Di Madonne che piangono ce ne sono sempre state, e se lo fanno hanno i loro buoni motivi.
In una società e in un periodo storico come quello attuale, di motivi per piangere ce ne sono tantissimi, e le Madonne piangenti certamente ne sanno più di noi.
Il fatto che solo alcune scoppino in lagrime, e in determinate parti del paese, fa comunque riflettere.
Prendiamo, ad esempio, la nostra Regione, nella quale sembra che siano venerate le “sette sorelle”, come qualche giorno fa una collega, attenta cultrice anche di fenomeni e credenze religiose e popolari, ha evidenziato: la Madonna delle Galline di Pagani, quella dell’Arco di Sant’Anastasia, la Pacchiana di Castello di Somma Vesuviana, quella dei Bagni di Scafati, Materdomini di Nocera Superiore e la Madonna di Montevergine in provincia di Avellino.
Certo non si capisce perché, in questo elenco, e non per colpa della collega, siano assenti, ad esempio, quella di Pompei, quella del Carmine a Napoli, o quella del Granaro a Paestum, o quella del Divino Amore alle porte di Roma, e tante altre ancora.
Probabilmente perché non fanno notizia, perché non ci sono folle osannanti che in talune occasioni vengono a far loro visita (come quella delle Galline a Pagani) o magari hanno la brutta abitudine di non lagrimare.
Peccato, perché se tutte le Madonne incominciassero a lagrimare in Campania e in tutta Italia, potrebbero contribuire a risolvere, in parte, il problema della siccità almeno nel nostro paese.
Non è nostra intenzione essere blasfemi, ma solo evidenziare che del fenomeno della Madonne che piangono, ne abbiano fin sopra i capelli e la Chiesa, che certamente è più esperta e documentata di tutti su questi fenomeni, li valuta con grande attenzione e grande prudenza.
Perché se oggi è in auge il fenomeno inflazionato delle Madonne piangenti, che quasi non fa più notizia, in passato c’era quello delle Madonne che apparivano ai pastorelli, come a Lourdes, a Fatima, e più recentemente a Medjugorje, per citare le tre apparizioni più note nella nostra Europa.
Ma nel mentre del fenomeno delle Madonne piangenti, ripetiamo, c’è una inflazione di casi, di quelle che apparivano ai pastorelli ci sono pochi casi.
Speriamo di non essere giudicati male se ci permettiamo di malignare; è probabile che oggi vi siano numerosi casi di Madonne lacrimanti perché il fenomeno è legato ai social-media, che contribuiscono a diffonderlo facilmente e con pochi click su una tastiera, mentre, all’epoca delle Madonne che comparivano nelle grotte, i moderni sistemi di divulgazione immediata non esistevano e, complice pure la prudenza della Chiesa che centellinava i riconoscimenti, quei fenomeni rimanevano circoscritti alle zone nelle quali si erano verificati, quasi sempre rurali, e solo quando arrivava il riconoscimento ufficiale della Chiesa, iniziava la diffusione, magari tramite gli stessi organi di stampa del Vaticano, o attraverso la sua radio.
Questa non breve chiosa, ci introduce al fenomeno che da alcuni giorni ci bombarda, sempre attraverso i social, quello della Madonna che piange a Trevignano Romano, una cittadina di circa 5.mila abitanti sul lago di Bracciano, nella campagna romana, che sta diventando meta di folle di pellegrini, per lo più di curiosi, attratti dall’evento.
Il quale trae origine da una o più statuine della Beata Vergine, acquistate tempo fa a Medjugorje, da tale Gisella Cardia, cinquantatreenne di origini sicule, “nome d’arte” di Maria Giuseppa Scarpulla, poi maritata con Gianni Cardia, che oggi dovrebbe essere Maria Giuseppa Scarpulla in Cardia; che per brevità ha deciso di accorciarlo in Gisella Cardia: Gisella è un nome di fantasia, Cardia è il cognome del marito.
Gisella Cardia si è fatta conoscere come la Veggente di Trevignano, intervistata pure da Bruno Vespa su Tv1 qualche giorno fa.
Una vita un tantino ingarbugliata quella della Cardia, la quale, originaria della Sicilia, si è trasferita a Trevignano dopo vari trascorsi giudiziari nell’isola: è stata condannata a due anni di reclusione, con pena sospesa, per bancarotta fraudolenta: il processo, che si è concluso in primo grado, riguarda una vicenda del 2013.
