scritto da Nino Maiorino - 08 Ottobre 2021 10:05

Italiani brava gente…

Ma è proprio vero che il nostro esercito si sia sempre distinto per umanità?

Durante la seconda guerra mondiale non esistevano buoni e cattivi, sia i militari dell’asse, Germania, Giappone, Italia, ecc., sia quelli degli eserciti alleati, commisero orribili crimini di guerra, e anche noi italiani, abituati ad autoassolverci o a considerarci migliori degli altri, abbiamo una visione distorta del nostro esercito, considerando che i nostri militari non sono stati da meno.

Nei libri di scuola sono scritte non poche sciocchezze riguardanti il nostro esercito, tra queste ci sta sicuramente la favoletta dell’italiano buono, assolutamente antifascista, che odiava i tedeschi e Mussolini. In parte questo è vero perché diverse erano le persone contro la guerra e contro Mussolini, ma non erano tutti così, perché non furono pochi i nostri soldati che commisero azioni orribili al pari dei soldati degli altri eserciti.

D’altronde, la guerra è crudeltà, orrore, assassinii autorizzati, e quindi non c’è da meravigliarsene eccessivamente.

E dalla guerra, specialmente quella che abbiamo combattuto noi italiani, sempre ondivaghi tra posizioni contrapposte, vengono fuori conseguenze impensabili, come le violenze di reazione, come quelle delle truppe partigiane, grazie alle quali il nostro paese si riabilitò dalle conseguenze del regime fascista, ma non tutte furono esenti  da violenze, e lo spettacolo di Piazzale Loreto a Milano ne è un esempio eclatante: sembrava giusto che Mussolini, per i crimini commessi, venisse giustiziato dal comando partigiano che lo aveva catturato, peraltro autorizzato dagli stessi vertici dell’organizzazione: ma, ci chiediamo, era proprio necessario esporlo a testa in giù appeso ad una trave, unitamente a gerarchi fascisti pure giustiziati?

Ed era proprio necessario esporre anche la compagna del Duce, Claretta Petacci, che ebbe il solo torto di aver amato Mussolini e di non averlo voluto abbandonare nell’estremo passaggio, benché ne avesse avuto la possibilità?

E non dobbiamo dimenticare che, nel mentre la Petacci, pure avendone la possibilità, non volle abbandonare Mussolini, e gli fu al fianco fino all’estremo sacrificio, quest’ultimo non aveva avuto il coraggio di presentarsi a viso aperto alla brigata partigiana che lo stava cercando, camuffandosi da milite tedesco.

Vien da dire che Claretta Petacci riabilitò l’onore degli italiani di fronte al mondo.

Torniamo, quindi, allo scopo di questa riflessione, per sfatare il luogo comune che le nostre truppe siano state formate tutte le persone per bene, purtroppo anche tra i nostri soldati c’erano violenti, ladri, stupratori, gente di bassissimo profilo. E i graduati non erano sempre vigili sul comportamento degli stessi in quanto: presi dalle operazioni belliche, trascuravano altri aspetti meno influenti sul risultato delle stesse.

Nella maggior parte dei casi le violenze dei nostri soldati sono state esercitate prevalentemente nei confronti delle popolazioni degli stati conquistati: non dobbiamo dimenticare, infatti, che le manie di espansione del Duce, avallate dal Re, miravano a costituire un “grande” impero, e questo portò alla invasione di diversi paesi che si andavano ad aggiungere a quelli già controllati a seguito della Prima Guerra Mondiale, Eritrea, Somalia, Cirenaica, Tripolitana, Isole Egee, Albania meridionale; il “Regime fascista” decise di espandere i possedimenti anche per soddisfare gli irredentisti, un movimento che aspirava a perfezionare l’unità nazionale italiana intesa anche come possedimenti all’estero.

Nel 1934, in piena era fascista, Cirenaica e Tripolitania furono unite nella Libia italiana; con la guerra del 1935-36 l’Italia conquistò l’Etiopia, che fu unita ad Eritrea e Somalia per dare vita all’Africa Orientale Italiana. In tale occasione Vittorio Emanuele III d’Italia assunse il titolo imperiale d’Etiopia e fu proclamata ufficialmente la nascita dell’ “Impero italiano”. Nel 1939 fu conquistato il resto dell’Albania, che fu unito all’ “Impero”, il quale annoverava anche Slovenia, Dalmazia, Croazia, Montenegro, Grecia, e la Somalia ex britannica.

Dopo la guerra l’Italia avrebbe perduto tutto, anzi le conquiste precedenti diedero adito agli ex paesi conquistati di appropriarsi anche di una parte del territorio italiano, specialmente del nord-est, e a nulla valsero gli appassionati discorsi di Alcide De Gasperi nei consessi internazionali, tra il luglio e l’ottobre 1946, ad evitarlo.

