Tra sconti in bolletta ENEL, SPID e CIE.id, addio PASSWORD
Risparmio energetico – Iniziamo con un tema che appassiona tutti in questo periodo e lo farà di più nel prossimo inverno, quello del risparmio di energia edella riduzione del costo delle bollette di energia elettrica e gas.
Enel ha preannunciato sconti in bolletta per i consumatori più oculati che consumeranno minore energia elettrica nei prossimi mesi, e sta inviando una lettera ai suoi clienti per informarli circa l’iniziativa chiamata “Essenzial-Mente”.
Chi consumerà meno elettricità in casa da ottobre a dicembre avrà uno sconto in bolletta: è questa l’iniziativa pensata da Enel per invogliare i propri clienti a diminuire i consumi e aiutarli a risparmiare e a combattere il caro energia.
Enel propone uno sconto in fattura per tutti coloro che ridurranno i propri consumi; l’incentivo economico al momento si rivolge a circa 9 milioni di clienti del mercato libero che in questi giorni riceveranno una lettera che fornirà loro informazioni a riguardo.
Si calcola che una famiglia media può ottenere un bonus di 10-20€ in un trimestre, che andrebbe ad aggiungersi ad un risparmio di 40-50 euro in bolletta, uno sconto complessivo di circa 70€.
I clienti Enel non dovranno aderire in maniera esplicita, dovranno semplicemente risparmiare energia. Grazie al risparmio potranno usufruire di una riduzione pari a 0,10 € per ogni kilowattora risparmiato, per ora solo nei mesi di ottobre, novembre e dicembre prossimi.
Affinché il bonus possa essere erogato il prezzo dell’energia deve essere superiore ai 400€ al mega-wattora. Il tetto è stato deciso dall’utility in quanto al di sotto di tale soglia il bonus diventa economicamente meno sostenibile per l’azienda (10 centesimi per 9 milioni di clienti equivalgono a circa 1 milione di euro).
Il bonus economico verrà riconosciuto entro la seconda bolletta del 2023 o, in caso di recesso e/o voltura, con la bolletta di chiusura.
Per verificare l’effettivo risparmio verranno raffrontati i consumi dell’ultimo trimestre del 2021 con quelli dell’ultimo trimestre del 2022.
Se il contratto con Enel Energia è stato sottoscritto da meno di 12 mesi, i dati di consumo vengono confrontati con i dati storici del Pod (codice identificativo del punto di fornitura).
Nella lettera ai propri clienti Enel fornisce anche alcune indicazioni utili per risparmiare concretamente in bolletta e riuscire anche a ottenere il bonus economico.
L’elenco dei comportamenti virtuosi da attuare è lo stesso che abbiamo più volte pubblicato, basta leggere i precedenti articoli.
Nella lettera l’Enel informa i clienti che potranno consultare lo storico dei consumi sulle bollette disponibili nella sua area clienti.
È stato poi predisposto una sorta di contatore che, a partire presumibilmente dalla seconda metà di novembre, permetterà di verificare se e quanto si sta risparmiando rispetto all’anno precedente.
SPID e CIE.id – Dello SPID (Codice di identità digitale che consente di collegarsi ai siti istituzionali delle Amministrazioni pubbliche) abbiamo più volte parlato, evidenziando le difficoltà che esso comporta.
Ora sembra che, al posto dello SPID, si possa utilizzare la CID.id (Carta di identità digitale), “CIE 3.0”.
Già attualmente le carte di identità di ultima generazione (quelle che somigliano alle carte bancomat) avrebbero dovuto assolvere a questa funzione, purché potessero essere lette da un lettore di codici a barre quella specie di pistola che viene utilizzata anche in alcuni in supermercati.
Sui vari siti consultati non è ancora certo che questo obbligo sia stato superato.
La nuova CIE.3.0 è frutto dell’attività congiunta dei Ministeri degli Interni e della Innovazione tecnologica a transizione digitale: Carta di identità si è evoluta, e sulla Gazzetta Ufficiale è stato pubblicato il nuovo regolamento.
Chi vuole avvalersi della CIE in sostituzione dello SPID dovrà attivarne le credenziali per i tre livelli di autenticazione: 1 basso solo per servizi di consultazione; 2 medio per dichiarazione dei redditi precompilata, Inps ecc.; 3 alto per utilizzi aziendali.
Al momento il rilascio SPID è gratuito, mentre per la CIE (che dura al massimo 10 anni) c’è un costo fisso di 16,79 euro più eventuali maggiorazioni previste dai singoli Comuni.
Il vantaggio rispetto allo SPID, che ancora in molti non hanno, è che la CIE è sempre più diffusa perché non se ne può fare a meno; esistono ancora quelle vecchie cartacee, alla scadenza delle quali verranno sostituite con quelle elettroniche.
Per le procedure di attivazione si dovrà consultare il manuale pubblicato sul portale del Governo.
In alternativa le istruzioni verranno fornite dall’Ufficio anagrafe del Comune al momento del rilascio, oppure sul portale www.cartaidentità.it .