Dopo il fallimento della società della quale erano titolari, la donna e il marito si sono trasferiti a Trevignano.
Qui sarebbero cominciati i fenomeni mistici che andrebbero avanti da cinque anni.
Intanto la Veggente ha creato una fondazione alla quale sono state fatte diverse donazioni.
I fedeli, da qualche tempo, avevano cominciato a riunirsi su un terreno che l’ex imprenditrice e il marito hanno acquistato grazie al generoso lascito di un signore (oggi pentito) che, secondo la Cardia, avrebbe ricevuto una grazia dalla Madonna.
Sempre la Cardia sostiene che è stata la stessa Madonna a indicare il terreno da acquistare, anche se la prima scelta si era posata su un altopiano ancora più prestigioso dal quale si lanciano i deltaplanisti.
Ma al rifiuto degli stessi di cedere il terreno, la Madonna avrebbe cambiato idea sul luogo dove istituire il culto e indicato quello dove la Cardia la incontrerebbe quando non lo fa nella sua abitazione: una Madonna molto accondiscendente che cede alle preghiere dei deltaplanisti!
Dopo il clamore mediatico e l’istituzione di una Commissione di inchiesta da parte della Diocesi, gli incontri sono stati “momentaneamente sospesi con data da destinarsi”, si legge sul sito della veggente, che però continua ad avere attiva la possibilità di ricevere donazioni.
Contemporaneamente proseguono anche le indagini avviate dalla Procura della Repubblica di Civitavecchia.
La Cardia, però, non smette di sorprendere.
Di recente, infatti, ha dichiarato in video che è riuscita a moltiplicare gnocchi e pizza.
Un giorno erano sulla collina, e c’era tanta gente e tanti bambini che avevano fame. Decisero di fare una piccola cena per una quindicina di persone, ma erano rimasti dal pranzo del mezzogiorno solo un piatto di gnocchi e due pezzetti di coniglio.
“Riscaldati gnocchi e coniglio abbiamo apparecchiato il tavolo, dice la Cardia. Io non so come sia stato possibile, ma tutti, mentre si riscaldavano e riempivamo i piatti, hanno mangiato gnocchi e coniglio. Quindici persone ed è incredibile questa cosa che mentre versavo gli gnocchi e coniglio, il cibo non diminuiva, ma neanche quello della pentola».
Ben fatto!
Poteva una Veggente essere da meno di Nostro Signore che aveva fatto il miracolo della moltiplicazione del pane e dei pesci: certo, Gesù era il Figlio di Dio e riuscì a sfamare migliaia di persone, lei, più modestamente, con gnocchi e coniglio è riuscita a sfamarne solo quindici.
E, mentre la questione continua a essere all’attenzione mediatica, si moltiplicano le denunce per truffa.
Sta indagando anche la Guardia di finanza di Colleferro sulla vicenda di Trevignano, mentre l’8 maggio la donna dovrebbe comparire dinanzi al Tribunale di Patti (Messina) per la prosecuzione del procedimento per bancarotta fraudolenta.
Sulla questione è intervenuto anche il parroco di Trevignano, don Piero Rongoni, rifiutandosi di far tenere gli incontri di preghiera con Gisella in parrocchia, come aveva invece fatto il suo predecessore.
Il marito della signora, Gianni Cardia, ha commentato il fatto con le parole «Gesù cacciato dalla sinagoga»; modesto aver paragonato la moglie nientemeno che a Gesù Cristo!
Ma Don Piero spiega: «La verità noi la conosciamo e la mettiamo poi nelle mani di chi deve gestire questa situazione in maniera più congrua».
Intanto il 15 aprile si è svolta a Roma la prima riunione dell’Osservatorio voluto dalla “PAMI – Pontificia Academia Mariana Internationalis” per le apparizioni e i fenomeni mistici legati alla figura della Vergine Maria nel mondo.
Il nuovo organismo studierà e valuterà apparizioni, lacrimazioni, stigmate e altri fenomeni mistici, in corso o già avvenuti, ma ancora in attesa di una pronuncia dell’autorità ecclesiastica circa l’autenticità.
E veniamo agli aspetti più particolari della vicenda, vale a dire le lagrimazioni di lagrime e sangue.
Gisella Cardia sostiene di parlare con la Santa Vergine e con gli Angeli, di avere visioni celestiali e stimmate, in particolare di vedere le lacrime di sangue della statuetta che lei stessa, 5 anni fa, acquistò a Medjugorje. La “Pontificia Academia Mariana Internationalis” è l’organismo per le apparizioni e i fenomeni mistici legati alla figura della Vergine Maria nel mondo.
