scritto da Nino Maiorino - 16 Luglio 2021 10:33

La morte di Esther Bejarano, la musica la salvò ad Auschwitz

Noi di una certa età abbiamo il dovere di insegnare ai nostri figli e nipoti cos’è stato il razzismo, la xenofobia, la umiliazione e la ghettizzazione del diverso, cose che noi abbiamo vissuto, e che più di uno oggi tenta di minimizzare, se non addirittura negare.

La testimonianza più efficace è quella resa da chi ha subito sulla propria pelle quelle violenze, in Italia abbiamo ancora in vita la Senatrice a vita Liliana Segre, che negli ultimi anni si è molto prodigata a trasmettere questo messaggio, ma nel mondo vi sono altre persone che, probabilmente più della Segre, hanno sperimentato gli orrori della shoah, dei campi di sterminio disseminati all’epoca principalmente tra l’Europa e la URSS; non bisogno infatti dimenticare, per obbiettività e dovere di coscienza, che la Russia non fu immune da tali comportamenti, venuti a galla a distanza di anni dalla fine della seconda guerra mondiale.

Una di esse è stata Esther Bejarano, deceduta il 10 luglio scorso, all’età di 96 anni.

Era nata in Germania, a Saarlouis, il 15 dicembre 1924, in una famiglia di musicisti di origini ebraiche.

Tutta la famiglia venne deportata nel campo di sterminio di Auschwitz, nel quale, grazie alla fisarmonica, venne messa a suonare nell’orchestra femminile.

Riuscì a sopravvivere solo perché suonava la fisarmonica nella cosiddetta “Maedchenorchester von Auschwitz” (orchestra delle ragazze di Auschwitz), creata nella primavera del 1943 per ordine delle Ss, che l’avevano pensata sia come strumento di propaganda per i cinegiornali che per “tenere alto” il morale nel lager di sterminio. Le musiciste erano di provenienza diversa, erano polacche, greche, tedesche, ucraine, e venivano impiegate per suonare al cancello per ore ed ore, a qualsiasi condizione climatica, quando le squadre di lavoro entravano o uscivano dal campo, oppure per accompagnare le cerimonie delle Ss.

In una intervista rilasciata al Deutsche Welle avrebbe poi dichiarato “Sapevi che prima o poi ti avrebbero gassato e tutto quello che potevamo fare era di restare lì e suonare”.

Fu poi trasferita al campo di Ravensbruck, nel quale fu impegnata come manovalanza coatta nella Siemens.

Dopo la liberazione emigrò in Palestina come insegnante di musica; poi, in dissenso con la politica israeliana, tornò in Germania con la famiglia.

Ad Amburgo si unì ad altri ex deportati e fondò nel 1952 l’ “Auschwitz Komitee Deutschland” una organizzazione, il cui scopo era di parlare e nome dei sopravvissuti per promuovere la memoria dell’Olocausto, e di lottare contro l’antisemitismo.

Ad essa hanno aderito Australia, Belgio, Germania, Francia, Grecia, Israele, Italia, Lussemburgo, Paesi.Bassi, Austria, Polonia, Romania,Russia, Slovacchia, Slovenia, Repubblica Ceca, Ucraina, Ungheria e Stati Uniti.

Ma Esther Bajarano è stata sempre una grande appassionata di musica, e non ha mai tralasciato questa sua passione; il suo repertorio spaziava dalla musica classica a quella contemporanea, e usava i suoi concerti anche per propagandare la memoria della Shoah, propagandando la pace, l’antifascismo, la libertà e l’uguaglianza, e il contrasto dell’antisemitismo.

Ma le è rimasta appiccicata addosso la storia della sua salvezza dai forni crematori grazie alla sua fisarmonica.

Ed è così che è stata sempre conosciuta, ed è così che, in occasione della sua dipartita, tutti l’hanno ricordata e commemorata, tra i primi il Presidente della Repubblica tedesco Frank-Walter Steinmeier, che l’ha voluta onorare e ricordarla con queste parole: “Esther Bejarano ha vissuto sul proprio corpo cosa voglia dire essere discriminati, perseguitati e torturati. Dopo la guerra considerava un suo obbligo interiore quello di tenere viva la memoria degli orrori del regime nazista e di ammonire soprattutto i giovani circa il pericolo dell’estremismo di destra e dell’ostilità verso gli stranieri”.

Steinmeier esprime “grande gratitudine ed immensa stima” ad Esther Bejarano, “che avrà per sempre un posto nei nostri cuori”.

Tra le tante reazioni, anche quelle ministro degli Esteri, Heiko Maas: “La meravigliosa Esther Bejarano ci ha commosso con la sua forza vitale e la sua storia incredibile, la sua voce ci mancherà”.

E la leader dei Verdi alla Cancelleria, Annalena Baerbock, le ha reso omaggio dicendo: “dipende da noi di portare avanti ciò che hanno vissuto le persone come lei, di ricordare e di non dimenticare mai”.

Un commosso messaggio è arrivato anche dal Comitato Auschwitz: “Piangiamo insieme alla sua famiglia questa grande, coraggiosa e ferma donna, sopravvissuta ai campi di concentramento di Auschwitz e Ravensbrueck, antifascista, presidente del Comitato di Auschwitz e presidente onorario dell’Associazione dei perseguitati del regime nazisti. Oggi vogliamo fare una pausa. E stare in silenzio e piangere. Per poi realizzare la missione di Esther Bejarano: non stare mai più in silenzio quando accade l’ingiustizia”.

A nostro avviso questo è il messaggio più importante da tenere a mente, specialmente per chi fa il nostro mestiere: “non stare mai in silenzio quando accade un’ingiustizia”; ed è proprio con esso che desideriamo rendere omaggio a Ester Bejarano.

Classe 1941 – Diploma di Ragioniere e perito commerciale – Dirigente bancario – Appassionato di giornalismo fin dall’adolescenza, ha scritto per diverse testate locali, prima per il “Risorgimento Nocerino” fondato da Giovanni Zoppi, dove scrive ancora oggi, sia pure saltuariamente, e “Il Monitore” di Nocera Inferiore. Trasferitosi a Cava dopo il terremoto del 1980, ha collaborato per anni con “Il Castello” fondato dall’avv. Apicella, con “Confronto” fondato da Pasquale Petrillo e, da anni, con “Ulisse online”.

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