Con la CIE è possibile pure aggiornare i dati personali, manifestare consenso o dissenso alla donazione degli organi, effettuare il controllo genitoriale per i minori, ottenere la firma elettronica.
Inoltre la nuova CIE potrà essere abilitata per ricevere dai Ministeri informazioni istituzionali.
Tutto ciò con “beneficio d’inventario” perché, consultando il web, non sembra che tutto vada per il verso giusto.
Difficoltà solo iniziali? Ce lo auguriamo.
Password addio? – Sembra che le password si avviino a scomparire; esse sono un incubo per gli utilizzatori del web, ciascuno di noi ne ha decine, e diventa sempre più complicato sia ricordarle e memorizzarle, sia aggiornarle.
Negli ultimi anni, c’è stato un dilagante aumento del loro numero. Un recente rapporto dice, per esempio, che i dipendenti delle piccole e medie imprese ne utilizzano fino a 85 mentre quelli delle grandi aziende, in media, circa 25. E anche un privato, medio utilizzatore del web, ne ha decine.
Inizialmente le esigenze erano meno approfondite, i rischi di individuazione delle stesse erano certamente inferiori, talché bastava una sola, mnemonica, per diversi siti.
Ma nel corso del tempo è stato constatato che l’utilizzo di una sola password è pericoloso, e grandi organizzazioni informatiche, come Google, Apple, ecc., che sono molto attente all’utilizzo della stessa su vari siti, hanno messo sotto controllo gli utenti e periodicamente inviano messaggi con inviti a modificarle, cosa che comporta difficoltà per la creazione di password alternative, esercizio divenuto difficoltoso anche perché, in virtù della sicurezza, vengono richieste cautele adeguate come, ad esempio, l’inserimento di caratteri maiuscoli o numeri o simboli particolari.
E se vengono riscontrate analogie con altre password, dello stesso o di altri utenti, vengono rifiutate, ed è sempre più diffuso il criterio che, dopo alcuni tentativi (in genere tre), non si può procedere ulteriormente e si deve attendere il giorno successivo.
Per non parlare, poi, delle ulteriori sicurezze introdotte, ad esempio l’inserimento di un codice di controllo che ti viene segnalato tramite sms o messaggio di posta elettronica, talvolta temporizzati, motivo per il quale, trascorso un certo lasso temporale, a volte anche pochi minuti, devi iniziare tutto daccapo.
Insomma una specie di calvario informatico.
Ben venga, allora, un sistema che consenta l’eliminazione di queste “paroline”, come sembra che Google e Apple stiano facendo.
Ora la domanda che si pone è: ma le password come le conosciamo oggi scompariranno davvero prima o poi?
Per esempio Apple, con il suo nuovo sistema operativo per iPhone, ha avviato la sostituzione delle password, tant’è che gli smartphone “sono più rapidi per accedervi, più facili da usare e molto più sicuri”, come riferisce il quotidiano spagnolo “El Pais”
In pratica, questo nuovo sistema consente all’utente di accedere a qualsiasi applicazione o servizio tramite Face ID o Touch ID, i sistemi di riconoscimento facciale o tramite impronte digitali, senza inserire manualmente alcuna chiave d’accesso.
Si tratta di sistemi più resistenti a ingressi fraudolenti, ad esempio al phishing, tecnica per entrare nei dati personali e bancari di un utente, e che impediscono di inserire le nostre credenziali in siti fraudolenti pronti a rubarle, poiché l’identificazione come utenti è gestita in modo crittografato “punto a punto” tra il nostro dispositivo e il servizio online a cui si vuole accedere.
Oggi le nuove strumentazioni Apple hanno chiavi d’accesso crittografate e sincronizzate su tutti i dispositivi Apple utilizzando il portachiavi iCloud.
Se viene utilizzato un dispositivo non compatibile con questo sistema, viene generato un codice QR che deve essere scansionato con l’iPhone.
Sebbene questo metodo d’accesso sembri abbastanza promettente all’inizio, non tutte le App attualmente lo supportano.
Però eliminare le password è diventata oggi una delle sfide principali per le grandi aziende tecnologiche per risolvere non pochi problemi di sicurezza sul web.
Ma ci sono controindicazioni: uno dei problemi dei sistemi di autenticazione che utilizzano l’identificazione biometrica è che non può essere modificata, questo è lo svantaggio di usare qualcosa che è posseduta in modo univoco dal gestore, e alla quale l’utilizzatore-utente non può accedere.
Tant’è che un gruppo di ricercatori dell’Università di Tel Aviv in Israele, sostiene El Paìs, ha già fatto sapere “di aver capito come aggirare una grande percentuale di sistemi di riconoscimento facciale”, perché i sistemi biometrici non sono infallibili.
Ad ogni modo la fine delle password non è immediata: “Ci vorrà ancora del tempo prima che questi sistemi diventino più utilizzabili e sicuri -dichiara Jordi Serra professore di Informatica, Multimedialità e Studi sulle Telecomunicazioni presso l’Università Aperta della Catalogna- la proposta di Apple non è ancora sufficientemente realizzata”.