scritto da Filippo Falvella - 18 Aprile 2023 08:16

La scrittura: l’impronta dell’essere

Lo scrivere attraverso una breve scrittura, un’ode scritta a chi scrive e chi legge, ma soprattutto a chi pensa.

Essendo la diretta e pratica estensione dell’umano pensiero, la scrittura è probabilmente la più versatile delle arti, che trova come suo unico limite espressivo l’illimitatezza del nostro cogitare.

Quanto scriviamo è quanto siamo, quanto vorremmo essere e quanto pensiamo che sia, un’immanente affermazione dell’io che trova alle sue spalle una decisa voglia di permanere, di dire che c’eravamo e che ci saremo.

È ben complesso snaturare lo scrivere, poiché indipendentemente dallo strumento utilizzato per creare un testo questo rimane comunque come stampa d’un sentire, che sia stato scritto a matita, macchina o tramite un dispositivo elettronico.

L’unica società che non ha bisogno di scrivere è quella che non sa leggere, e una società che non sa leggere è decisamente più vicina al concetto di branco.

Lo scrivere, l’arte della retorica da pagina, è così libero da dogmi e al contempo sottostante alle più ferree leggi da essere la più alta delle antinomie, la più versatile delle possibilità e la più necessaria delle rappresentazioni. Ultimo atto dell’espressione, che parte dalla testa prosegue per la lingua e si conclude con la penna, vive di costanti mutazioni, perfezionamenti e rovesciamenti, sempre aperta alla novità e mai lontana dalla revisione dei suoi mezzi più attempati, la scrittura vive l’evoluzione dell’uomo a pari passo, alle volte ponendosi come sua artefice e alle altre come sua vittima.

La scrittura inganna il tempo, rimane indipendente dal suo trascorrere, lo misura, lo ricorda e lo predice, vive come l’unica creazione dell’oggi che potrà vedere il domani.

È musa, è serva e padrona, ricorda a chi scrive che non deve scrivere ciò che egli crede che il mondo sia, ma ciò che egli reputi gli altri pensino il mondo sia, perché chi scrive deve avere la presunzione di parlare a nome di tutti.

Lo scrivere è quello slancio creativo che si nutre di ciò che più ci appartiene, prendendolo con forza e rigettandolo su carta con leggerezza e, più di ogni altra cosa, significato. Poiché abbiamo scritto, sappiamo che siamo stati, e, finché continueremo a scrivere, sicuramente saremo.

Ho 24 anni e studio filosofia all'Università degli studi di Salerno. Cerco, nello scrivere, di trasmettere quella passione per la filosofia ed il ragionamento, offrendo quand'è possibile, e nel limite dei miei mezzi, un punto di vista che vada oltre quel modo asettico e alle volte superficiale con cui siamo sempre più orientati ad affrontare le notizie

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