«L’idea», ha spiegato padre Stefano Cecchin, Presidente della P.A.M.I. «ci era venuta già cinque anni fa dopo un convegno sulle mariofanie. Ora abbiamo deciso di passare ai fatti, non c’era più tempo da perdere, soprattutto considerando la grande ribalta mediatica che hanno casi come quello di Trevignano».
Il nuovo organismo studierà e valuterà apparizioni, lacrimazioni, stigmate e altri fenomeni mistici, in corso o già avvenuti, ma ancora in attesa di una pronuncia dell’autorità ecclesiastica circa l’autenticità.
E veniamo agli aspetti più particolari della vicenda, vale a dire le lagrimazioni di lagrime e sangue.
Prima di ogni altra cosa non si è ben capito quante statuine la Cardia abbia acquistato; sembra però certo che durante le “apparizioni” ne siano state utilizzate almeno due.
Gisella Cardia sostiene di parlare con la Santa Vergine e con gli Angeli, di avere visioni celestiali e stimmate, e, in particolare, di aver visto le lacrime di sangue sulla statuetta che lei stessa, 5 anni fa, acquistò a Medjugorje.
Nei giorni scorsi è emersa un’indiscrezione, riportata, su diversi siti, tra cui “fanpage.it”, secondo la quale il sangue versato dalla statua della Madonna di Trevignano è di animale, forse di un maiale.
Ma la Cardia non ci sta: “Il sangue della statua è stato analizzato dai Ris in presenza del mio vescovo al quale noi abbiamo lasciato anche il nostro Dna, mio e di mio marito, e non abbiamo ancora avuto gli esiti; ma dire che il sangue sgorgato dagli occhi della statua della Madonna di Trevignano è di maiale è una cosa assurda”.
Cosa c’è di vero dietro questa storia? Ricordiamo, per dover di cronaca, che l’ex imprenditrice è accusata di aver rubato soldi ai fedeli, soggiogati dalle sue parole, che le hanno creduto ciecamente, e la maggior parte di essi oggi è pentita di averlo fatto.
Ma cosa rischia la donna in caso di menzogne? Vespa lo ha chiesto al legale della Cardia, che ha risposto che Gisella è indagata per illecito amministrativo ma “ciò che è importante è che non vengano raccontate menzogne”.
Tutto è rimesso ai risultati degli esami del DNA trovato sulla statuetta. Non ci resta che attendere l’esito di questo esame.
Come si svolgevano le sedute e gli incontri con la Madonna?
E’ proprio la Cardia ad illustrarlo, parlando della passione di Cristo, di miracoli, di stigmate.
La Madonna sembra che la vedesse solo lei, nessuno sembra sia stato mai presente, anzi, per evitare fraintendimenti, sembra che gli incontri avvenissero a scadenze fisse in una stanza chiusa, alla quale era consentito accedere solo alla Cardia, almeno un quarto d’ora prima, munita della statuina della Vergine.
Cosa accadesse nella stanza nessuno lo sa per averlo visto, ma solo per averlo raccontato la Veggente.
E anche alla lagrimazione e al sanguinamento nessuno ha mai assistito, il tutto veniva mostrato dalla Cardia a fatto avvenuto.
Ora la Cardia e il marito sono andati via da Trevignano, scomparsi dal 6 aprile, giovedì Santo, allorquando, caricata in fretta a furia l’autovettura, sono partiti per destinazione ignota, portandosi dietro anche le statuine della Madonna, tra le quali quella con le lagrime di sangue. Qualcuno dice che sono andati in vacanza.
Ora si attendono due appuntamenti: il primo è quello del 3 maggio allorquando sarà reso noto l’esame del DNA dei liquidi delle lagrimazioni confrontati con quelli della Cardia; l’altro è l’udienza del processo che si dovrà tenere a Patti l’8 maggio, e poi quello davanti al Procura della Repubblica di Civitavecchia per una controversia societaria.
Frattanto rimane l’amaro in bocca di suoi ex sostenitori, che hanno sborsato alla Veggente diverse centinaia di milioni di euro, convinti di destinarli per opere di bene e di misericordia, che poi hanno capito di essere stati ben raggirati.
N.B. – Alcune notizie sono state tratte dall’ultimo numero del settimanale Famiglia Cristiana.