scritto da Stella Regno - 14 Giugno 2023 12:14

L’importanza del contesto: una Chiesa di Alvar Aalto e un castello arabeggiante nella campagna bolognese

A Riola di Vergato, precisamente nel comune di Grizzana Morandi ci sono la Rocchetta Mattei e la Chiesa di Santa Maria Assunta, edificio costruito dall’architetto Alvar Aalto.

Perché parlare di un paesino un po’ sperduto nella campagna fuori dalla Città Metropolitana di Bologna?

Visitarlo ha suscitato delle riflessioni, che concernono principalmente la rivalutazione di ambienti dissimili da quelli cittadini e la valorizzazione di un patrimonio culturale, non solo in senso turistico, ma anche da un punto di vista simbolico. Un piccolo paese nella alta-media valle del fiume Reno, ad un ora da Bologna, ha la forza di esprimere un potenziale artistico e storico-contemporaneo inaspettato che crea un hotspot, ai più sconosciuto, con una grande presenza artistica.

La rocchetta Mattei è un bizzarro edificio costruito dal Conte Mattei attorno alla metà del 1800, è un castello, un agglomerato di vari stili (neo medievale, rinascimentale, moresco, arabeggiante), suggestioni e fascini. L’impressione è quella di entrare in un luogo senza tempo con i suoi colori, le sue forme stravaganti e le sue illusioni ottiche. Il Mattei ospitava in rocchetta tutti coloro che volessero sottoporsi alle sue cure sperimentali di medicina alternativa (elettromeopatia) conosciute e famose in tutta Europa. La stazione di Riola, voluta dallo stravagante conte, permetteva agli ospiti di raggiungere la rocchetta e di immergersi nella natura rigogliosa della zona. Nel 2005, dopo anni di abbandono, la Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna acquistò il castello e ne intraprese il restauro, l’edificio è ora visitabile e facilmente raggiungibile dalla città di Bologna.

Nel 1966 Alvar Aalto, famoso architetto finlandese, si reca a Riola per inaugurare l’iter progettuale per la costruzione della futura Chiesa di Santa Maria. La Chiesa, in un’ottica di rinnovamento post Concilio Vaticano II, ripensa il rapporto tra edificio architettonico e liturgia; la cattedrale deve divenire un luogo accogliente e luminoso in cui il fedele si possa sentire accolto. Il cardinale e arcivescovo di Bologna Giacomo Lercaro volle fortemente la costruzione e fu lui a proporre il progetto ad Aalto, unica chiesa realizzata dall’architetto nonché unico progetto italiano.

I lavori terminarono nel 1978. Maestosa, in cemento, una facciata spoglia, un campanile anch’esso in cemento. Gli interni sono bianchi, la navata unica è composta da quattro archi e da grandi vetrate  che permettono alla luce di entrare e di convergere nella zona dell’altare. La Chiesa di Riola è un’opera d’arte mondiale a tutti gli effetti, l’impressione e la suggestione che suscita è inaspettata in un contesto periferico.

Riola è un posto in cui turisti da tutto il mondo possono recarsi ma è anche un luogo carico di energie: e se un’alternativa all’iper affollamento cittadino potesse essere possibile partendo da questi unicuum artistici di cui l’Italia è piena? Ripensare allora uno stile abitativo, tenendo per un momento in disparte le possibilità occupazionali e l’opposizione città-campagna in senso economico, può anche significare “impadronirsi” e vivere in quel contesto culturale periferico e lontano dalla città in cui è proprio la contestualità a ricoprire un ruolo fondamentale. A Riola Il Mattei fece costruire, oltre alla sua rocchetta, decina e decine di edifici stravaganti che emergono ancora tra le colline: erano le case-ostello che ospitavano i pazienti del medico, il territorio collinare accoglie e integra queste opere estrose.

La Chiesa di Alvar Aalto ha la fonte battesimale spostata rispetto all’unica navata principale della costruzione, uno spazio ad emiciclo si apre sulla destra ed una finestra si affaccia direttamente sul fiume che scorre sul retro, un rumore di acque che evoca il battesimo nel Giordano.

La crescita delle città, la stessa crescita che vede ad esempio Bologna affacciarsi tra le grandi metropoli italiane, crea una difficoltà nel percepire lo spazio e il contesto in cui i palazzi e le strade si sviluppano, una lontananza non solo dalla natura ma da una visione che integra costruzione e circostante in modo consapevole per chi abita.

Dando per assodato che l’uomo si nutre dei contesti artistici in modo più o meno conscio, e che proprio la fioritura delle arti ha contribuito alla definizione degli agglomerati metropolitani più importanti in Italia, vedere le due opere di Riola mi ha fatto riflettere su come i due edifici instaurino un rapporto eccezionale  con il territorio circostante: il visitatore entra in contatto con una alta concentrazione artistica e con un luogo che è in grado di avere una rilevanza culturale (per le ragioni spiegate sopra) che non ha nulla da invidiare a quella presente nelle città e che, anzi, ne può rappresentare un’alternativa in una visione di sfollamento metropolitano.

 

Per approfondire

https://www.rocchetta-mattei.it/ (Sito Uffciale Rocchetta Mattei)

https://www.youtube.com/watch?v=uJSus9PdwVA (Documentario)

 

Laureata in Scienze Filosofiche, educatrice scolastica con la passione per la fotografia, il cinema, le arti visive, la letteratura e la cooperazione internazionale. Le ragioni che muovono il suo interesse verso la scrittura giornalistica sono la divulgazione di conoscenze, l’importanza dell’informazione e la chiarezza comunicativa.

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