scritto da Nino Maiorino - 19 Settembre 2022 11:58

Lucio Caracciolo, una voce fuori dal coro

Lucio Caracciolo (foto TRATTA dal profilo FB)

Lucio Caracciolo e “La cortina d’acciaio”

Lucio Caracciolo, classe 1954, è giornalista, saggista e accademico, e ha fondato, nel 1959, la rivista di geopolitica “Limes” che tuttora dirige.

Il grosso pubblico lo conosce perché negli ultimi mesi, dopo l’inizio la invasione della Ucraina da parte dell’esercito russo, è stato presente in quasi tutti i dibattiti di approfondimento sui principali canali televisivi italiani, per spiegare, accanto a ciò che accadeva sui campi di battaglia, le implicazioni internazionali, le conseguenze dei risultati delle battaglie, e i loro effetti internazionali.

Non sempre, nella caoticità dei dibattiti, spesso malamente condotti, si comprendeva bene quale fosse il suo pensiero, ed è per questo che desideriamo fare un approfondimento, riferendoci ad una recente intervista rilasciata al mensile ”Liberetà” dello Spi-Cgil (per l’intervista originale cliccare  sul link https://www.libereta.it/).

Un chiarimento in merito alla “Cortina di acciaio”, titolo con il quale ha aperto il suo ultimo numero di Limes, confrontata con la “cortina di ferro” di storica memoria.

Quest’ultima è una locuzione utilizzata in Occidente per indicare la linea di confine che divise l’Europa in due zone di influenza politica separate, dalla fine della seconda guerra mondiale, conosciuto come di “guerra fredda”: durante tutto il periodo che si concluse con la fine della guerra fredda e con la Perestroika di Gorbaciov, l’Europa orientale rimase sotto l’influenza dell’Unione Sovietica, mentre quella occidentale sotto quella degli Stati Uniti.

Ma già a marzo 1989 si ebbe il primo segnale dello smantellamento di quella cortina, quando l’Ungheria staccò la corrente elettrica alla barriera che la divideva dall’Austria, abbattendo di fatto quella che era una vera barriera fisica; l’abbattimento definitivo di tutta la barriera avvenne qualche mese dopo.

Ma dal 24 febbraio 2022, dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, secondo Caracciolo quella cortina ora è divenuta di acciaio, e nella intervista spiega perché.

La nuova barriera è più insanabile di quella precedente perché è stata idealmente inaugurata da un paese che nella Seconda Guerra Mondiale era stato determinante nello smantellamento della prepotenza nazi-fascista, pagando un prezzo altissimo anche di vite umane a favore della pace.

Oggi questo paese sembra essere diventato la nuova Germania di Hitler sostituito da Putin, il quale avrà pure le sue ragioni, ma di fatto è un invasore di altro paese, al momento l’Ucraina, ma non sappiamo se ha altre mire.

(In questi giorni vengono segnalati spostamenti di truppe dell’esercito della Georgia verso il confine con la Russia; la Georgia ha aderito alla Nato)

Vero è, secondo Caracciolo, che la responsabilità di un conflitto non è mai al cento per cento da una parte sola, ma è fuori dubbio che la Russia ha compiuto un’aggressione e questo è inaccettabile. Ma la Nato e tutto l’occidente a guida americana non hanno mai tentato una vera intesa, del resto nemmeno l’altra parte ci ha mai provato; restiamo mondi connessi, storicamente legati, ma che si capiscono sempre meno, e questo è pericoloso.

Questo conflitto potrebbe rappresentare un primo passo verso un nuovo ordine mondiale, la fine della egemonia americana e l’ascesa verso un mondo multipolare, ma Caracciolo non si scalda in proposito, perché ritiene che non ci sia mai stato, prima e anche adesso, un dominio assoluto degli americani. Fa tenerezza l’idea di Henry Kissinger di appianare i contrasti con una riedizione del Congresso di Vienna, oggi c’è una fase storica particolarmente caotica in un mondo totalmente cambiato, centinaia di attori formali e informali condizionano la geopolitica, una complessità difficile da ridurre.

La vecchia cortina di ferro è ora diventata di acciaio perché l’intensità delle inimicizie e le difficoltà di comprensione reciproca sono molto superiori a quella della guerra fredda: quella aveva lo scopo della pace, ciascuno aveva il suo pezzo di impero; oggi, invece, assistiamo ad una volontà di disintegrazione dell’Impero russo alla quale Putin cerca di opporsi, ora con la invasione della Ucraina, e domani chi sa con cosa.

