L’erba del vicino non è sempre più verde, persino per noi italiani
Una bambina inglese di cinque anni, bianca e cristiana come la definisce il Times, data in affidamento a famiglie musulmane di Londra. Risultato: le hanno tolto il crocifisso...
La notizia che è arrivata dalla Gran Bretagna è semplicemente incredibile. Nel senso pieno del termine, ovvero da non credere, E invece no, è vera, verissima, terribilmente autentica.
Parliamo della vicenda della bambina di cinque anni, bianca e cristiana come la definisce il Times, data in affidamento a famiglie musulmane di Londra. Risultato: le hanno tolto il crocifisso, le impedivamo di mangiare il suo piatto preferito, gli spaghetti alla carbonara, perché contenente carne di maiale, vietata dalla religione islamica, ma le hanno perfino imposto di imparare l’arabo perché con l’inglese non se la cavavano un granché. Insomma, altro che affidamento, siamo in presenza di una vera e propria detenzione, una galera musulmana.
Sulla vicenda ci sarebbero molte, troppe considerazioni da fare. Una, banalissima, è domandarsi quale brillante cervellone ha pensato mai di affidare una bambina di religione cristiana ad una di religione diversa, in particolare, quella musulmana, che negli ultimi tempi, senza per questo generalizzare e cadere in un razzismo grossolano e da crociata, spesso non danno prova di particolare tolleranza. Anzi. Ma più che altro, hanno una sensibilità religiosa e di costumi in molti casi assai distante e diversa, per quanto rispettabilissima, da quella occidentale. E in ogni caso, spesso fanno difetto in quanto a laicità.
La seconda considerazione, alquanto scontata, è che spesso noi guardiamo ai paesi stranieri, all’Europa, e agli altri Paesi occidentali, come un esempio di efficienza, di modernità e di civiltà, da seguire, da prendere a modello. Purtroppo, questo è l’ennesimo episodio in cui inglesi, francesi, belgi, tedeschi e così via, non danno affatto prova di avere particolari qualità, anzi, mostrano spesso di essere in confusione ma anche inadeguati rispetto ai tempi che viviamo.
In conclusione, non sempre l’erba del vicino è più verde. Persino per noi italiani. (foto Giovanni Armenante)