scritto da Nino Maiorino - 01 Settembre 2024 07:32

La seconda guerra mondiale: tutto ebbe inizio il 1° settembre di 85 anni fa con l’invasione nazista della Polonia per finire sei anni dopo con le bombe atomiche sul Giappone nell’agosto del 1945

Il secondo conflitto mondiale causò una carneficina immane. Le vittime sono state calcolate per difetto in circa 50 milioni

Una follia durata sei anni, un monito per i falchi di oggi

 

Concludiamo con questa terza parte il racconto di una immane e più grande tragedia bellica quale fu il secondo conflitto mondiale

 

1941-43: l’Operazione Barbarossa, l’intervento degli Stati Uniti e la crisi dell’Asse

Tra il 1941 e il 1942 il conflitto ebbe decisivi sviluppi.

Nel giugno del 1941 Hitler pose fine all’alleanza tra la Germania e l’Unione Sovietica e, come è stato accennato prima, attaccò quest’ultima con la speranza di liquidare l’avversario con una guerra lampo.

Ma l’Operazione Barbarossa fallì: i Tedeschi, infatti, riuscirono a penetrare in profondità nel territorio russo, ma i Sovietici diedero inizio a una lunga guerra di logoramento che fu favorita dal sopraggiungere dell’inverno.

 

Nel frattempo, nel dicembre del 1941, dopo l’attacco giapponese a Pearl Harbor, gli Stati Uniti di Roosevelt ‒dapprima neutrali‒ entrarono in guerra.

Ebbe inizio così la guerra del Pacifico, nella quale i Giapponesi colsero inizialmente importanti successi.

Nel 1942 i paesi dell’Asse erano al culmine della propria potenza e controllavano immensi territori, dove iniziarono a dare sostanza al nuovo ordine da essi teorizzato (in Europa ebbe inizio il dramma dello sterminio degli ebrei, la Shoah).

Tra il 1942 e il 1943, tuttavia, le sorti della guerra cominciarono a cambiare.

In questa svolta ebbe un ruolo decisivo e nello stesso tempo altamente simbolico la Battaglia di Stalingrado tra il luglio 1942 e il febbraio 1943.

Con essa, infatti, ebbe inizio la controffensiva dei Sovietici.

Negli stessi mesi Italia e Germania subirono pesanti sconfitte in Africa, mentre i Giapponesi venivano contenuti dagli Stati Uniti nel Pacifico.

 

La caduta del fascismo in Italia nel luglio del 1943 e poi l’armistizio proclamato dal generale Badoglio nel settembre 1943 crearono una difficile situazione nel nostro paese: l’esercito italiano si disgregò e il governo si trasferì nel Sud, mentre i Tedeschi occuparono le regioni centro-settentrionali, dove nacque la Repubblica sociale italiana.

Ebbe quindi inizio in Italia la Resistenza, già divenuta un fenomeno europeo.

 

1944-45: Lo sbarco in Normandia e la sconfitta della Germania e del Giappone

Alla fine del 1943 Churchill, Roosevelt e Stalin decisero di aprire un secondo fronte in Europa.

Da qui lo sbarco in Normandia nel giugno 1944, a cui fece seguito, subito dopo, la liberazione della Francia e del Belgio.

A sostenere la controffensiva alleata era in atto da tempo una massiccia offensiva aerea che aveva per obiettivo il territorio tedesco.

I danni inflitti dai 6.000 bombardieri pesanti operanti dall’Inghilterra e dalle basi in Italia meridionale distrussero le infrastrutture tedesche e fiaccarono la popolazione.

Tra le macerie delle città colpite morirono più di 630.000 civili tedeschi e si contarono più di un milione di i feriti gravi.

Truppe alleate a Roma

Tra la fine del 1944 e l’aprile del 1945, quando anche l’Italia venne liberata, la Germania fu invasa a ovest dagli Angloamericani e a est dai Sovietici.

La battaglia di Berlino (19 aprile-2 maggio), il suicidio di Hitler (30 aprile) e l’armistizio di Reims (7 maggio) posero fine alla guerra in Europa.

Continuò ancora qualche mese, invece, il conflitto con i Giapponesi, che resistevano strenuamente, ricorrendo anche ai kamikaze.

La guerra col Giappone si concluse in modo drammatico, con il lancio di due bombe atomiche-nucleari su Hiroshima e Nagasaki, il 6 e il 9 agosto 1945.

Gli effetti di questo bombardamento furono sconvolgenti.:

Mentre era ancora in corso il conflitto, le potenze alleate affrontarono ‒ nelle tre conferenze di Teheran (novembre-dicembre 1943), di Jalta (febbraio 1945) e di Potsdam (luglio-agosto 1945) ‒ la questione della sistemazione politico-territoriale del mondo dopo la sconfitta delle potenze nemiche.

Furono poste in tal modo le premesse per la divisione del mondo in sfere di influenza, che sancì di fatto l’egemonia ormai incontrastata degli Stati Uniti e dell’Unione Sovietica.

Aveva così inizio l’epoca del bipolarismo e della guerra fredda.

 

Le vittime

Il secondo conflitto mondiale causò una carneficina immane.

Le vittime sono state calcolate per difetto in circa 50 milioni.

I Sovietici persero almeno 20 milioni di uomini e donne, tra civili e militari; i Tedeschi 3.500.000 di soldati e un numero ancora maggiore di civili; i Giapponesi 1.300.000 soldati, più diverse centinaia di migliaia di civili vittime anche come conseguenza dei due attacchi nucleari.

Cifre spaventose che, unite alla paura del potenziale distruttivo garantito dagli armamenti nucleari, ha tenuto lontano il Pianeta dal ripetersi di una simile tragedia, almeno fino ad ora.

Cifre che dovrebbero far riflettere i falchi e i guerrafondai di oggi.

 

Classe 1941 – Diploma di Ragioniere e perito commerciale – Dirigente bancario – Appassionato di giornalismo fin dall’adolescenza, ha scritto per diverse testate locali, prima per il “Risorgimento Nocerino” fondato da Giovanni Zoppi, dove scrive ancora oggi, sia pure saltuariamente, e “Il Monitore” di Nocera Inferiore. Trasferitosi a Cava dopo il terremoto del 1980, ha collaborato per anni con “Il Castello” fondato dall’avv. Apicella, con “Confronto” fondato da Pasquale Petrillo e, da anni, con “Ulisse online”.

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