scritto da Angela Senatore - 09 Novembre 2024 12:54

La caduta del Muro di Berlino, i nuovi blocchi e le parole di Mattarella in Cina

L’ottimismo che aveva caratterizzato l’abbattimento del muro, sembra essersi volatilizzato. Assistiamo impotenti alla costruzione di nuovi muri

35 anni fa, il 9 novembre 1989, cadeva il Muro di Berlino. Non so come mai si parli sempre della caduta del Muro, come se fosse caduto da solo, così per autodecomposizione. Il Muro fu infatti abbattuto dalla mano dell’uomo, non per caso o per errore ma per volontà, così come 28 anni prima, nel 1961, era stato costruito.

Era stato un periodo, quello degli anni Ottanta, caratterizzato da una grande fiducia, nel futuro e nel prossimo. L’Urss di Mihail Sergeevic Gorbacëv aveva iniziato un dialogo con gli Usa guidati da Bush padre nello storico summit di Malta, 4 anni prima era stato firmato l’accordo di Schengen tra gli Stati del c.d. Benelux per eliminare i controlli alle frontiere e rendere possibile la libera circolazione di persone, merci, servizi, accordo oggi esteso a tutti gli Stati Ue (con l’eccezione dell’Irlanda) e agli Stati della Associazione europea di libero scambio.

Il confronto con l’attualità è ineludibile e il quadro che se ne ricava presenta tinte fosche. L’ottimismo che aveva caratterizzato l’abbattimento del muro, sembra essersi volatilizzato. Assistiamo impotenti alla costruzione di nuovi muri, fatti di paure, problemi economici, delusioni, cementati insieme da nuovi populismi che, facendo leva sul disagio, esasperano le posizioni.

Anche l’informazione sembra appoggiare e fomentare questa visione del mondo. Un esempio ne è il racconto degli scontri che si sono avuti ad Amsterdam in occasione della partita di calcio tra Ajax e Maccabi Tel Aviv. Doveva essere un incontro sportivo, si è trasformato in uno scontro tra popoli o forse tra ideologie. Il racconto che se ne è fatto è stato per lo più parziale, da una parte di leggeva di israeliani aggrediti, dall’altra al contrario di israeliani hoolingans. Come sono andati davvero i fatti? Difficile dirlo. Certo che sembra esagerato e sicuramente esemplare l’invio di aerei per “salvare” gli israeliani in terra d’Olanda, come pure parlare di antisemitismo che è un’altra cosa. È una narrazione per schieramenti che fomenta l’odio e acceca gli occhi e la mente.

“La guerra lascia solo cadaveri” questo è il mantra con cui sono cresciuta io, citazione di mio padre, ripetuta come un adagio. Forse la verità è che non è così per tutti. Non per chi la guerra la dirige, per chi dalla guerra guadagna in termini economici e di poteri. A morire vanno gli altri.

Mi aggrappo in questo contesto a chi ancora parla parole di pace. In Cina, proprio ieri, il nostro Presidente Sergio Mattarella pronunciava un discorso profondo e saggio sul multilateralismo, il dialogo interculturale tra i popoli come base per creare rapporti solidi e duraturi ed evitare “ritorni anacronistici a blocchi contrapposti” (qui il link al discorso completo https://www.apiceuropa.com/indirizzo-di-saluto-del-presidente-della-repubblica-sergio-mattarella-ai-co-presidenti-e-ai-membri-del-forum-culturale-italia-cina/).

Il mondo avrebbe tanto bisogno di capi di Stato come il nostro per ricominciare a creare ponti anziché tornare a chiuderci dentro muri.

Giornalista pubblicista, collabora con Ulisse online dal 2021 occupandosi principalmente della pagina culturale e di critica letteraria. È stata curatrice della rassegna letteraria Caffè letterari metelliani organizzata da Ulisse online e IIS Della Corte Vanvitelli e ha collaborato con Telespazio in occasione del Premio Com&te. È da maggio 2023 responsabile della Comunicazione di Fabi Salerno. Abilitata all’esercizio della professione forense, lavora in una delle principali banche italiane con specializzazione nel settore del credito fondiario.

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