scritto da Angela Senatore - 29 Aprile 2023 14:53

Le risposte suggerite e la perdita del linguaggio

Probabilmente avrete notato che, da qualche tempo, i nuovi aggiornamenti di programmi Microsoft come Outlook e Teams  propongono risposte cc.dd. suggerite ai messaggi ricevuti del tipo “ok”, “grazie”, “a domani”.

Queste funzionalità consentono di rispondere rapidamente ai tanti messaggi che ogni giorno, per lavoro o per altri motivi, riceviamo sui nostri devices. A noi, basta solo cliccare su una delle possibili risposte alternative – di solito ce ne sono tre – e poi possiamo anche dimenticarci del messaggio ricevuto e della risposta inviata.

È uno dei modi con cui l’Intelligenza artificiale è entrata di fatto nelle nostre vite senza neanche presentarsi alla porta e chiedere il permesso. È una impostazione predefinita, l’utente se la ritrova senza averla effettivamente scelta.

L’azienda sviluppatrice parla di “conversazioni semplificate” ma sono davvero conversazioni?

In una realtà dove già ascoltare è una opzione che difficilmente riusciamo a concedere al nostro interlocutore, anche degnarlo di una risposta personalizzata diventa un di più. E allora via, con la risposta suggerita. Per ipotesi, potrei anche non aver letto il messaggio, tanto l’ha fatto il software per me e una delle risposte prodotte andrà bene comunque, mentre io continuerò nelle mie faccende. È la condanna definitiva del dialogo all’oblio.

Il nostro linguaggio, già di fatto impoverito (basti pensare che delle oltre 427.000 parole, il c.d. lessico di base ne prevede solo 6.500 – fonte Treccani), rischia così di diventare addirittura standardizzato. Forse, chissà, così ci toglieremo il pensiero del linguaggio inclusivo, tanto non dipende da noi.

Ironia a parte, la parola, scritta o parlata, il linguaggio, fa dell’uomo, un animale diverso dagli altri, capace di esprimere, a parole appunto, la sua essenza. Già Aristotele definiva l’uomo “zoon logon echon” (animale dotato di ragione e di parola) da esercitare nella polis. E così passando per la religione cristiana, dove Dio, il Verbo, concesse all’uomo il dono del linguaggio, fino a Chomsky, secondo cui il linguaggio umano è un unicum, ovunque in letteratura, filosofia, linguistica, al linguaggio è riconosciuto un ruolo fondamentale nel definire l’uomo.

Se ci svuotiamo di questa nostra facoltà straordinaria, cosa ci distinguerà dagli animali o – peggio – dalle macchine?

Forse sarebbe meglio allora, ridurre il numero di spesso inutili email e messaggi che ogni giorno riceviamo, per dedicare tempo e parole a risposte pensate da noi.

Giornalista pubblicista, collabora con Ulisse online dal 2021 occupandosi principalmente della pagina culturale e di critica letteraria. È stata curatrice della rassegna letteraria Caffè letterari metelliani organizzata da Ulisse online e IIS Della Corte Vanvitelli e ha collaborato con Telespazio in occasione del Premio Com&te. È da maggio 2023 responsabile della Comunicazione di Fabi Salerno. Abilitata all’esercizio della professione forense, lavora in una delle principali banche italiane con specializzazione nel settore del credito fondiario.

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