L’incrociatore lanciamissili e portaelicotteri Vittorio Veneto, nave ammiraglia della Marina Militare Italiana dal 1969 al 2003, ha lasciato le acque del porto di Taranto per l’ultima volta ierimattina alle 4:30, al chiarore delle prime luci dell’alba, scivolando silenziosamente sulle acque che per tanti anni l’anno ospitata e sotto lo sguardo commosso di quanti hanno fatto una levataccia ed hanno sfidato il coprifuoco per renderle l’ultimo omaggio. Destinazione, secondo le fonti ufficiali, Turchia. In un cantiere navale, è stato fatto sapere, sarà smontata pezzo per pezzo e resterà solo il ricordo delle sue memorabili imprese.
La tristezza era tanta, palpabile, ne era pregna l’aria. Una nave che ha fatto la Storia (rigorosamente con la S maiuscola) della Marina Militare Italiana, costruita nei cantieri di Castellammare di Stabia, ha portato via con sè il sogno, poi deluso, di un museo sul mare, dopo quasi quarant’anni di carriera in giro per i mari del mondo.
Il Veneto ha visto passare sui propri ponti la Storia degli anni più duri della Guerra Fredda. La più celebre fra le sue missioni rimane quella del 1979, per il soccorso ai profughi del Vietnam. Il governo presieduto da Giulio Andreotti decise l’invio di tre navi verso il Golfo del Siam: gli incrociatori Vittorio Veneto e Andrea Doria e la nave appoggio Stromboli. Alla fine vennero tratti in salvo 907 profughi, uomini, anziani, donne e bambini scappati dal regime comunista di Hanoi e respinti dagli stati confinanti.
Il Vittorio Veneto prese parte anche, nell’ottobre 1985, all’Operazione Margherita per liberare la nave da crociera italiana Achille Lauro sequestrata da terroristi palestinesi. L’operazione venne coordinata proprio dal Vittorio Veneto e in quell’occasione sull’unità navale vennero imbarcati incursori paracadutisti del team Torre, il gruppo operativo specializzato nell’antiterrorismo dei baschi verdi del COMSUBIN.