scritto da Filippo Falvella - 30 Giugno 2023 08:24

Kevin Spacey sotto processo: l’antiprecettività del bando di Tarquinio il Superbo

É complesso poter seguire con assoluta certezza la linea di pensiero di quelle illustri menti che per prime ipotizzarono una ricorrenza all’interno della storia. In tale tesi però potremmo tentare di figurare la storia come un’opera teatrale, che differisce di volta in volta soltanto attraverso i suoi interpreti, mediando come soluzione che è pur vero che lo spettacolo è lo stesso ma è altrettanto vero che la personalità e la novità introdotta dai nuovi attori, adesso sottostanti a quei ruoli, la fanno differire almeno in parte. Questo solo apparentemente forviante trafiletto vuole orientare il gentile lettore ad affrontare una stessa vicenda interpretata però da due attori differenti, Kevin Spacey e Sesto Tarquinio.

Kevin Spacey nuovamente sotto processo

Il 28 giugno Kevin Spacey, due volte premio Oscar e noto per le sue interpretazioni in capolavori cinematografici quali “The Big Kahuna”, ha fatto la sua comparsa al tribunale di Londra per affrontare le accuse di violenza sessuale, verificatesi in un periodo che va’ dal 2001 fino al 2013, da quattro uomini protetti da anonimato, ipse iure Britannico. Già assolto da un processo conclusosi lo scorso ottobre per merito della giuria popolare, che lo vedeva difendersi dalle accuse di molestie nei riguardi di un allora quattordicenne Anthony Rapp, l’attore dovrà nuovamente riporre la sua fiducia nei riguardi di una giuria popolare preventivamente ammonita di distaccarsi dal giudizio sul personaggio, onde giudicare l’uomo.

Abbiamo già avuto modo nell’ultimo periodo di verificare il quanto un processo nei riguardi di una celebrità possa essere deficitato dalla simpatia, nel senso greco del termine, che i più provano nei suoi confronti.

Il come il consenso popolare nei riguardi di Kevin Spacey sia rimasto per lo più immutato dopo le accuse, tanto da far sì che negli ultimi dieci anni la sua carriera proseguisse priva di intoppi degni di nota, è ben evidenziato dall’interesse riposto dai giornali a porre l’attenzione sul come l’attore sia giunto alla Southwark Crown Court di Londra, in termini di eleganza ed accoglienza.

Se un giudizio morale è fondato sui valori di una data epoca, è probabile anche che lo stesso sia fondato dal ritenuto valore di un dato elemento posto a giudizio. Nell’immaginario collettivo, l’empatia figlia di uno scambio di emozioni che solo un attore può dare, viene avvertita come un dono personale fatto da una figura impersonale ed astratta. In parole povere siamo protesi ad una sensazione di gratitudine nei riguardi di una persona che, seppur non ci conosce, noi crediamo di conoscere attraverso i suoi personaggi interpretati.

Diventa a questo punto arduo giudicare Kevin Spacey, presunto molestatore e pederasta, rispetto a Kevin Spacey, talentuosissimo attore che ci ha emozionato ed ispirato in molteplici occasioni.

Lucrezia ed il bando di Tarquinio il Superbo

La nascita della prima Res Publica Romana è fatta coincidere con il bando di Tarquinio il Superbo, settimo ed ultimo re di Roma.

Tale storia, più vicina al mito che alla concretezza d’un fatto storico, è narrata nell’Ab Urbe condita di Tito Livio, che scrisse della triste morte, per sua stessa mano, di Lucrezia. Lucrezia era una nobildonna Romana la quale fu molestata da Tarquinio Sesto, figlio del re Tarquino Prisco, invaghitosi di lei dopo aver assistito, su invito dello stesso marito Collatino, alla sua fedeltà.

A seguito di tale orrore Lucrezia, pentita d’un male che aveva ricevuto ma non commesso, si tolse la vita. Fu subito dopo tali avvenimenti che il marito Collatino e l’amico Lucio Giunio Bruto guidarono una sommossa popolare nei riguardi dei Tarquini, costringendoli all’esilio in Etruria e divenendo successivamente i primi due consoli della neonata repubblica. Che i romani avessero una grande passione nell’esagerare e fantasticare su quelli che furono i passi a lasciare le loro impronte nella storia è opiniorecepta, ma non ci priva in alcun modo di trattare per analogia, attraverso un ovvio parallelismo, il processo di cui abbiamo discusso poc’anzi.

La Poena Regis

Se è vero che il diritto tutela coloro che sono nel giusto, è anche che vero che lo stesso tutela coloro che sono ritenuti giusti. La sottile linea che separa una persona dalla sua negatività è come quella negatività è avvertita dagli altri, la polivalenza d’un giudizio è dettata non tanto dall’azione giudicata, ma, quando possibile, anche da colui che la compie.

Così come la grande luce emanata da personalità quali Mahatma Gandhi e Madre Teresa di Calcutta fecero ombra sul certificato razzismo del primo e le controversie legali della seconda, così tali ombre rischiano di incombere ancora una volta su terribili azioni commesse da personaggi ritenuti altresì illustri.

La storia sulla cacciata dei Tarquini per volontà popolare veicolata dal male da loro causato è soltanto un mito manifesto di come un giudizio sintetico e puro possa far tacere quella voce che attraverso la coscienza tende a rendere indistinguibile la realtà da quella che si vorrebbe fosse la stessa.

Se il Re dell’ultima Roma non repubblicana fu punito, non è detto che uno dei Re dell’immanente Hollywood dei soprusi subisca la stessa condanna. Abbiamo bisogno di miticizzare quelle personalità che ci fanno stare bene, versando oro colato per riparare le crepe che queste creano nel loro passaggio su vite che rispetto alle loro sono ritenute insignificanti.

Se Kevin Spacey, il grande Kevin Spacey, è un molestatore, allora quali sono gli esempi da seguire? E, soprattutto, posso io aver sempre tenuto in auge come esempio quello che ad oggi potrebbe essere un molestatore?

È nostro diritto preferire alla dura verità una morbida bugia, ma è al contempo nostro dovere non far sì che questa renda vana qualsivoglia forma di diritto e morale, perché per vivere in un mondo etico è necessario che ogni testa che fa parte della morale non si chini mai in favore dell’ingiustizia.

Ho 24 anni e studio filosofia all'Università degli studi di Salerno. Cerco, nello scrivere, di trasmettere quella passione per la filosofia ed il ragionamento, offrendo quand'è possibile, e nel limite dei miei mezzi, un punto di vista che vada oltre quel modo asettico e alle volte superficiale con cui siamo sempre più orientati ad affrontare le notizie

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