Era diventato l’amico delle nostre serate che raccontava i misteri del paese
Ci è difficile parlare del giornalista Andrea Purgatori, improvvisamente venuto meno mercoledì 19 luglio all’età di 70 anni (era nato a Roma a febbraio 1953), perché ormai era diventato l’amico che il mercoledì sera, talvolta anche in altri giorni, ci ipnotizzava con il suo programma “Atlantide” su La7, nel corso del quale raccontava le sue inchieste sui grandi misteri di questo martoriato paese.
Senza timore di essere smentiti Purgatori è stato, negli ultimi quarant’anni, il più importante rappresentante del giornalismo di inchiesta per la ricostruzione dei misteri italiani, dalla strage di Ustica del 1980, che fece 81 morti, fino ai casi di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori, le due ragazzine scomparse esattamente 40 anni fa, nel 1983, mai più ritrovate.
Tutti gli altri misteri italiani sono stati oggetto di indagini e inchieste da parte di Andrea Purgatori, che si è fatto le ossa nel Corriere della Sera, dove ha lavorato dal 1976 al 2000.
Già sulle pagine del Corriere della Sera, si era fatto conoscere per i suoi articoli sul terrorismo e, in particolare, per la sua inchiesta sulla Strage di Ustica, a cui si dedicò per molti anni.
Su Ustica scrisse anche la sceneggiatura di ‘Il muro di gomma’, diretto da Marco Risi.
Era stato anche attore nel film ‘Fascisti su Marte’ diretto da Corrado Guzzanti e Igor Skofic.
Purgatori è noto per le inchieste e i reportage su casi scottanti del terrorismo internazionale e italiano negli “anni di piombo” e sullo stragismo, come il caso Moro, l’attentato a Papa Giovanni Paolo II, il delitto Pecorelli con i suoi collegamenti politici, e i misteri della delinquenza organizzata a Roma.
Ha raccontato numerosi delitti di mafia dal 1982, fino alla cattura di Totò Riina. Ha realizzato reportage su molti conflitti, come la guerra in Libano del 1982, la guerra tra Iran e Iraq degli anni ottanta, la guerra del Golfo del 1991, l’Intifada e le rivolte in Tunisia e Algeria.
Ha scritto anche per l’Unità, Vanity Fair, The Huffington Post e Le Monde diplomatique.
Accennavamo prima delle difficoltà di parlare di Andrea Purgatori in quanto era imprevedibile il suo rapido trapasso (sembra che non abbia avuto il tempo di accorgersene) avvenuta mercoledì 19 luglio in un ospedale romano, derivante da una malattia fulminante, come definita dai figli Edoardo, Ludovico e Victoria, oltre che dalla famiglia tramite lo studio legale CAU.
Ed è proprio rifacendoci ai commenti della stessa Agenzia, e di ANDK, oltre che informazioni a noi note, che vogliamo parlare di questo ammirevole collega il quale, oltre ad essere stato un giornalista, è stato anche scrittore, e sceneggiatore di tanti film e fiction televisive (“Il muro di gomma” sulla strage di Ustica, “Fortapàc” sul delitto di Giancarlo Siani, “Il giudice Ragazzino” sull’omicidio del giudice Rosario Livatino, per citare solo i più diffusi tra circa cinquanta).
Dal 12 maggio 2014 al 15 giugno 2020 è stato presidente di Greenpeace Italia.
Era membro dell’Accademia del Cinema Italiano e dell’Accademia europea del cinema, presidente delle Giornate degli Autori e dal 4 marzo 2015 era membro del Consiglio di Gestione della Società italiana degli Autori ed Editori (Siae).
Negli ultimi anni, dalla stagione televisiva 2017-2018 si è fatto conoscere al vasto pubblico conducendo su LA7 la nuova edizione di Atlantide, per il quale ha ricevuto il Premio Flaiano 2019 per il miglior programma culturale.
Nell’autunno del 2022 è stato protagonista della docu-serie di Netflix ‘Vatican Girl: la scomparsa di Emanuela Orlandi’.
Purgatori è stato per anni docente di sceneggiatura.
Tra le sceneggiature che ha scritto, oltre a “Il muro di gomma” (1991), che racconta la sua storia come giornalista che indaga sulla strage di Ustica, “Il giudice ragazzino” (1994), “Fortapasc” (2009), “L’industriale” (2011) e per la televisione “Caravaggio” (2008), “Lo scandalo della Banca Romana” (2010) e “Il Commissario Nardone” (2012).
Si è inoltre affermato nella scrittura di gialli e thriller come “Quattro piccole ostriche” (uscito nel 2019 per Harper Collins Italia), “A un passo dalla guerra” (Sperling & Kupfer), “Il bello della rabbia” (Dalai Editore) e “I segreti di Abu Omar” (Rizzoli).
Vi sono inoltre le pubblicazioni documentaristiche, volte far luce sulle tematiche che da sempre hanno distinto la carriera giornalistica di Purgatori.
Unanime è stato il cordoglio per la sua scomparsa, accumunando in una sola voce tutti gli schieramenti politici e parlamentari, e tutti gli organi di stampa cartacea e virtuale, ai quali si aggiunge anche il nostro giornale.