Ma chi l’avrebbe mai immaginato che lo “spelacchio” cavese sarebbe diventato un orgoglio nazionale, scelto addirittura dalla Polizia di Stato per un filmato pubblicitario del Corpo.
Questo è stato comunicato dal Capo della Polizia ad un inorgoglito Sindaco Servalli, il quale, in occasione dell’incontro con la stampa locale, avvenuto sabato 21 nella sala di rappresentanza del Comune, lo ha comunicato ai giornalisti, annunciandolo una “bomba”, e mi ha pregato di stargli vicino nel mentre commentava l’evento.
E se l’alberone natalizio, nonostante le mie ripetute, anche se bonarie e scherzose critiche, è stato scelto dal Prefetto Franco Gabrielli, sta a significare che probabilmente sono io ad essermi sbagliato nel criticarlo, e con il capo cosparso di cenere, e non ce ne sarebbe nemmeno bisogno giacché la mia “folta capigliatura” è già incenerita, chiedo venia.
E chiedo venia anche per l’esordio di questo commento; ma da quando a Roma, nel dicembre 2017 la Sindaca Raggi fece montare l’albero natalizio di fronte all’Altare della Patria tanto striminzito, quasi secco e spelacchiato, tanto da essere immediatamente battezzato dai romani con l’idioma di “spelacchio”, mi viene naturale chiamare tutti gli alberi natalizi “spelacchio”, ed è per questo che ho attribuito questo nomignolo anche a quello metelliano, che in verità di spelacchiatura non ha proprio nulla, anzi è ben rigoglioso e …eccessivamente cresciuto; probabilmente se fosse cresciuto qualche metro di meno avrebbe anche potuto andare bene per la piazza nel quale l’hanno eretto; ma oramai è acqua passata, pure la Polizia di Stato mi ha dato torto, e giacché ho molta stima della PS, del Prefetto Gabrielli e di tutto l’apparato, abbozzo e dico ufficialmente, rimangiandomi tutte le passate critiche, “ma che bello l’alberone metelliano”.
A proposito di Franco Gabrielli, dal 2016 Capo della Polizia e Direttore generale della Pubblica Sicurezza, persona che stimo molto anche per la sua signorilità, mi sovvengono le sue scorte all’ex Ministro degli interni, quest’ultimo sempre abbigliato con felpe, gin e magliette, scarpe da tennis, spesso con la camicia fuori dai pantaloni e magari col pancione di fuori, mentre Gabrielli, “costretto” a scortarlo, era sempre perfettamente vestito col completo scuro, inappuntabile, distinto ed elegante: tra i due è facile individuare chi veramente rappresentava il Paese e rammaricarsi per come, alcuni rappresentanti politici, lo hanno fatto cadere così in basso.
E mi viene il dubbio che Gabrielli, per lo spot televisivo che una troupe sta realizzando in questi giorni, abbia scelto la nostra città, più che per l’albero, probabilmente per la bellezza dei portici, per la storica Abbazia, per i nostri monumenti, la nostra storia e per la vivibilità dei nostri borghi; e giacché ha trovato anche l’albero, “va buo’ ”, avrà detto, mettiamoci pure quello.
Comunque le mie scuse all’Amministrazione le faccio ufficialmente, ma in separata sede, vale a dire nelle mie elucubrazioni mentali, continuo a pensare che quel coso è troppo grande, eccessivamente invasivo, e pure brutto giacché di albero natalizio non ha proprio nulla.
E mi chiedo come l’avrà presa De Luca nel sapere che da Gabrielli è stato scelto l’alberone di Cava e non quello di Salerno.