scritto da Nino Maiorino - 19 Febbraio 2024 06:58

La truffa dei vestiti sporchi

Questa è una delle ultime trovate escogitate dai ladri ai danni di turisti che viaggiano col treno e, in genere, sono pieni di valigie.

Il sistema è semplice, verrebbe da dire geniale se questo apprezzamento non desse adito a pensare di fare il tifo per i mariuoli.

A proposito del termine mariuolo, autenticamente napoletano, è interessante vederne la provenienza e il significato, e ci viene incontro il sito web VesuvioLive.it dal quale apprendiamo che esso definisce il ladro, truffatore, chi è dedito al furto continuato e ad azioni non propriamente legali; ma può essere attribuito anche a chi è un disonesto nell’animo oltre che nell’agire.

A volte è utilizzato in tono scherzoso per definire, ad esempio, un ragazzo monello e vivace, o un furbacchione, oppure un giovanotto che ha rubato il cuore alla fidanzata.

L’etimologia del termine è incerta; secondo alcuni deriva dall’antico aggettivo francese mariol (furbacchione, mariolo), secondo altri dal greco margiólos (astuto, furbo ecc.), secondo altri ancora dalle parole spagnole marraio/marrullero (imbroglione/monello).

Invece il glottologo e linguista Carlo Battisti sostiene che sia molto più probabile che la parola risalga dal termine latino mareólo. In molti, inoltre, la collegano al nome di Maria: potrebbe derivare da espressioni come far le Marie, ovvero non saper qualcosa e fingere devozione e semplicità.

Nel dialetto napoletano mariuolo è una voce che esiste da secoli; già tra la fine del 1700 e l’inizio dell’1800 era quella persona solita compiere piccoli furti –orologi da tasca, fazzoletti di seta, portamonete– ai pedoni che passeggiavano distrattamente.

Non mancano modi di dire bizzarri come tene ‘o mariuolo ‘ncuorpo, ovvero nascondere un segreto tanto grande da sentirsi profondamente colpevole.

Anche uno dei più grandi commediografi italiani del ‘900, il nostro Eduardo de Filippo, ha dedicato a questa antica figura alcune righe tratte dalla commedia “Napoli Milionaria” (1945): “Mariuolo se nasce. E nun se po’ dicere ca ‘o mariuolo è napulitano. Oppure romano. Milanese. Inglese. Francese. Tedesco. Americano… ‘O mariuolo è mariuolo sulamente. Nun tene mamma, nun tene pato, nun tene famiglia. Nun tene nazionalità. E nun trova posto dint’ ‘o paese nuosto. No. Pecché… Siccomme ‘o paese nuosto nun porta na bon’ annummenata… Che vuo’ fa’? È na disgrazia… Appena sentono: «napoletano», già se mettono in guardia. Pecché è stato sempe accussì. Perciò… tu ca si’ giovane, aviss’ ‘a da’ ‘o buono esempio… accussì quanno te truove e siente ca parlano male d’ ‘o paese tuio, tu, cu tutt’ ‘a cuscienza, può dicere: «Va bene, ma ce stanno ‘e mariuole e ‘a gente onesta, comme e dint’ ‘a tutt’ ‘e paise d’ ‘o munno».

Abbiamo voluto riportare questa perla di Eduardo per alimentare la polemica in corso con il cantante partenopeo Geolier che, nella sua presuntuosa ignoranza, ha inventato un inesistente e incomprensibile dialetto napoletano.

E ora possiamo tornare all’argomento dal quale siamo partiti, e cioè la truffa dei vestiti sporchi in stazione.

La banda che l’ha messa in atto sembra sia partita dalla stazione Termini di Roma, uno dei luoghi maggiormente presi di mira anche perché molto frequentata, e perché la stessa funge da nodo di collegamento delle linee metropolitane.

Ma sembra che ci siano stati episodi analoghi anche a Torino e a Cremona.

I malviventi sporcano gli abiti dei malcapitati, facendo finta di averlo fatto per errore, e li distraggono: in questo modo un complice agisce indisturbato e ruba le valigie dei turisti.

Ovviamente a essere presi di mira sono le persone con un numero considerevole di bagagli e che, quindi, hanno difficoltà a tenerli sott’occhio, oppure persone anziane.

L’azione è studiata nei minimi dettagli; infatti, prima di agire, la banda segue e studia le mosse dei turisti, in maniera tale da capire quando colpire e portare a termine il colpo senza essere interrotti o scoperti.

Le persone, infatti, si rendono conto di essere state vittime del furto quando ormai è troppo tardi per acciuffare i delinquenti.

In qualche caso, però, a interrompere l’azione sono stati gli agenti di Polizia che hanno –a loro volta– studiato le mosse dei ladri e sono riusciti ad arrestarli.

Una variante di queste azioni criminose è il furto del portafoglio, com’è accaduto nel torinese e nel cremonese; due persone sono state avvicinate e distratte con la scusa di avere gli abiti sporchi e privati del portafoglio.

Per conoscere i tipi di truffa in stazione è utile leggere il resoconto della Polfer, la polizia ferroviaria che lavora proprio in questi luoghi per ridurre e punire eventuali comportamenti non propriamente onesti.

I siti da consultare sono diversi, uno di essi è:

https://www.poliziadistato.it/articolo/38615717add6076553070791

Classe 1941 – Diploma di Ragioniere e perito commerciale – Dirigente bancario – Appassionato di giornalismo fin dall’adolescenza, ha scritto per diverse testate locali, prima per il “Risorgimento Nocerino” fondato da Giovanni Zoppi, dove scrive ancora oggi, sia pure saltuariamente, e “Il Monitore” di Nocera Inferiore. Trasferitosi a Cava dopo il terremoto del 1980, ha collaborato per anni con “Il Castello” fondato dall’avv. Apicella, con “Confronto” fondato da Pasquale Petrillo e, da anni, con “Ulisse online”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.