Questa guerra non è ideologica, certamente non da parte russa, perché la costruzione dell’impero non è ideologia, e nemmeno il concetto di “mondo russo”.

Il problema è come uscire da questo conflitto, qualcuno invoca una specie di conferenza di Helsinki, ma per Caracciolo non bisogna tornare alla preistoria, ma guardare avanti, seguire le tappe della guerra, che potrebbero estendersi oltre l’Ucraina. Fino a quando i russi e gli ucraini continueranno a combattersi, il conflitto è irrisolto, e non si prevede un cessate il fuoco a breve, forse entro fine d’anno.

Una delle critiche che vengono mosse all’Europa è di essere eccessivamente appiattita sulla strategia americana, sarebbe opportuno che il vecchio continente mettesse in campo una maggiore autonomia.

“Non credo sia possibile, ha risposto testualmente Caracciolo, innanzitutto perché l’Alleanza Atlantica e l’Unione Europea sono la stessa cosa, quasi perfettamente coincidenti. L’Unione è attraversata da faglie e composta da Stati molto eterogenei. Nel caso del conflitto in corso abbiamo paesi, dalla Svezia alla Romania, affacciati sulla Russia, che sono decisamente antirussi. Alcuni sarebbero disposti anche a una guerra per la disintegrazione della federazione russa. L’Ungheria ha mostrato di essere allineata alla Russia anche se non completamente, mentre la Turchia, che ha riscoperto una sua dimensione imperiale, si propone come mediatrice, tra sé stessa e la organizzazione cui appartiene, e cioè la Nato. Infine Francia, Germania e Italia se potessero firmare un accordo lo farebbero non domani, ma ieri”.

Scetticismo sulle possibilità dell’UE: no, risponde Caracciolo, durerà a lungo per quello che è, uno spazio di relativa integrazione e collaborazione, sulla scorta di regole comuni, alcune interpretate sulla base dei rapporti di forze tra paesi. Ma non è un soggetto geopolitico, perché non è uno Stato (come quello americano – n.d.r.), con un governo, un parlamento e un esercito.

L’allargamento della Nato a Svezia e Finlandia, e la candidatura di Ucraina e Moldavia all’ingresso nella UE, potrebbero essere una opportunità per contenere le mire russe, o potrebbero essere un errore storico. Caracciolo ritiene che per l’ingresso di Svezia e Finlandia ci vorrà tempo, il pericolo è che quando si realizzerà chiuderà il Mar Baltico alla Russia, trasformandolo in un lago atlantico (oggi nel mar Baltico ci sono navi da guerra russe – n.d.r.). In merito all’ingresso di Ucraina e Moldavia nell’UE, Caracciolo dubita che queste promesse saranno mantenute, perché vi sono altri paesi candidati da decenni che stanno ancora aspettando; e comunque anche l’ingresso nella UE non risolverà i loro problemi: Cipro, che fa parte dell’UE, era divisa prima dell’ingresso, è divisa tuttora.

I piani europei di progressivo superamento della dipendenza dai combustibili fossili e dal gas russo sono stati, fino ad oggi, un fallimento, quindi potrebbe essere il sintomo di un addio alla transazione ecologica. In proposito Caracciolo è stato lapidario, la transazione energetica è già stata messa da parte nel momento in cui la Germania ha deciso di tornare al carbone e prolungare la vita delle centrali nucleari, la decarbonizzazione subisce una battuta di arresto, si vedrà quanto lunga, certamente non sarà breve.

E per concludere: tra Russia e Cina non c’è una vera alleanza, sono paesi diversi, che andrebbero affrontati con politiche differenti. La Cina tenterà di bilanciare gli USA e possibilmente di superarli come leader mondiale.

Classe 1941 – Diploma di Ragioniere e perito commerciale – Dirigente bancario – Appassionato di giornalismo fin dall’adolescenza, ha scritto per diverse testate locali, prima per il “Risorgimento Nocerino” fondato da Giovanni Zoppi, dove scrive ancora oggi, sia pure saltuariamente, e “Il Monitore” di Nocera Inferiore. Trasferitosi a Cava dopo il terremoto del 1980, ha collaborato per anni con “Il Castello” fondato dall’avv. Apicella, con “Confronto” fondato da Pasquale Petrillo e, da anni, con “Ulisse online”.

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