek Abbott ritiene che i resti dell’uomo misterioso dovrebbero essere riesumati per il test del DNA in modo da accertare se sua moglie e i figli siano suoi discendenti.

Le autorità australiane hanno respinto le richieste, sottoponendo al test del DNA solo alcune ciocche di vecchi capelli: l’unica conclusione venuta fuori è che la madre dell’uomo di Somerton era di origine europea.

Alcune possibili spiegazioni per l’ancora sconosciuto Uomo di Somerton sono le seguenti:

1)Ebbe un figlio dalla losca Jessica/Jetsyn Thompson, che ad un certo punto lo lasciò e l’uomo si uccise utilizzando uno sconosciuto veleno e portandosi dietro un biglietto con la sua frase poetica preferita. Non aveva carta d’identità e odiava avere le etichette nei suoi vestiti. Non aveva alcun amico a cui sarebbe mancato.

2)Era una spia degli USA e degli alleati e la moglie Jessica/Jetsyn era una spia dei sovietici. Il poema del Rubaiyat era stato utilizzato come un libro in codice.  Jessica/Jetsyn o uno dei suoi compatrioti lo avevano avvelenato. Il governo australiano non avrebbe rivelato la verità per non danneggiare l’intelligence.

3)Era una spia comunista avvelenata dalle autorità dell’intelligence australiana che non avrebbero mai ammesso di averlo fatto. I poliziotti che avevano svolto le indagini non erano al corrente del segreto e non potevano accedere ai registri pubblici all’interno della cortina di ferro, quindi non potevano trovare traccia della sua nascita o altro. Inoltre, aveva avuto una relazione amorosa con un’altra spia comunista con la quale avrebbe avuto un figlio.

4)Era una spia degli Stati Uniti e degli alleati che aveva provato ad avvicinarsi a Jessica/Jetsyn perché sapeva o voleva dimostrare che essa era una traditrice e una spia. Forse era rimasto eccessivamente coinvolto  al punto da aver avuto persino un figlio da lei; Jessica/Jetsyn e i suoi complici avevano scoperto che li stava spiando e lo avevano fatto avvelenare.

Ma nessuna di queste teorie spiega perché qualcuno abbia abbandonato il poema del Rubaiyat senza la parola “tamam shud” nell’auto di uno sconosciuto, o perché Jessica/Jetsyn aveva ammesso di aver dato una copia del Rubaiyat ad Alf Boxall.

Fino a questo momento il mistero non è risolto, gli investigatori, dal 1948 ad oggi, non sono stati in grado di scoprire chi sia lo sconosciuto trovato morto su una spiaggia deserta.

Per questo motivo l’uomo di Somerton, nonostante tutto ciò che si è scoperto, rimane ancora sconosciuto; speriamo che un giorno Derek Abbott scopra la verità e lo sconosciuto possa riunirsi alla sua famiglia, almeno nella morte, e che i suoi assassini vengano smascherati, anche se probabilmente è troppo tardi per assicurarli alla giustizia.

Perché per un uomo non c’è destino più triste che essere abbandonato da tutti senza essere compianto da nessuno.

E perché non c’è mai stata una risposta definitiva al dubbio che affliggeva il Foscolo “La tomba renderà il sonno men duro?”.

Classe 1941 – Diploma di Ragioniere e perito commerciale – Dirigente bancario – Appassionato di giornalismo fin dall’adolescenza, ha scritto per diverse testate locali, prima per il “Risorgimento Nocerino” fondato da Giovanni Zoppi, dove scrive ancora oggi, sia pure saltuariamente, e “Il Monitore” di Nocera Inferiore. Trasferitosi a Cava dopo il terremoto del 1980, ha collaborato per anni con “Il Castello” fondato dall’avv. Apicella, con “Confronto” fondato da Pasquale Petrillo e, da anni, con “Ulisse online”.

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