Ai pesantissimi risarcimenti che l’Italia fu costretta a pagare agli Stati che aveva invaso (circa 360.milioni di Usd), alcuni territori italiani furono ceduti.

Nel nord occidentale alla Francia vennero ceduti il Comune di Tenda, parte deiComuni di Briga, Valdieri o Olivetta San Michele, la vetta del Monte Chaberton, la cima del monte Marta e del Monte Saccarello, parte del Monginevro, parte del bacino di Valle Stretta, del Monte Thabor, parte del Colle del Moncenisio, e del colle del Piccolo San Bernardo.

Ma le perdite più dolorose furono quelle orientali, perché i Paesi al confine nord orientali conquistati furono irremovibili sui confini e perdemmo, oltre ai territori conquistati, anche parte dei territori che erano sempre stati nostri, come l’Istria, Fiume (la cui appartenenza è sempre stata contestata, prima occupata da D’Annunzio del 1919 che lo creò come Stato libero, poi tornata all’Italia nel 1924), Zara (pure di appartenenza contestata) e  rischiammo di perdere anche Trieste, e Gorizia, parte del cui territorio venne ceduto alla Jugoslavia e ora fa parte della Slovenia.

Tornando all’argomento principale, dicevamo che non sempre i nostri militari all’estero sono stati irreprensibili, e non tanto per gli effetti civili della colonizzazione dell’Africa orientale; pure il nostro Indro Montanelli è stato tempo fa coinvolto in una forte polemica avendo all’epoca “adottato” una adolescente, comportamento certamente censurabile, ma all’epoca consentito e considerato normale.

Piuttosto è opportuno occuparci dei crimini orrendi commessi dal nostro esercito contro le popolazioni dei paesi occupati.

In Etiopia, ad esempio, l’Esercito italiano usò armi chimiche contro la popolazione, come a suo tempo ammise lo stesso Montanelli.

Gli italiani aprirono lager, bruciarono villaggi, stuprarono donne e si comportarono in modo barbarico con tutti gli abitanti, e uno dei maggiori carnefici fu il Generale Mario Roatta, che emanò la “Circolare 3C”, che equivale ad una dichiarazione di guerra contro la popolazione slovena civile.

Le disposizioni del Generale Mario Roatta erano del tutto simili a quelle impartite dai comandanti tedeschi: rappresaglie, incendi di case e villaggi, esecuzioni sommarie, raccolta e uccisione di ostaggi, decimazioni, internamenti nei campi di concentramento.

Mario Roatta il 18 marzo 1942 era stato nominato comandante della seconda Armata in Croazia dove ordinò che nella guerra partigiana si dovevano “…applicare le sue disposizioni senza false pietà”, dando così inizio ad una vera e propria azione di terrore contro i civili che davano supporto logistico alle bande partigiane.

Applicando la circolare 3C, dove si diceva di usare il criterio della “testa per dente, vennero devastati numerosi villaggi. Il generale Roatta emanò inoltre anche ordini più espliciti: “Se necessario, non rifuggire da usare crudeltà. Deve essere una pulizia completa. Abbiamo bisogno di internare tutti gli abitanti e mettere le famiglie italiane al loro posto, e l’internamento può essere esteso… sino allo sgombero di intere regioni, come ad esempio la Slovenia. In questo caso si tratterebbe di trasferire, al completo, masse ragguardevoli di popolazione… e di sostituirle con popolazioni italiane”.

In realtà Roatta non era nemmeno un fascista come Graziani, era semplicemente uno a cui piaceva il potere, anche se, per un mai chiarito motivo, aiutò alcuni ebrei a sfuggire ai nazisti. Roatta fu anche il responsabile della mancata difesa di Roma nel 1943.

Gli italiani fecero anche altri crimini di guerra, in Russia, Grecia e dopo il 1943 a prescindere dal lato in cui l’Italia era schierata.

In conclusione, e scusandoci per la lunga divagazione, che abbiamo ritenuto necessaria per spiegare bene il contesto storico durane il quale si svolsero gli eventi: non è vero che noi italiani siamo stati sempre brava gente, a volte, adeguatamente istigati, ci siamo dimostrati al pari, se non peggiori, degli altri.

(Nella foto, in rosso i paesi annessi, in giallo quelli da annettere)

Classe 1941 – Diploma di Ragioniere e perito commerciale – Dirigente bancario – Appassionato di giornalismo fin dall’adolescenza, ha scritto per diverse testate locali, prima per il “Risorgimento Nocerino” fondato da Giovanni Zoppi, dove scrive ancora oggi, sia pure saltuariamente, e “Il Monitore” di Nocera Inferiore. Trasferitosi a Cava dopo il terremoto del 1980, ha collaborato per anni con “Il Castello” fondato dall’avv. Apicella, con “Confronto” fondato da Pasquale Petrillo e, da anni, con “Ulisse online”.

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