L’IA di Microsoft, Google e Amazon potrà salvare il pianeta ?
L’ultima volta che abbiamo parlato di Intelligenza Artificiale, IA oppure AI, l’8 novembre scorso, abbiamo parlato delle forme in vigore, evidenziando le tre specie più importanti oggi esistenti: l’ANI (Artificial Narrow Intelligence), l’AGI (Artificial General Intelligence) e l’ASI (Artificial Super Intelligence), ognuna con le proprie peculiarità, applicazioni, limiti e usi pratici, riservandoci di continuare il discorso.
In questo nuovo commento ci occupiamo della Intelligenza Artificiale che alcuni net-work accreditano come salvatore del nostro pianeta.
Lo studio è stato pubblicato sul New York Times dell’11 Novembre 2024.
L’idea che l’Intelligenza Artificiale possa risolvere il problema del cambiamento climatico è profondamente allettante. Finora, tuttavia, ci sono scarse prove che possa fare il miracolo.
E intanto le emissioni delle Big Tech (gruppo di grandi aziende tecnologiche che dominano il settore dell’informatica e della tecnologia a livello globale) aumentano.
Sembra un paradosso: le stesse aziende che vogliono salvare il mondo inquinano a più non posso?
Ma probabilmente non lo è, anzi è possibile che questi colossi si stiano confrontando con le loro coscienze e abbiano deciso di porre ripari.
Ripulire il settore tecnologico avrebbe dovuto essere facile.
Alimentare rack (contenitori di apparecchiature elettroniche) di server e personal computer non richiede lo stesso consumo energetico della produzione di cemento o acciaio; quindi, fino a poco tempo fa, ci si aspettava che l’eliminazione delle emissioni che riscaldano il pianeta nel settore tecnologico fosse relativamente semplice.
Le aziende tecnologiche si posizionavano come leader del clima e si vantavano della loro buona fede eco-friendly: con questo termine si intende tutto ciò che abbia come obiettivo il rispetto e la cura dell’ambiente, inteso sia come natura che come mondo animale.
Ma l’improvvisa comparsa dell’intelligenza artificiale sta mettendo in dubbio queste ipotesi.
Le grandi aziende tecnologiche puntano su una nuova generazione di chip per computer e data center ad alto consumo energetico, costringendole ad aumentare significativamente il loro consumo di energia.
I tre giganti del web, Microsoft, Google e Amazon, stanno investendo nell’energia nucleare.
La domanda di energia, inclusa anche quella di Meta (Facebook & Co) sta aiutando a mantenere in funzione una centrale a carbone nel Nebraska.
I fornitori di gas naturale stanno escogitando ambiziosi piani di espansione mentre si preparano a soddisfare la nuova domanda di energia del settore tecnologico.
Al centro del boom dell’intelligenza artificiale c’è Nvidia, il colosso produttore di chip che negli ultimi anni è diventato una delle aziende più preziose al mondo.
I chip di Nvidia sono incredibilmente affamati di energia; mentre l’azienda lancia nuovi prodotti, gli analisti hanno iniziato a misurare la quantità di elettricità necessaria per alimentarli.
Negli Stati Uniti ci sono già oltre 5.000 data center e si prevede che il settore crescerà di quasi il 10% all’anno; l’esperto di rating Goldman Sachs stima che l’intelligenza artificiale determinerà un aumento del 160% della domanda di energia dei data center entro il 2030.
Dion Harris, responsabile del marketing dei prodotti di Nvidia, ha riconosciuto che l’IA sta creando un enorme picco nell’uso di energia. Ma ha affermato che nel tempo, la domanda sarà compensata man mano che l’IA renderà più efficienti altri settori: “C’è una visione un po’ miope dei data center -ha detto- non si capisce che molte di queste tecnologie saranno il mezzo principale con cui innoveremo il nostro percorso verso un futuro a zero emissioni nette”.
La domanda che ci poniamo è semplice: l’IA farà davvero miracoli per il cambiamento climatico?
L’idea che l’intelligenza artificiale possa risolvere il cambiamento climatico è profondamente allettante, ma anche demoralizzante.
Allettante perché, se riusciremo davvero a cambiare il clima, sarà grazie alla Intelligenza Artificiale; ma nel contempo demoralizzante in quanto, se accadrà, decreterà il fallimento dell’uomo e la vittoria dei computer sulla mente umana.
Tuttavia finora ci sono scarse prove che essa possa risolvere il problema.
Comunque sono possibili guadagni incrementali; Harris sostiene che Nvidia stia già aiutando le aziende, in vari settori, a rendere le loro operazioni più efficienti; di recente ha aiutato Foxconn, un importante produttore di elettronica come gli iPhone, a usare l’intelligenza artificiale per progettare una nuova fabbrica, riducendo la domanda di energia del 30%. “Stanno facendo le cose che facevano prima e stanno trovando un modo per farle molto più velocemente, molto più efficientemente e utilizzando effettivamente meno energia”, ha affermato.
Frattanto in questa diatriba tra l’uomo e la Intelligenza Artificiale, sembra che quest’ultima si sia presa una bella rivincita.
Negli Stati Uniti, il chatbot di Google è impazzito durante una conversazione con uno studente. “Mi ha terrorizzato”.
Lo chatbot è un software che simula ed elabora le conversazioni umane (scritte o parlate), consentendo agli utenti di interagire con i dispositivi digitali come se stessero comunicando con persone reali.
In uno di questi “colloqui” la IA ha esclamato: “Umano, sei inutile, sei uno spreco. Per favore, muori”.
Lo ha riportato il quotidiano on-line “Quotidiano nazionale”.
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