L’isoletta napoletana è colpita da una maledizione
L’isoletta La Gaiola, che si trova urbanisticamente nel quartiere di Posillipo, e che è un vero piacere ammirare dalla terra ferma con quel ponticello che sembra sospeso tra i due scogli che la compongono, è un paradiso nel golfo partenopeo, pure se è considerata un’isola maledetta perché sembra sia colpita da una maledizione.
La Gaiola è sicuramente uno dei luoghi più belli di Napoli: si tratta di un arcipelago, nascosto fra le insenature del Golfo, frequentato, soprattutto in estate, da tantissime persone è anche interessato da molte leggende, tra le quali quella di una maledizione.
È una storia che risale all’antica Roma in quanto La Gaiola, il cui nome significa cavità, grotta o gabbia, fu posseduta da tantissimi personaggi durante i secoli.
Il primo fu Publio Vedio Pollione, il quale scelse questo luogo magico per far costruire la sua villa.
Alcune delle leggende oscure narrano della perfidia di questo nobile romano, il quale dava i suoi schiavi in pasto alle murene.
C’è chi fa risalire la maledizione a questo periodo o, addirittura all’opera del “mago Virgilio”, fatto sta che anche in epoca moderna la sfortuna tormentò i proprietari dell’isola.
Quando si parla del “mago Virgilio” ci si riferisce al poeta Virgilio che, secondo un’altra leggenda, seppellì un uovo nelle fondamenta di un altro luogo celebre che, da allora, è chiamato “Castel dell’Ovo”.
La maledizione sembra abbia colpito anche in epoca moderna in quanto la sfortuna tormentò i proprietari dell’isola, fra i quali Luigi De Negri nel 1871 che fu costretto a venderla l’anno seguente per problemi finanziari o ancora Maurice Sandoz, proprietario di una casa farmaceutica, che terminò i suoi giorni in manicomio.
Ci furono, negli anni, persone che tentarono di riscattare la fama dell’isola, ma l’operazione non riuscì mai fino in fondo.
Infine, tra gli ultimi proprietari ci fu Paul Getty, imprenditore petrolifero, il cui diciassettenne nipote John Paul Getty III fu rapito dalla ‘Ndrangheta luglio del 1973.
Il ragazzo venne liberato il 15 dicembre successivo, dopo 5 mesi di prigionia; i rapitori lo fecero trovare in una stazione di servizio a Lauria, in provincia di Potenza, e nove persone vennero arrestate per il suo rapimento.
Ma non finì bene perché l’avarissimo nonno, che aveva pagato un riscatto di tre milioni di dollari, impose al nipote di restituirglieli con il 4 per cento di interessi annui.
Da quel giorno, il ragazzo, traumatizzato dal sequestro, dalla prigionia, e dalla esosità del nonno, rimase vittima di alcol e droghe ed è scomparso nel 2011 in Inghilterra all’età di 55 anni, vittima della droga che lo aveva paralizzato e portato alla cecità completa.
Si dice che anche lui sia rimasto vittima della maledizione de La Gaiola.
Ma anche se l’isolotto ha una cattiva fama, il Parco Sommerso di Gaiola rappresenta una delle aree marine protette più affascinanti del Mediterraneo, un vero e proprio gioiello naturale che si estende nel Golfo di Napoli.
L’isola, con i suoi paesaggi sottomarini mozzafiato, offre un habitat variegato per numerose specie di flora e fauna marina; qui, gli appassionati di nuoto in superficie e di immersioni possono immergersi in un mondo ricco di storia, esplorando le sue profondità.
L’isola, oggi, è di proprietà pubblica e non risulta abitata.
Chi si trova in zona e vuole fare una capatina all’isola della Gaiola, trascorrerà una giornata ricca di fascino; e se ha il timore della maledizione, potrà scaramanticamente farsi donare un cornetto scacciaguai che si vende nelle strade napoletane.